Dampyr n. 133 – I vampiri di Londra – recensione
Pubblicato il 11 Aprile 2011 alle 14:46
Dampyr n. 133
I vampiri di Londra
Autori: Mauro Boselli (testo) e Stefano Andreucci (disegni).
Casa editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Prezzo: 2,70 Euro.
Recensione
Può un’avventura iniziare al giorno d’oggi illustrando gli ultimi istanti di vita di una spia russa e terminare centoventi anni prima, in Transilvania, sotto una pioggia torrenziale, con l’attacco di un branco di enormi lupi ad un esperto viaggiatore, professore di lingue orientali nonché fasullo derviscio? La risposta è ovviamente sì, se siamo nel misterioso mondo di Dampyr.
Ne I vampiri di Londra, l’albo di Aprile 2011, il numero 133 della serie, Harlan e i suoi compagni sono a Londra, dove nel cimitero di Highgate hanno assistito al funerale di Vera Bendix, ex agente segreto del Soe, Special Operative Executive. Tra i presenti alla cerimonia, anche Emma, sveglia bambina di undici anni studentessa della Drummond School nel Dorset. Quando Dean Barrymore, famoso cacciatore di vampiri, invita tutti i convenuti a trascorrere la sera nella sua casa, iniziano i guai: attacchi da parte di malefici pipistrelli, ma soprattutto il ritorno di Jack Tarrant, che dopo aver rischiato grosso a causa dei non-morti in cui si è imbattuto nel quartiere di Shad Thames, si rifugia da Barrymore e racconta ciò che gli è accaduto. Harlan capisce che dietro l’episodio c’è la mano di un Maestro della Notte e in compagnia di Kurjak si reca nello stesso posto. Qui scopre l’abitazione che fino a poco prima è stata di lord Marsden, il quale gli fa avere diverse visioni, compresa quella del celebre attore Henry Irving e del suo fedele amico Bram Stoker, il papà di Dracula.
Tornati indietro, i due grazie al loro ospite Dean accedono ai verbali del Globetrotters club e ricostruiscono la seduta di quel circolo immediatamente successiva alla visione di Harlan, in cui il professor Arminius Vambéry inizia a raccontare un’insolita storia per dare a Irving un personaggio da interpretare sul palcoscenico. La narrazione prende il via da quando era in Kirghistan sotto le mentite spoglie di derviscio e spingeva per l’unione di due giovani nomadi, ma la promessa sposa venne rapita da un cavaliere nero e sparì insieme al suo futuro marito, che partì all’inseguimento dei due. Il professore lo ritrovò tempo dopo in Transilvania, nei pressi di un inquietante castello nero abitato da un misterioso conte…
Si interrompe così l’avventura di quest’albo, che continuerà anche per i prossimi mesi. Di questo volume, oltre alla trama intricata ma non astrusa, fatta di continui flashback e riferimenti al passato, che danno profondità alla narrazione e all’intero universo di Dampyr, fatta di incastri e cerchi concentrici, stupisce la capacità degli autori di mantenere costante il valore dei disegni nonostante i continui cambi di scena e tempo, di mantenere costante l’atmosfera di tensione, che permea latitudini tanto diverse le une dalle altre, di gestire un grosso numero di personaggi, che invece di appesantire la narrazione, la rende più interessante e dettagliata. Ed è forse proprio la ricchezza di dettagli, l’immensità del mondo in cui non-morti, Maestri della Notte, eroi del bene si muovono ad affascinare il lettore. In questa come in altre storie.
Voto: 8