Dead, She Said – Steve Niles – recensione
Pubblicato il 8 Aprile 2011 alle 14:40
Dead, She Said
Autori: Steve Niles (testi), Bernie Wrightson (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 11,95, 16,8 x 25,7, pp. 104, col. e b/n
Recensione
L’horror continua ad essere popolare al cinema, nei serial televisivi, in letteratura e, last but not least, nei comics. D’altronde, il fumetto si è sempre occupato di questa forma narrativa e bisogna anche ricordare che celeberrimi romanzieri come Clive Barker o, in tempi più recenti, Stephen King non hanno disdegnato di produrre opere nell’ambito dei comic-book.
Dal punto di vista tematico, inoltre, si può affermare che concetti come quelli dei vampiri o degli zombi godono di crescente successo: ho perso il conto di quanti comics imperniati sui succhiasangue ho avuto modo di leggere; e, per ciò che concerne i morti viventi, basti pensare al trend inaugurato da The Walking Dead di Kirkman per comprendere la rilevanza, non solo commerciale, ma comunicativa e mediatica, di simili tendenze.
Dead, She Said, miniserie di tre numeri, scritta da una delle rivelazioni horror degli ultimi anni, Steve Niles, e disegnata dal veterano Bernie Wrightson, primo, storico disegnatore di Swamp Thing, tra le altre cose, è l’ennesima conferma di ciò che ho scritto. Pubblicata in America dalla IDW e tradotta in tp da Planeta De Agostini, è certamente horror nei toni e nelle atmosfere ma presenta caratteristiche che la differenziano dalla marea di proposte terrificanti presenti nelle fumetterie.
Se dovessimo, infatti, classificarla, definirei Dead, She Said un riuscito mix di hard-boiled e horror. Il protagonista della storia è Coogan, detective privato cinico e disincantato che non sfigurerebbe in un libro di Raymond Chandler o di Dashiell Hammett. L’inizio della trama, apparentemente, è tipico di un noir degno di questo nome. Tuttavia, la situazione si modifica quasi immediatamente.
Coogan si sveglia dopo aver subito quella che si intuisce essere stata una pessima esperienza con un criminale. Forse è svenuto in seguito a una lotta. Eppure le cose sono più preoccupanti. Il nostro private eye si accorge di essere stato ferito. E che la ferita è letale. A conti fatti, Coogan è morto.
Tuttavia, per una serie di enigmatiche circostanze, è diventato una specie di zombie, peraltro in stato di progressiva decomposizione, e, suo malgrado, decide di farla pagare alla persona responsabile della sua condizione. Forse l’aiuto di una bella patologa potrebbe servirgli ma la faccenda non è semplice e Coogan finirà invischiato in una vicenda allucinante che, man mano che la story-line procede, si fa sempre più terrificante, con scienziati pazzi, non morti e mostruose e disgustose larve.
I testi di Niles sono ben impostati e di matrice hard-boiled e l’autore riesce a equilibrare sapientemente le atmosfere noir e poliziesche con quelle più dichiaratamente ‘gore’, rivelando notevole talento sia nei monologhi sia nei dialoghi, ricchi di stilemi espressivi di impronta cinematografica. E, soprattutto, senza appesantire la storia con toni troppo seriosi. Anzi, si può affermare che la sceneggiatura è caratterizzata da profonda ironia.
Pure l’aspetto grafico di Dead, She Said è valido e non potrebbe essere altrimenti, dal momento che il penciler in questione, Bernie Wrightson, è perfetto per illustrare e rappresentare sia le ambientazioni oscure dei bassifondi, dei locali fumosi, delle stazioni di polizia e degli obitori, sia le mostruosità partorite dalla mente di Niles. Inoltre, il tp è corredato da illustrazioni del disegnatore, prese da fanzine e da riviste (alcune anticipano il suo celebrato Frankenstein), dalle splendide cover della mini e da una breve storia in bianco e nero sullo stile dei vecchi comics rabbrividenti dei bei tempi andati. Osservando questo materiale capirete per quale motivo Wrightson è all’unanimità denominato ‘Maestro del Macabro’. A conti fatti, Dead, She Said è un prodotto interessante e da non trascurare.
Voto: 7 ½