Unity Vol.1: torna in Italia la Valiant Comics per Star Comics – Recensione
Pubblicato il 11 Febbraio 2016 alle 14:31
Arriva in Italia per Star Comics il primo volume della serie targata Valiant Comics che punta a presentare un approccio completamente diverso al mondo dei supereroi.
Uccidere un Re, la saga in quattro parti raccolta nel volume, è il ritorno in grande stile di Toyo Harada e del suo team di superumani, la Unity, qui alle prese con il brutale X-O Manowar.
Aric, il migliore fra i Visigoti e il più valoroso, cresce all’ombra dell’Impero Romano. Rapito da una razza aliena, tornerà sulla Terra 1600 anni dopo e scoprirà un mondo (quello moderno) completamente diverso da quello che aveva lasciato. Deciderà di riconquistare la sua terra natia, la Dacia (l’attuale Romania) scatenando allarmismi internazionali e una nuova invasione aliena.
Lo sceneggiatore Matt Kindt (MIND MGMT, Spider-Man, Justice League of America) e il disegnatore Doug Braithwaite (Doom Patrol, Batman, The Punisher, Incredible Hulk) danno vita ad un’opera ben al di sopra delle opere mainstream moderne.
L’intreccio si sviluppa velocemente, e un ottimo senso del ritmo pervade ogni pagina. Lo sceneggiatore si limita a narrare la sua storia senza prendere una posizione sui personaggi principali, né in alcun modo lascia trasparire un suo giudizio personale sulle loro azioni: il confine fra bene e male è quanto mai sfumato.
Il linguaggio è semplice ma non banale, e la storia, complessa e non complicata, è fruibile tanto dai neofiti quanto dai fan di vecchia data.
Oltre all’azione e i combattimenti ci sono anche dramma, tanto spionaggio e intelligenti colpi di scena riusciti in pieno, soprattutto nel finale.
L’artista britannico invece, aiutato dai colori di Brian Reber, oltre a far brillare di luce propria le sue matite durante le scene di lotta, riesce nel difficile compito di conferire dignità e riconoscibilità ai protagonisti, tutti poco noti rispetto ai colleghi in abiti sgargianti di Marvel e DC.
L’aspetto peculiare dei personaggi di Unity è che affrontano il modo di essere supereroi da un lato quasi inedito: sono dei combattenti, dei guerrieri che sembrano usciti da un romanzo storico più che da un fumetto, o da un poema epico cavalleresco.
Ecco, non sarebbe sbagliato definire Aric o Gilad dei moderni eroi epici, ben distanti dai già celebri e classici archetipi del fumetto americano. Ci sono spade, armature leggendarie, alieni e missili nucleari: un godibile mix fra fantascienza e mitologia, supereroi e alieni, società contemporanea e popoli usciti dai libri di storia.
E’ questa la cosa più affascinante di Uccidere un Re e della Valiant: un approccio al tema del supereroe diverso da tutti quelli in circolazione e che non troverete da nessun’altra parte.