Isao Takahata su animazione, lo scopo dello Studio Ghibli e quel genio di Miyazaki
Pubblicato il 5 Febbraio 2016 alle 16:27
In un’intervista a Variety il riservato regista di Pom Poko e La Storia della Principessa Splendente ricorda i suoi esordi e riflette sul suo futuro e su quello dell’animazione.
Pochi giorni prima di ricevere un Annie Award (premi riservati all’animazione cinematografica e televisiva) alla carriera, Isao Takahata ha concesso a Terry Flores di Variety una lunga intervista che potete leggere QUI e di cui vi tradurremo i passaggi più interessanti.
Cofondatore nel 1986 dello studio Ghibli con Hayao Miyazaki, di cui ancora prima era stato “maestro” (è di 6 anni più grande) e regista quando Miyazaki era un giovane designer e animatore, Takahata esordì alla regia per il cinema con Il Segreto della Spada del Sole nel 1968 per poi tornare alle serie animate con i celebri adattamenti del World Masterpiece Theater alla Toei (Heidi, Anna dai capelli rossi), sempre in collaborazione con Miyazaki.
Dal 1986 ha diretto 5 dei 20 lungometraggi prodotti dallo Studio Ghibli, venendo candidato all’Oscar per il miglior film d’animazione nel 2015 per La Storia della Principessa Splendente.
All’inizio dell’intervista Takahata ricorda i suoi esordi con Il Segreto della Spada del Sole, che lui aveva pensato come un complesso film per adolescenti e adulti (un’idea nuova begli anni ’60) ma che la Toei trattò e pubblicizzò come anime per bambini, causandone il flop nelle sale. La colpa venne però scaricata su Takahata, che finì retrocesso ad aiuto-regista (ma negli anni Taiyō no ōji – Horusu no daiboken è diventato un’opera di culto per gli appassionati di animazione).
Isso Takahata non è però un uomo e artista ancorato al passato, come dimostra la sua risposta alla domanda “Quale cambiamenti nell’animazione l’hanno resa felice? E quali l’hanno disturbata?”:
Quello che mi ha sia reso felice che disturbato è il progresso dei computer. Con l’avanzamento dell’animazione al computer è diventato possibile fare cose che prima non si poteva fare. E in futuro ce ne saranno ancora di più. Senza computer, non avremmo potuto realizzare il tipo di espressioni facciali utilizzate in La Storia della Principessa Splendente. È un salto in avanti straordinario e qualcosa di cui sono veramente contento.
Eppure, per colpa del progresso dei computer, ora c’è la tendenza ad affidarsi sempre a loro. Questo ha impoverito molte forme d’espressione. E mi disturba molto.
Nonostante i pericoli legati ala dipendenza dai computer Takahata crede che l’animazione abbia un “Potenziale infinito”.
Parlando del successo dello Studio Ghibli e del suo rapporto con Hayao Miyazaki Takahata dimostra rispetto e ammirazione verso il suo collega:
Lo Studio Ghibli è stato creato affidandosi al genio di Hayao Miyazaki e per dargli modo di creare liberamente i suoi film. Ha avuto successo soprattutto perché Hayao Miyazaki è veramente un genio. La sua creatività si realizzò in una forma straordinariamente concreta e la sua capacità d’espressione va oltre l’astrazione. L’immaginario dei suoi lavori attira il grande pubblico e può essere apprezzato da tutti.
Con grande modestia poi passa al suo ruolo nello Studio:
Sfortunatamente, io non sono un genio come Miyazaki, ma lo Studio Ghibli ha comunque tenuto in grande considerazione i miei lavori come regista e li ha trattati allo stesso modo di quelli di Miyazaki.
Poi, più approfonditamente sul suo rapporto con Miyazaki e su quello tra i loro film:
Siamo diventati “commilitoni” connessi dal nostro lavoro impegnativo quando eravamo giovani e collaboravamo alla creazione di nuove forme di animazione.
Abbiamo condiviso la convinzione che bisognasse creare un mondo reale e di rappresentazioni realistiche in tutti i nostri lavori. È un obbiettivo naturale nei film con pochi elementi fantastici, ma diventa assolutamente necessario perché le persone credano anche in storie fantastiche. Il grande balzo verso quello che non può succedere nella realtà ha successo solo quando viene effettuato dal solido trampolino della realtà.
Gli elementi fantastici sono gradualmente scomparsi dalle mie opere, mentre i lavori di Miyazaki divennero sempre più infusi di elementi soprannaturali. Nonostante ciò, abbiamo continuato a condividere l’idea di utilizzare rappresentazioni realistiche nella costruzione dell’immaginario di un mondo, dei suoi fenomeni naturali e nei personaggi che ci di muovono.
Dato che i film di Miyazaki erano così affascinati, ho pensato che avrei dovuto realizzare i miei con delle attrattive e registri diversi dai suoi. Da questo punto di vista, credo si possa dire che mi ha influenzato enormemente.
I due registi condividono anche fondamentali convinzioni politiche:
Condividiamo anche l’amore per natura e e la fede politica contro le armi e l’energia nucleare e ci opponiamo al cambiamento dell’articolo 9 della costituzione giapponese [quello che impedisce al Giappone di avere un esercito e entrare in guerra].
Per concludere, Takahata rivela di non avere intenzione di andare in pensione come Miyazaki e di essere impegnato in diversi progetti, anche se “ancora nessuno, nemmeno io” sa se qualcuno di questi si concretizzerà in un film.