Toe Tags – Pulp DC – George A. Romero – recensione

Pubblicato il 18 Aprile 2011 alle 14:33

Toe Tags – Pulp DC

Autori: George A. Romero (testi), Tommy Castillo (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 12,95, 15 x 23, pp. 144
Recensione


Ho scritto in diverse occasioni che l’horror continua ad essere popolare e che, in particolare, i vampiri mantengono la loro salda presa sull’immaginario giovanile. Ma gli zombi non sono da meno, considerando che dilagano al cinema, in televisione e nei fumetti. Nell’ambito di questi due ultimi media, basti pensare al clamoroso successo di The Walking Dead di Robert Kirkman e della sua travolgente versione televisiva.

E non esiste casa editrice statunitense che non abbia proposto qualcosa che ha a che fare con i morti viventi. Alla Marvel ogni occasione è buona per fare apparire i Marvel Zombies e anche il buon Simon Garth è ritornato. La DC con Blackest Night non ha fatto altro che presentare vecchi eroi in versione non morta e nella divisione Vertigo ha realizzato I, Zombie. E le etichette indies non sono state a guardare, pubblicando comics analoghi (è il caso di Dead, She Said).

Inoltre, nell’attuale clima di sinergie mediatiche e comunicative, autori legati all’horror hanno impiegato le proprie energie creative al fumetto. Se un mito della narrativa terrifica come Stephen King, per esempio, ha scritto parte delle sceneggiature di American Vampire, c’è un altro nome leggendario, stavolta proveniente dal cinema, che ha ideato una interessante miniserie. E l’uomo in questione è proprio colui che a suo tempo diede il via al trend degli zombi: George A. Romero, regista dei seminali ‘La Notte dei Morti Viventi’, ‘Zombi’ e altre celebrate pellicole.

Anche in questo caso, la DC è della partita e la miniserie, inserita da Planeta nella linea Pulp DC, si intitola Toe Tags e non mancherà di piacere agli estimatori di Romero e degli zombi in generale. L’horror concepito da Romero ha da sempre una valenza fortemente socio-politica. Con la metafora del morto vivente, il regista denunciava la spersonalizzazione dell’uomo contemporaneo e criticava la società consumistica e materialistica occidentale.

Pure in Toe Tags, del resto, non mancano riferimenti in tal senso, benché Romero in questa occasione si scagli soprattutto contro l’apparato industriale e militare degli Stati Uniti, la mancanza di scrupoli delle multinazionali e della scienza asservita a scopi imperialistici, non risparmiando frecciate sarcastiche nei confronti dei repubblicani, in particolare. Ma Toe Tags si presta ad essere letto anche sulla base delle impostazioni classiche dell’universo romeriano.

Il protagonista della storia è Demian, un giovane che per sua sfortuna è diventato un morto vivente, peraltro in una terra ormai dominata dagli zombi. Però è in grado di pensare in maniera relativamente lucida e decide, per una serie di circostanze, di cercare di capire per quale motivo sul pianeta si è verificata una simile situazione e, soprattutto, se esistono soluzioni al riguardo.

Ad aiutarlo ci sono la sua ragazza e un gruppo di individui, ancora umani, che ovviamente tentano di sopravvivere in un ambiente in cui chiunque può essere attaccato e divorato dagli zombi. La trama è avvincente, piena di ritmo, con dialoghi secchi e ben impostati, e caratterizzata dagli elementi tipici di questo sottogenere horror: cadaveri decomposti, sangue, mutilazioni, inseguimenti, sparatorie.

Romero si trova a suo agio nel medium fumetto, dimostrando notevole abilità di scrittura e di tanto in tanto, specie nei primi capitoli, ricorrendo a un interessante uso di monologhi interiori alternati e di flashback. Anche la parte grafica è valida: Tommy Castillo, coadiuvato da Rodney Ramos alle chine, è bravissimo e illustra impeccabilmente gli orrori indicibili partoriti dalla mente di Romero, con una particolare impostazione della tavola, ricca di continue sperimentazioni.

In poche parole, Toe Tags è un’ottima proposta e se avete amato i film di Romero, non fatevela sfuggire. Il volume è ben realizzato (ho rilevato appena due refusi) e va segnalata pure la stupenda cover gallery del grande Bernie Wrightson, il Maestro del Macabro, più che appropriato per un fumetto di zombi. Da provare.


Voto: 8

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