House of Mystery vol. 6 – Sicuro al Cento per Cento – recensione

Pubblicato il 5 Aprile 2011 alle 10:56

House of Mystery 6 – Sicuro al Cento per Cento

Autori: Bill Willingham, Dave Justus, Paul Levitz, Alisa Kwitney, Matthew Sturges (testi), Luca Rossi, Cristiano Cucina, Brendan McCarthy, Phil Noto, Werther Dell’edera, Esao Andrews, Carine Brancowitz (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 12,95, 16,8 x 25,7, pp. 168, col.
Recensione


Il successo ottenuto da Neil Gaiman con Sandman ha facilitato la nascita di serie e miniserie dalle atmosfere oniriche, di chiara impronta fantasy, che gli estimatori di Morfeo hanno imparato ad apprezzare. E, tra esse, si deve annoverare House of Mystery, ideata dal Bill Willingham di Fables e dal collega Matthew Sturges che, a dire il vero, si occupa ormai quasi prevalentemente dei testi.

Tuttavia, questa è solo la più recente versione di House of Mystery. Originariamente si trattava di un comic-book horror in cui un macabro anfitrione, il burbero Caino, narrava di volta in volta una storia auto-conclusiva senza personaggio fisso. Faceva il paio con la gemella House of Secrets, che vedeva, invece, come narratore il bonario Abele. In seguito, il sommo Alan Moore inserì i due nella sua storica run di Swamp Thing, nella dimensione dei sogni, inglobandoli, quindi, nel più vasto DC Universe (potete vedere tale apparizione nel primo volume di Swamp Thing di Alan Moore di recente uscita).

Successivamente, Neil Gaiman usò Caino e Abele nelle complesse e avvincenti avventure del Signore dei Sogni e lo stesso avvenne per l’enigmatica Eva, altro character proveniente dai serial antologici di casa DC. La nuova House of Mystery, tuttavia, è differente. Innanzitutto, la Casa del Mistero di Caino è finita in una dimensione chiamata Spazio Interstiziale, una specie di crocevia tra i mondi. E la casa si è trasformata in un bar, frequentato da numerosi e strampalati avventori.

Il perno narrativo del serial è costituito dalla bella Fig Keele che, per una serie di circostanze, è giunta nel bar, vittima delle macchinazioni di un’ambigua coppia chiamata la Concezione. Recentemente, comunque, Caino e Abele sono rientrati in gioco e interagiscono con Fig e compagnia. Ogni episodio del serial è caratterizzato da una doppia linea narrativa: nella prima, si seguono le vicende di Fig; la seconda, invece, è rappresentata da una storia auto-conclusiva che, di volta in volta, viene narrata da uno degli avventori, spesso scritta e disegnata da autori differenti da Sturges. Di conseguenza, l’attuale House of Mystery rispetta lo stile della versione originale pur essendo diversa.

Negli ultimi tempi, comunque, Fig non se la passa bene: il suo amato Harry, ex barista della Casa del Mistero, se n’è andato, implicato in vicende che includono anche il padre e il fratello di Fig. Per giunta, attualmente la casa si trova in un mondo popolato da troll particolarmente fastidiosi. E il giovane Jordan, innamorato di Fig, non facilita le cose.

All’inizio della recensione, non ho citato Neil Gaiman e Sandman a caso, e non solo per le analoghe atmosfere dei due serial ma anche perché in questo tp, che include i nn. 25-30 del mensile originale, appare Lucien, il bibliotecario del mondo dei sogni; arriva pure Eva e, peraltro, Sturges approfondisce un argomento che Gaiman aveva trascurato, cioè quello dei legami famigliari intercorrenti tra lei, Caino e Abele; e si citano a più riprese gli Endless.

I testi di Sturges sono ben impostati, come al solito, e l’autore si concede molte sperimentazioni: ci sono elementi meta-narrativi e un vero e proprio racconto in prosa, abbellito dalle illustrazioni di Carine Brankowitz, e si spazia dal fantasy all’horror al thriller, con una straordinaria miscellanea di generi. E ad essa corrisponde una interessante eterogeneità grafica: Luca Rossi, penciler regolare della serie, fa un ottimo lavoro; ma in un paio di episodi viene sostituito dal meno efficace Werther Dell’edera.

La story-line è fantasiosa al punto giusto, con trolls gay, regine di regni fiabeschi, conigli di pezza viventi, killer malvagi, e così via. E tra gli illustratori dei racconti ‘interni’ segnalo l’eccezionale Brendan McCarthy, quello di Skin e Rogan Gosh, che realizza un meraviglioso trip psichedelico utilizzando lo stile delle sue scioccanti cover di Shade The Changing Man; Phil Noto, che rivela un suggestivo tratto pittorico, e l’altrettanto valido Esao Andrews. Da tenere d’occhio pure Cristiano Cucina e la già citata Brankowitz. Nel complesso, House of Mystery si riconferma una proposta valida che potrà piacere ai fans di Sandman. Riguardo l’aspetto editoriale, rilevo la presenza di qualche refuso, ma non in maniera eccessiva.


Voto: 8

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