Il Setsubun

Pubblicato il 1 Febbraio 2016 alle 12:00

Il 3 febbraio in tutto il Giappone viene festeggiato il setsubun (節分) ovvero l’ultimo giorno dell’inverno e il giorno che precede l’inizio della primavera secondo l’antico calendario lunare in vigore in Giappone prima dell’adozione del calendario gregoriano.

Anticamente, ricalcando per certi aspetti il calendario cinese, l’anno solare veniva diviso in 24 periodi chiamati “termini solari” ciascuno caratterizzato da particolari eventi astronomici o da significativi fenomeni naturali.

Il primo di questi periodi era il Risshun (立春), letteralmente “l’inizio della primavera”, che coincide con il 4 febbraio del calendario gregoriano; il 24° periodo, che coincide con il 20 gennaio è il Daikan (大寒), “grande freddo”.

Questa è la lista di tutti i termini solari:

1. Risshun (立春), inizio della primavera (4 febbraio)
2. Usui (雨水), acqua di pioggia (19 febbraio)
3. Keichitsu (啓蟄), risveglio degli insetti (5 marzo)
4. Shunbun (春分), equinozio di primavera (21 marzo)
5. Seimei (清明), puro splendore (5 aprile)
6. Kokuu (穀雨), pioggia per i chicchi (20 aprile)
7. Rikka (立夏), inizio dell’estate (6 maggio)
8. Shōman (小満), abbondanza di chicchi (21 maggio)
9. Bōshu (芒種), appare la barba dei cereali (6 giugno)
10. Geshi (夏至), solstizio d’estate (21 giugno)
11. Shōsho (小暑), caldo moderato (7 luglio)
12. Taisho (大暑), grande caldo (23 luglio)
13. Risshū (立秋), inizio dell’autunno (7 agosto)
14. Shosho (処暑), fine del caldo (23 agosto)
15. Hakuro (白露), bianca rugiada (8 settembre)
16. Shūbun (秋分), equinozio d’autunno (21 settembre)
17. Kanro (寒露), fredda rugiada (8 ottobre)
18. Sōkō (霜降), arriva la brina (23 ottobre)
19. Rittō (立冬), inizio dell’inverno (7 novembre)
20. Shōsetsu (小雪), leggere nevicate (22 novembre)
21. Taisetsu (大雪), grandi nevicate (7 dicembre)
22. Tōji (冬至), solstizio d’inverno (22 dicembre)
23. Shōkan (小寒), freddo moderato (6 gennaio)
24. Daikan (大寒), grande freddo (20 gennaio)

La vigilia di ogni inizio di termine solare era considerato un giorno setsubun, ovvero un giorno di divisione (bun) della stagione (setsu). Tra tutti i setsubun dell’anno solare, con il tempo ha acquistato particolare importanza quello che separa la fine del Grande Freddo e l’Inizio della Primavera, ovvero il 3 febbraio.

Il setsubun ottenne lo status di evento imperiale e un’importanza rituale e simbolica perché associato all’idea del sole che ritorna con tutto ciò che ne comporta: cambiamento di clima, risveglio del corpo e della mente, la cacciata degli spiriti maligni, la rinascita simbolica, e la preparazione per la stagione della semina.

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La celebrazione di questo giorno con tutte le sue pratiche e rituali, sembra essere nata nel periodo Muromachi (1392-1573), era in cui il Giappone vide un periodo di pace interna che favorì anche il fiorire delle arti tradizionali giapponesi come la cerimonia del tè, l’ikebana, e altre pratiche.

Tra tutti i riti celebrati in questo giorno nelle case dei giapponesi il più famoso è senza dubbio il mamemaki (豆撒き), ovvero il lancio dei fagioli di soia per scacciare gli spiriti nocivi e le negatività dalla casa e dal nuovo periodo che sta iniziando.

Di solito il capofamiglia oppure quello che viene chiamato toshi otoko (年男, letteralmente “uomo dell’anno”, ovvero l’uomo della famiglia che ha lo stesso segno zodiacale dell’anno in corso) lancia dei fagioli di soia tostati all’interno della casa, o presso la soglia della casa, o addosso ad un altro membro della famiglia che indossa una maschera di Oni (creatura mitologica del folklore giapponese simile ad un demone o orco).

Il lancio dei fagioli è accompagnato dalla recitazione del ritornello “Oni wa Soto; Fuku wa Uchi” (鬼は外!福は内, Vai via Oni! Entra fortuna!).

Dopo il lancio rituale ogni membro della famiglia mangia un fagiolo oppure tanti fagioli quanti sono i suoi anni (rito questo che si consiglia soprattutto quando si hanno età poco felici come 25 o 42 anni per gli uomini, e 19 e 33 per le donne!).

Sembra che l’origine di questo rito si possa rintracciare in un kyōgen (forma teatrale tradizionale giapponese) eseguito al tempio Mibu di Kyoto (il kyōgen in questione è stato designato come importante tesoro popolare del Giappone): un giorno un orco si travestì e giunse nella casa di una vecchia vedova. Egli possedeva un martello magico e con esso confezionò un bellissimo kimono.

Era un kimono talmente bello che la vecchia vedova cadde in tentazione. Pensò di rubarlo dalla sacca dell’orco facendolo prima ubriacare. Non soddisfatta del solo kimono la vecchia pensò che doveva prendere anche il martello. Sorpreso dall’avidità della vecchia, l’orco rivelò la sua vera identità.

Spaventata la vecchia iniziò ad urlare e colpì l’orco con la prima cosa che riuscì ad afferrare: un pugnetto di fagioli di soia. Dovettero far molto male all’orco, perché questi fuggì lasciando la vecchia senza ciò che desiderava, ma con più saggezza e salute.

Anche nei templi e santuari viene celebrato il lancio dei fagioli, ma in molti grandi templi vengono organizzati altri eventi come rappresentazioni, incontri di sumo, etc, che attraggono molti visitatori ed anche le reti televisive, visto che di solito per questi eventi vengono invitati anche vip!

Il lancio dei fagioli in luoghi affollati a volte può causare incidenti, soprattutto quando si cerca di prendere i fagioli al volo, e per questo il tempio Gumyōji di Yokohama, per la prima volta in 60 anni, quest’anno non celebrerà l’evento. “Troppe persone pensano solo a se stesse e il personale di sicurezza da solo non può garantire l’incolumità della gente”, ha detto l’abate del tempio Kansho Mimatsu. “E’ molto triste non essere in grado di trasmettere ai bambini questo evento tradizionale”.

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Un altro rituale del sestubun da eseguire nelle case consiste nel mangiare un makizushi (sushi avvolto in alga nori) non tagliato volgendo lo sguardo verso la direzione propizia dell’anno, che è quella determinata dal segno zodiacale dell’anno in corso, quest’anno sud-sudest.

Questo makizushi viene infatti chiamato ehōmaki (恵方巻き), letteralmente “il maki della direzione propizia. Il makizushi deve essere mangiato senza parlare, altrimenti porta male!

Nato inizialmente nella regione del Kansai e tipico della città di Osaka, questo rituale si è diffuso poi in tutto il Giappone grazie soprattutto alle aziende alimentari che confezionano i makizushi e che ogni hanno in questo periodo riempiono gli scaffali di supermercati, alimentari, e konbini.

Ad Osaka la tradizione vuole che l’ehōmaki venga realizzato utilizzando sette ingredienti riprendendo il numero dalle Sette Divinità della Fortuna (七福神, Shichifukujin), un gruppo di divinità particolarmente popolari in Giappone e pregate per ottenere benessere, soldi, successo, e fortuna in generale.

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