Morgan Lost n.6: I coniugi Rabbit – Recensione
Pubblicato il 3 Aprile 2016 alle 11:20
Le strade di New Heliopolis si popolano di nuove, letali creature della notte: dalle inquietanti pagine di un fumetto cult prendono vita i coniugi Rabbit, due romantici e perversi assassini! Kisssssss!
Sapevamo che con “I coniugi Rabbit” ne avremo visto delle belle e così è stato. Questi psicopatici individui sono spietati, sanguinari e senza scupoli apparenti, si aggirano per New Heliopolis trucidando le loro malcapitate vittime godendo dei loro stessi crimini.
Sono una coppia, sono affiatati, insaziabili, perversi, eccessivi e amano la sfida. E in questo gioco perverso non poteva non finirci Morgan a cui i simpatici coniglietti daranno del filo da torcere mettendolo in seria difficoltà, perchè forse mai come questa volta il nostro Morgan dovrà scavare in fondo alla psiche dei suoi avversari per capirne il background e scovarne i punti deboli, perchè in fondo anche loro sono umani.
Ma c’è dell’altro. Chiaverotti ci mette ancora di più del suo in questa storia di Morgan Lost; quello che il suo creatore fa è magnifico. Nella storia compare il signor Farrel, creatore della miniserie a fumetti “I Rabbit”, che spiegherà a Morgan cosa lo ha spinto a creare questa serie e quale era il messaggio che voleva affidarle. Ecco, i coniugi arriveranno a palesarsi a lui, dichiarando di essere i suoi figli, ovvero anche creature che vuoi o non vuoi ad un certo punto sfuggono al controllo del creatore stesso.
Fumetto nel fumetto, ma anche un chiaro ritratto del rapporto che si instaura nel tempo tra il creatore e i suoi personaggi e che va oltre il semplice albo a fumetti; bello il messaggio e bello il modo in cui ci viene in qualche modo spiegato, con una riapparizione finale che vi lasciamo il piacere di scoprire se ancora non lo avete fatto.
Impossibile, dopo aver letto dei Rabbit, non ritornare alla mente a quel “I conigli rosa uccidono” di dylaniata memoria che tanto abbiamo amato.
Tante e doverose le citazioni (soprattutto quando Morgan visita la fumetteria per procurarsi gli albi) oltre a riflessioni che l’autore fa per bocca dei personaggi sui luoghi comuni del fumetto, cose del tipo “Fumetti…è una vita che non li leggo!” oppure “Quanto costa? Venti, trenta centesimi?” o peggio ancora “Che ci vuole a fare un giornaletto? Poche ore, no?”. Che noi ci ridiamo su ma lì fuori lo credono veramente. E con questo chiudo. Appuntamento al 22 aprile con il fantascientifico “Vulcano 7”.