Drifter, la storia di un sopravvissuto alla deriva ─ Recensione
Pubblicato il 1 Marzo 2016 alle 11:20
Per la collana Star Comics Presenta, un albo straordinario della coppia Brandon/Klein
Sono caduto dal cielo e il cielo mi è caduto addosso.
Abram Pollux precipita con la sua astronave su un pianeta desolato, viene attaccato subito da una creatura mostruosa e tratto in salvo da un misterioso gruppo di uomini.
Frastornato e spaventato capisce di essere finito in una città dimenticata da Dio e da tutti, un mondo arretrato nel quale non vige alcuna legge.
Un luogo polveroso, arrugginito, quasi surreale, una sorta di medioevo futuristico nel quale Abram affoga mentalmente e fisicamente, alla deriva da se stesso e dal suo passato, in un caleidoscopio di colori caldi e freddi, di sensazioni forti e impalpabili, coronate da un colpo di scena finale sorprendente.
Drifter è una lettura particolare: la splendida arte di Klein è spiegata a fine di ogni paragrafo da una didascalia di Brandon che chiarisce quanto accade visivamente con il commento del protagonista.
Una storia che si dipana quindi sul livello artistico, e Klein ora acceca il lettore con la vividezza delle tavole, ora lo risucchia in un blu siderale, e su quello letterario con lo splendido diario di bordo mentale appuntato da Brandon a corollario di ogni paragrafo.
Abram precipita e continua a farlo, pagina dopo pagina. Straniero in terra straniera, è una sorta di Indiana Jones alla disperata ricerca di sfuggire a una situazione pericolosa per poi rimanere invischiato in pericoli ancora maggiori.
La scena finale, lì dove il suo viaggio termina, riassume la tragicità del tutto, lasciando il lettore occhi e bocca spalancati.
Una lettura avveniristica, particolare, difficile, ma per gli amanti del duo Viking, imprescindibile.