52 vol. 4 – Mark Waid, Grant Morrison, Geoff Johns, Greg Rucka – recensione
Pubblicato il 19 Aprile 2011 alle 13:55
52 vol. 4
Autori: Mark Waid, Grant Morrison, Geoff Johns, Greg Rucka (testi), Keith Giffen, Chris Batista, Giuseppe Camuncoli, Joe Benitez, Darick Robertson, Scott McDaniel, Dan Jurgens, Ethan Van Sciver, Eddy Barrows, Jamal Igle, Pat Oliffe, Andy Kubert, Karl Kerschl, Nicola Scott, Don Kramer, Justiniano, Joe Bennett, Ivan Reis, Mike McKone (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 13,95, 16,8 x 25,7, pp. 312, col.
Recensione
Giunge al quarto e conclusivo volume la ristampa di 52, senza ombra di dubbio una delle saghe migliori e più significative della DC Comics degli ultimi anni, al pari di Final Crisis e Blackest Night, concepita dalle menti di quattro sceneggiatori tra i più importanti del comicdom anglosassone: Mark Waid, Grant Morrison, Geoff Johns e Greg Rucka.
Impostata su cadenza settimanale, nell’arco di un anno, con una scansione narrativa quotidiana, 52 racconta ciò che accade nel DC Universe in un periodo in cui le tre colonne portanti di tale universo, Superman, Batman e Wonder Woman, si sono momentaneamente ritirate. Cosa potrà fare il resto della comunità supereroica, priva dei suoi fondamentali difensori? Che potrebbe accadere se l’universo fosse insidiato da inquietanti minacce?
E come sanno i lettori di 52, le minacce e le situazioni pericolose non sono mancate: il perfido Lex Luthor ha seminato scompiglio con la vendita di superpoteri, stimolati da un processo scientifico in grado di risvegliare il metagene, per scopi, ovviamente, discutibili, e le conseguenze di tale iniziativa sono state devastanti; la temibile Intergang, esaltata dalla lettura della Bibbia del Crimine, ha compiuto atrocità inaudite; il potente Black Adam ha rivelato tutta la sua follia distruttiva; alcuni tra i più pericolosi criminali si sono riuniti nell’isola di Oolong e la riunione non promette niente di buono. E queste sono solo alcune delle situazioni che i DC heroes hanno dovuto affrontare.
Gli autori, tramite 52, hanno conferito, in un certo qual modo, coerenza a un universo complesso e a volte confusionario come quello DC, ideando una story-line avvincente, costruita con una maniacalità certosina e una logica sbalorditive; e, per giunta, con una piacevole alternanza di atmosfere, che vanno dall’hard-boiled al gotico, dal fantascientifico allo stile supereroico propriamente detto e concentrandosi su personaggi magari minori ma che non hanno nulla da invidiare, in quanto a fascino e carisma, ai grossi calibri: Reneè Montoya, per esempio; Elongated Man; Animal Man; Booster Gold che si rivelerà, a conti fatti, cruciale; la famiglia Marvel e così via.
Recensendo il primo volume, avevo scritto che la storia mi sembrava lenta e cervellotica; ma, in seguito, il ritmo della trama si era modificato e ora, giunti ai capitoli finali, le cose cambiano ulteriormente e le sorprese e i colpi di scena scioccanti danno una scossa al tutto. Non mancheranno i decessi o character che di colpo assumono ruoli imprevedibili: alcuni si riveleranno malvagi; altri, che parevano trascurabili, dimostreranno l’esatto contrario.
I testi sono ottimi e non potrebbe essere altrimenti, dati gli sceneggiatori coinvolti. Ma nemmeno la parte grafica è da ignorare e basta leggere i nomi dei penciler per capire il livello qualitativo di 52. Naturalmente, bisogna puntualizzarlo, alla fine si scoprirà il significato del numero cinquantadue e la risposta non lascerà indifferente nessuno, soprattutto i fans dell’universo DC pre-Crisis. In definitiva, come giudicare l’opera? In maniera più che positiva. 52 è un gioiello e non può mancare nelle librerie degli estimatori del fumetto supereroico e mainstream. Il volume, inoltre, è ben curato (i refusi sono quasi assenti) e mi auguro che la ristampa di una delle saghe meglio orchestrate dell’etichetta statunitense sia solo la prima di una lunga serie di riproposte.
Voto: 8