Zootropolis – La recensione e la conferenza stampa
Pubblicato il 19 Febbraio 2016 alle 00:01
Sfidando preconcetti e stereotipi, la coniglietta Judy Hopps diventa un agente di polizia ed entra nel dipartimento di Zootropolis dominato da animali giganteschi. Incaricata di controllare i parchimetri, Judy è decisa a dimostrare il proprio valore ed inizia ad indagare sulla misteriosa scomparsa di alcuni animali coadiuvata dalla volpe truffaldina Nick Wilde.
Gli animali antropomorfi di casa Disney entrano nel ventunesimo secolo e si riuniscono a Zootropolis, città multispecie dove prede e predatori convivono civilmente, almeno finché qualcuno non arriva a turbare l’equilibrio. Diretto da Byron Howard (Rapunzel – L’intreccio della torre), Rich Moore (Ralph Spaccatutto) e Jared Bush, il film è un buddy movie action che si rifà ad Arma Letale e 48 ore reggendosi sulla consueta dicotomia tra i due protagonisti, Judy Hopps e Nick Wilde, la poliziotta e il truffatore, la coniglietta e la volpe, nemici per natura costretti a cooperare.
Entrambi i personaggi sono stati vittime dei bulli durante l’infanzia il che li rende due emarginati, un rapporto che funge da motore emotivo della storia. Non sfugge, tra l’altro, il fatto che Judy, oltre ad essere una coniglietta in un dipartimento popolato di animali enormi, sia anche l’unica femmina. Cosa succederebbe se gli animali umanizzati dei cartoni animati tornassero allo stato brado? Si basa su questa suggestione la componente investigativa della storia che si dipana attraverso una sceneggiatura solida costellata da una sfilza di personaggi accattivanti.
Il lavoro di design è pazzesco. Le sei zone principali che compongono Zootropolis (Zootopia nella versione originale) sono state progettate fin nei minimi dettagli con strutture architettoniche estremamente fantasiose, una tangibilità e un realismo forse mai visti prima in un film d’animazione. La mimica corporea e facciale dei personaggi è minuziosa e porta ad un nuovo livello il concetto di antropomorfizzazione.
Tra i personaggi più accattivanti del film spicca Flash il bradipo, lentissimo burocrate doppiato da Nicola Savino, Yax lo Yak hippie con l’accento toscano di Paolo Ruffini, il toporagno Mr. Big e sua figlia Fru Fru, gustosa parodia del Padrino, resi dalla parlata sicula di Leo Gullotta e Teresa Mannino. Tra gli altri talent voice italiani figurano Massimo Lopez, Diego Abatantuono e Frank Matano in ruoli di supporto. La pop-star Shakira interpreta invece Gazelle, totalmente inutile, puro pretesto per inserire una canzone al termine del film.
La storia procede in equilibrio tra scene action spettacolari e coreografate con grande inventiva, gag comiche esilaranti e momenti di buona introspezione. Un prodotto adatto a tutta la famiglia con una riflessione mai così attuale sull’integrazione e la convivenza civile.
Nella prossima pagina la conferenza stampa.
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Abbiamo assistito a Roma all’anteprima e alla conferenza stampa di Zootropolis, il nuovo film d’animazione della Disney, dal 18 febbraio nelle sale italiane. Sono intervenuti all’incontro i registi Byron Howard e Rich Moore, il produttore Clark Spencer e i talent voice italiani Diego Abatantuono, Massimo Lopez, Teresa Mannino, Paolo Ruffini e Frank Matano.
Zootropolis segna un passo avanti nella tradizione degli animali antropomorfi di casa Disney. Rich Moore: “Volevamo realizzare una storia che fosse tanto moderna quanto senza tempo, che contenesse il gusto e il design della tradizione Disney e portarli in una dimensione contemporanea.”
Byron Howard: “Il mondo di Zootropolis presenta delle analogie con quello degli esseri umani ed è la parte divertente. Abbiamo preso peculiarità umane e gli abbiamo dato caratteristiche animali. Ad esempio, la motorizzazione, da noi, è molto lenta quindi abbiamo avuto l’idea di usare i bradipi come impiegati e la scena si è scritta da sola.”
Il film è un buddy movie che mescola action a dinamiche investigative. Moore: “Io e Byron amiamo molto i film polizieschi. Abbiamo riesaminato molti dei film noir classici come Chinatown ed L.A. Confidential e i buddy movie anni ’80 come Arma Letale, 48 ore e Beverly Hills Cop. Siamo andati a cercare le convenzioni del genere e possiamo dire che questo è il primo poliziesco della Disney se non consideriamo Basil l’investigatopo.”
Il produttore Clark Spencer: “John Lasseter e Ed Catmull sono entrati a far parte della Disney circa dieci anni fa e il loro arrivo ha cambiato il modo in cui si creavano i film. Fino a quel momento i film venivano realizzati dagli executive ma loro hanno rimesso le storie nelle mani dei registi. Tutti partecipano al processo creativo e si lavora per ottenere il miglior film possibile. Questi sono gli unici studios ad Hollywood nei quali si è raggiunto questo livello di coinvolgimento.”
Byron Howard parla della realizzazione della metropoli multispecie: “Non volevamo che sembrasse una città americana. I nostri studios sono composti da più di 800 persone che vengono da tutto il mondo. Volevamo che contenesse elementi da tutto il mondo. Abbiamo guardato a Shanghai, Hong Kong, Tokyo, Barcellona, Roma, Parigi e anche alcune città americane. Alcuni quartieri possono assomigliare al Bronx o a Brooklyn ma il nostro obiettivo era quello di conferire ad ogni zona qualcosa di identificabile per tutti gli spettatori.”
Rich Moore: “Volevamo che la città fosse realistica con i suoi lati positivi e negativi. Entriamo in contatto con la città attraverso gli occhi di Judy, una ragazza ottimista che crede che tutti possano essere chi vogliono in questa città. E’ una storia di maturazione, Judy non cambia completamente ma diventa una versione migliore di se stessa. Imparerà che per cambiare il mondo deve cambiare se stessa.”
Massimo Lopez, già doppiatore di Homer Simpson, ha prestato la voce a Lionheart, il sindaco di Zootropolis: “Ho fatto domanda di trasferimento perché mi piacerebbe vivere lì. Si respira una bella armonia, un bell’equilibrio fra tutte le razze, una convivenza senza discriminazione e senza pregiudizi. Mi piace adattare la mia voce al carattere e alle dimensioni di questo leone, un personaggio positivo, un po’ vanesio e pieno di sè. E’ stato un gran divertimento.”
Frank Matano è la donnola Duke: “Quando mi hanno chiesto di doppiare un film Disney non potevo crederci. Ho reso la mia cadenza un po’ più acuta. E’ stato divertente ed ho imparato molte cose nuove. In un giorno ho imparato almeno dodici cose nuove come alitare, respirare, urlare, dire delle cose che non direi, essere autentico e rispettare il personaggio.”
Teresa Mannino è il toporagno Fru Fru, figlia del gangster Mr. Big: “Ho dato la voce a un toporagno, al peggio non c’è mai fine. E mi somiglia pure perché ha un naso importante e tantissimi capelli. Io ci ho messo un po’ di siciliano e la leggerezza.”
Paolo Ruffini è Yax lo Yak: “E’ un po’ sopra le righe, un figlio dei fiori. Quando vedevo Sylvester Stallone immaginavo di doppiarlo con questa voce. Mi sono identificato con Yax andando in giro nudo come lui. E’ un animale naturalista, un animale che va in giro nudo fa scandalo.”
Diego Abatantuono è Finnick, volpe del deserto e complice di Nick Wilde: “Non faccio molto doppiaggio. Un volpino topato è un personaggio particolare, devi essere originale e mantenere un’identità nella voce che rendesse riconoscibile il doppiatore. I film Disney li abbiamo visti tutti, li rivediamo con i nostri figli e i nostri nipoti. Per fortuna sono film belli altrimenti molti si sarebbero già buttati dalla finestra.”
I talent voice hanno parlato dei personaggi Disney che avrebbero voluto doppiare. Ruffini: “Wall-E perché è muto. Avrei lavorato pochissimo e sarei stato il protagonista. Ma il film che mi è piaciuto di più è stato Le follie dell’Imperatore.”
Matano: “Rafiki ne Il Re Leone.”
Lopez: “Tutti i personaggi de Il Libro della Giungla. E mi sarebbe piaciuto essere nel film ed essere doppiato.”
Abatantuono: “Ne Il Libro della Giungla ci sono molti personaggi che mi somigliano. Vengo associato spesso a un orso. Qui mi avevano proposto un elefante. Volevo qualcosa di più piccolo e siamo arrivati proprio al minimo.”
Mannino: “Cenerentola l’avrei rovinata con l’accento siciliano. Biancaneve pure. Forse i topini di Cenerentola.”
Ruffini interviene sui contenuti del film: “E’ inutile andare a cercare per forza argomenti attuali. Ovviamente è un film politico. Abbiamo una città dove ognuno è quello che vuole essere. Guardate la cronaca degli ultimi giorni. Appena c’è qualcosa di evolutivo rispetto alla comunione di due persone c’è subito una manifestazione contro.”
Sul lavoro di doppiaggio in Italia, interviene Abatantuono: “I doppiatori professionisti sono i più bravi. I talent voice portano qualcosa di originale ma non credo che una cosa possa sostituire l’altra.”
Ruffini: “In Toy Story il personaggio di Woody ha la voce di Fabrizio Frizzi che sembrava improbabile. Eppure ora non mi viene in mente nessun altro che potesse interpretarlo. I doppiatori professionisti sono le voci portanti del film. In questo film noi non siamo i protagonisti.”