TREES, Il nuovo sci-fi di WARREN ELLIS – Recensione

Pubblicato il 17 Marzo 2016 alle 11:20

Il nuovo sci-fi di Warren Ellis, edito da Image Comics e approdato in Italia grazie a Saldapress, è una conferma per la già consolidata genuinità creativa dello scrittore britannico.

Dieci anni fa una strana forma di vita aliena ha invaso la Terra. Nel farlo, ha piantato sulla superficie del nostro pianeta dei giganteschi obelischi, ribattezzati Alberi (da qui il titolo dell’opera) che sporadicamente espellono una sostanza acida altamente corrosiva. Gli umani non conoscono la ragione di questa invasione, né del perché gli alieni se ne siano andati dopo aver piantato i loro alberi tossici.

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Ciononostante l’umanità ha dovuto abituarsi a convivere con questa nuova e strana flora …

Trees è un’opera corale, nella quale Warren Ellis dà vita a tanti diversi personaggi, tutti ugualmente interessanti e tutti ugualmente importanti ai fini della narrazione.

Se in Babel il regista Alejandro González Iñárritu intrecciava storie geograficamente distanti fra loro grazie al fil rouge del dolore, qui Ellis sfrutta il mistero degli Alberi Alieni per descrivere le reazioni (e le azioni) dell’umanità da un punto di vista globale.

Ecco quindi che le vicende di un politico si alternano a quelle di un ricercatore, a quelle di un artista, a quelle di un fondamentalista filo-fascista, e la narrazione si sposta di continuo fra New York, la Cina, l’Africa, l’Italia e la Norvegia.

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Quella di Ellis è la globalizzazione della paura, dell’interrogarsi sul perché e sul cosa gli alieni vogliano dal nostro mondo. Gli obelischi (o alberi), forniscono un grande mistero da comprendere e svelare, e che però ne racchiude al suo interno tanti altri, espediente narrativo che manterrà sempre alto il ritmo della vicenda, del suo intreccio e del suo sviluppo (intelligente il paradosso, non troppo velato, del ribaltamento ecologico: gli alberi, vitali per la vita sul nostro pianeta, adesso sono il pericolo).

E’ una narrazione articolata, quella di Ellis, diramata, che si intreccia come le fronde di un albero e avvolge tutto il nostro mondo – forse il vero protagonista della storia – mostrandoci come stia cercando di reagire all’invasione.

Jason Howard si occupa di tutto il comparto grafico, realizzando matite e colori con risultati mirabili in entrambi i casi. Il suo stile pop, moderno e ipercinetico dà vita a scene concitate con inquadrature a più ampio respiro, lo storytelling è sempre scorrevole e accompagna mano nella mano i testi di Ellis, rendendoli ancora più coinvolgenti grazie al sapiente uso della griglia, che l’artista ampia o restringe a seconda delle esigenze e dei ritmi narrativi.

Un commento a parte meritano le copertine di Steven Finch, designer dietro le cover di serie capolavoro come Saga, Injection Nowhere Men, che abbiamo scelto di proporvi qui sotto.

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