Berserk 69 – Kentaro Miura – recensione
Pubblicato il 19 Aprile 2011 alle 11:13
Berserk 69
Autore: Kentaro Miura
Casa Editrice: Planet Manga
Provenienza: Giappone
Prezzo: 2,20 €
Recensione
A cura di MikiMoz Capuano
A meno di un anno di distanza dall’ultima uscita, torna nelle edicole e librerie d’Italia un nuovo albetto del capolavoro di Kentaro Miura.
Per parlare di questo sessantanovesimo numero occorre tornare molto indietro nel tempo, tornare indietro di ben sessanta volumetti.
Era infatti in Berserk 9 (parte prima del tankobon 5), uscito qui da noi nel lontano 1997, che Grifis palesava a Gatsu e a noi lettori il suo fine ultimo: “Questo è solo il primo passo… Sia la Squadra dei Falchi… che queste vittorie… sono solo l’inizio. Più tardi succederà qualcosa… di eccitante. Qualcosa per cui varrà la pena rischiare la vita. Io creerò un mio regno.”
Da allora sono successe moltissime cose, Grifis ha visto (quasi) svanire per sempre il suo sogno, ma poi sappiamo come è andata, e come sta andando: è ritornato in splendida forma, ha dalla sua sia la principessa Charlotte che l’appoggio del Papa, e ha affrontato e infine sconfitto, con astuzia incredibile, il suo rivale di facciata, Ganishuka/Shiva.
Lo scoppio di luce provocato dalla fine di Shiva ha cambiato totalmente il mondo, ma ha anche fatto sorgere quel regno tanto ambito dal Falco Bianco, un regno splendente, possente, maestoso. Una città che pare Roma Imperiale, una città che -si dice- sia quella che riposava intatta sotto la Torre della Rinascita. Una città che è così bella da perdercisi dentro, e che il formato dell’edizione non riesce a valorizzare appieno.
Col compimento del sogno di Griffith si chiude quindi la quarta saga di Berserk, ma se ne apre subito un’altra, e i riflettori tornano presto su Gatsu e la sua compagnia, che viaggia a vele spiegate alla volta dell’isola fatata degli elfi.
Ma, si sa, un racconto d’avventura non sarebbe certo tale se non sorgessero complicazioni durante la traversata, ed ecco che alla preoccupata meraviglia del vedere fantasmagorici mostri marini (che si videro sono nei testi di studio come allegorie), si aggiunge presto la minaccia reale di un qualcosa di molto, molto più grande, che sarà il leitmotiv di questa nuova parte del racconto.
Un tassello alla volta, che ora spinge il vascello di Roderick a fronteggiare la nave pirata divenuta nave fantasma… tassello introduttivo di questa quinta saga, che predilige un inizio di pura azione consumata tutta in questo volumetto, per tre capitoli, che purtroppo passano troppo in fretta ma ci risparmiano lungaggini eccessive negli scontri (il “nodo” principale del mostro, infatti, viene fatto fuori in pochissime pagine).
Per il seguito occorre sempre armarsi di pazienza e attendere il prossimo numero: per fortuna arriverà a stretto giro.
Disegni superlativi come al solito: Falconia coi suoi palazzi classici, scintillante e bianca. Grifis portato in volo da Zodd, sembra un vero messia. Più sporche e cupe (ma sempre ordinatissime) le tavole che vedono il grande ritorno in scena di Gatsu, trivella umana che affetta i tentacoli orrorifici di un mostro misterioso. Ottima la regia e ottimo il ritmo: la nuova battaglia navale, inframmezzata dallo scontro all’arma bianca e dal ritorno del poderoso Guerriero Nero, è una parte di storia comprensibilissima e per nulla confusa, nonostante Miura dia ampio spazio a tutti i personaggi presenti, alcuni scaraventandoli dentro l’azione (Gatsu e Roderick su tutti, ma anche Shilke, Serpico e Isidoro), e gli altri a commentare ciò a cui il lettore assiste.
L’edizione italiana è buona, sugli standard degli ultimi volumi usciti.
Arrivederci in estate, con il numero 70.
VOTO: 7 1/2