Max Winson e il vero significato della vittoria – RECENSIONE

Pubblicato il 26 Febbraio 2016 alle 11:50

Un giovane tennista che ha battuto tutti i record e che ogni giorno lotta per raggiungere la perfezione. È la storia di Max Winson, opera del fumettista Jérémie Moreau, graphic novel che racconta il peso di una vittoria e la leggerezza di una sconfitta.

Nello sconfinato universo giapponese, lo spokon – letteralmente tradotto come “tenacia sportiva” – è riferito ad un determinato genere di manga e anime, in cui le storie sono ambientate nel mondo dello sport e vedono come protagonisti proprio degli atleti.

Si avvicina parecchio ad uno spokon giapponese (almeno per quanto riguarda il tema trattato), la graphic novel Max Winson del fumettista francese Jérémie Moreau, un’opera in cui lo sport (in questo caso il tennis) diventa uno dei pilastri che regge tutta la struttura narrativa.

A questo fa da cornice la storia del protagonista Max Winson, un giovane tennista che, nel giro di pochi anni e sotto la guida severa di un padre-padrone, è riuscito a vincere tutto più volte e senza nemmeno troppi sforzi.

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Le cose cambiano con la morte del padre, Max decide di abbandonare la sua carriera sportiva e si “rintana” in una vecchia casa di campagna dove vive un ex tennista Pancho insieme ad un ragazzino amante di questo sport: Pedro.

Quasi per caso i due iniziano a giocare (era forse la prima volta che Max vedeva il tennis come un gioco), si instaurerà una sinergia tra il giovane Pedro e Max che condurrà entrambi a scoprire il vero significato del “giocare a tennis”.

Nel fumetto di Moreau, il tema della vittoria e della sconfitta possono essere messi in parallelo con quelli della morte e della rinascita; le vittorie di Max Winson (storia ispirata a quella del tennista Andre Agassi) non sono semplici successi sportivi, egli non si limita soltanto a sconfiggere gli avversari, le sue sono imprese che vanno al di là della semplice vittoria; uno dopo l’altro i suoi sfidanti cadono ai suoi piedi come uccisi in un campo di battaglia che ha le fattezze di un campo da tennis.

L’incontro con Pancho prima e la partita con Pedro poi, saranno invece le due chiavi che apriranno la strada verso la rinascita di Max; una rinascita che parte dalla consapevolezza del giocare a tennis con qualcuno e non contro qualcuno.

In maniera quasi sottile e delicata, Jérémie Moreau ci consegna un’opera in cui la sobrietà del protagonista va a braccetto con uno stile di disegno semplice e lieve, il tutto accompagnato da linee delicate che infondono un senso quasi di leggerezza.

Anche la storia in sé – seppur in alcuni tratti diventa un po’ troppo pesante – scorre veloce e trasforma pian piano il campione inarrivabile, in un semplice giocatore che cerca di scovare un’amara vittoria in una dolce sconfitta.

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