La laguna dei bei sogni – Hugo Pratt – recensione
Pubblicato il 15 Aprile 2011 alle 14:44
La laguna dei bei sogni – Hugo Pratt
Autore: H. Pratt
Casa Editrice: Rizzoli Lizard
Provenienza: Italia
Prezzo: 4,50 €
Recensione
Un’imbarcazione procede lenta tra acque costeggiate da una lussureggiante vegetazione. A bordo, due uomini: un indio e un affascinante marinaio inglese. Inizia così La laguna dei bei sogni, l’undicesimo albo realizzato da Hugo Pratt con Corto Maltese come protagonista. Ed è proprio Corto il marinaio che attraversa le acque del fiume Orinoco in compagnia dell’indio. Durante la traversata, i due sentono il suono di un tamburo vibrare prepotentemente nell’aria: è un messaggio che segnala la presenza di un uomo bianco nella laguna dei bei sogni, definita più avanti «maledettamente bella», uomo che è in gravi condizioni, malato, probabilmente vicino alla pazzia. Corto, pur avvertito della pericolosità del posto, popolato da insetti la cui puntura può essere letale, decide di avvicinarsi per soccorrere lo sconosciuto, che, come apprende di lì a poco, è un soldato inglese in fuga dalla Grande Guerra e dalla propria viltà.
Il lettore sa che l’uomo è fuori di sé, che vaneggia, che probabilmente morirà. E sa dunque che le vignette che prendono a susseguirsi sotto i propri occhi raccontano il sogno, diciamo pure il delirio, del moribondo. Eppure egli è estremamente curioso di sapere cosa ha spinto il soldato in fuga. Pratt rinuncia ad una storia fatta di colpi di scena e sorprese, e mostra le proprie carte fin da subito: ciò nonostante, sa mantenere alto l’interesse di chi legge, anche attraverso stupendi disegni che alternano scenari di guerra a immagini di un’esuberante natura.
La laguna dei bei sogni rappresenta la prima storia di Corto disegnata dal fumettista veneziano in cui si assiste all’inserimento di elementi prepotentemente favolistici e irreali – esperimento portato avanti parzialmente già in Appuntamento a Bahia – sullo sfondo di eventi invece tanto concreti quanto drammatici, quelli della Prima Guerra Mondiale, che pur combattuta nel Vecchio Continente raggiunge con i propri fantasmi ogni parte del mondo, per quanto sperduta.
Nell’albo, l’eroe prattiano per eccellenza ha ben poco spazio: è ormai famoso a sufficienza per latitare dalla scena principale e far soltanto poche comparse, divenendo così il pretesto per raccontare un’altra storia, quella del disertore inglese, che poi è una storia simbolo, di quanti, messi di fronte alla crudeltà della guerra, non sono riusciti a essere forti.
Come spesso accade nei fumetti dell’artista veneziano, c’è inoltre il confronto tra mondi e civiltà diverse e qui segnatamente quella inglese e quella degli indigeni, che pur essendo del tutto alieni rispetto al soldato moribondo, non gli negano compassione ed aiuto. Compassione ed aiuto vani in verità, in quanto il protagonista, alla fine, muore, non prima però di aver vissuto i bei sogni che danno il nome alla laguna ed essersi riabilitato agli occhi del mondo almeno nella propria fantasia. Corto, preso atto della morte dell’uomo, prende nuovamente il mare. E l’ultima vignetta rappresenta ancora una volta una barca su un mare coperto da nuvole, a conferma della struttura ad anello che tante storie di Pratt possiedono. E tra nuvole e gabbiani, si leggono le parole di Corto che confessano la curiosità che prova nei confronti dei dettagli della vicenda. E, in fondo, è proprio la curiosità, il desiderio di scoprire, di capire, che dà il là a tante avventure di Corto. Come, ad esempio, quella che vivrà non appena la sua imbarcazione raggiungerà un nuovo porto.
Voto: 8