Oxenfree: le frequenze della paura – Recensione XBox One – PC

Pubblicato il 25 Gennaio 2016 alle 13:46

Come da un ragazzo eccellente negli studi ci si aspetta sempre voti alti, così da ex dipendenti Telltale e Disney ci aspettava molto in occasione del loro primo progetto dopo la fondazione di Night School Studios.
Ne è venuto fuori Oxenfree, un’avventura grafica che si ripromettere di riportare i giocatori nelle atmosfere dei teen movie soprannaturali degli anni che furono, attraendoli con un comparto artistico originale ed accattivante. Vediamo quindi se si tratta di un buon punto di partenza per la software house nata nel 2014.

Una notte, su una spiaggia ed intorno ad un fuoco si riuniscono cinque amici, decisi a ricordare i vecchi tempi con l’aiuto di qualche birra ed una radiolina da tasca. Ecco, gli elementi di un classico film per adolescenti ci sono tutti e non sembrano poi così sorprendenti all’inizio.

In realtà la storia ha molto di più da offrire allo spettatore rispetto a ciò che si può immaginare dopo una semplice e rapida occhiata, e basta solamente una mezz’oretta di gioco per capirlo.

Oxenfree 1

Appena dato inizio a quest’avventura ci ritroveremo su una barca fin da subito immersi in una conversazione con due ragazzi, Ren, amico d’infanzia e Jonas, enigmatico fratellastro conosciuto da poco. Noi invece saremo Alex, una ragazza dai capelli blu costretta a rapportarsi con una nuova famiglia dopo che la madre si è risposata in seguito alla morte del fratello Michael.

Arrivati sull’isola, storico ritrovo della compagnia di allegri ragazzi, incontreremo gli altri protagonisti che ci accompagneranno nel corso di questa avventura, Clarissa e Nona. Tuttavia come impone l’archetipo del genere i 5 amici non sono destinati ad ubriacarsi e raccontarsi simpatiche storie durante la notte e presto su di loro si abbatteranno i misteri che circondano l’isola e i traumi che hanno segnato le loro vite.

Inizia così una strana caccia al tesoro che diventerà sempre più pericolosa col passare del tempo e con l’avvicinarsi del giocatore alle verità nascoste negli splendidi scenari che caratterizzano il gioco.

In realtà questo è veramente tutto ciò che si può dire riguardo la trama del gioco senza incappare nel rischio di rovinare l’esperienza a chi non ha ancora finito il titolo e ritrovarsi quindi un allegro gruppo di videogiocatori armati di torce e forconi sull’uscio di casa.

Ciò che si può assicurare è però una notevole crescita di spessore della storia con l’avanzare del tempo passato nelle oniriche ambientazioni che contraddistinguono Oxenfree.

Non si tratta certamente di un’esperienza che punta sulla longevità visto che in circa 5/6 ore si può completare la storia dedicandosi anche ad un’accurata esplorazione degli scenari, e per questo motivo potrebbe allontanare alcune persone alla ricerca di titoli più impegnativi, ma nondimeno Oxenfree riesce nell’impresa, difficile anche per giochi dalla breve durata, di non annoiare il giocatore.

I dialoghi che ci terranno compagnia durante l’evolversi delle vicende risultano incredibilmente maturi per la tipologia di storia cui sembra voler appartenere il titolo, con molti scambi di battute che ci strapperanno un sorriso o ci faranno riportare alla mente una conversazione avuto con i nostri amici, magari anche noi su una spiaggia ed intorno ad un fuoco.

Lo stile di scrittura dei dialoghi ed il doppiaggio dei personaggi (alcuni dei doppiatori hanno lavorato a titoli come The Wolf Among Us e Borderlands) creano un contesto che cerca ripetutamente di rapportarsi con il giocatore, non puntando solo sull’ironia ma anche su precise linee di dialogo che molti di noi avranno sicuramente sentito nella vita reale, pronunciate da familiari e persone a noi care.

Oxenfree 2

Non risulta invece particolarmente idilliaco il rapporto tra la trama e le scelte di gameplay effettuate dagli sviluppatori, che risultano poco profonde e in alcuni casi vanno a cozzare in modo piuttosto maldestro tra di loro.

Se infatti l’idea di base di porre al centro dell’attenzione la radio, facendola quasi diventare una magica chiave indispensabile per l’esplorazione dell’isola sembra inizialmente affascinante e parzialmente innovativa, il modo in cui viene usata all’interno del gioco, specialmente in occasione dei non numerosi enigmi che ci si presenteranno davanti, inflaziona molto il suo valore e accentua gravemente la ripetitività di determinate azioni.

E’ vero che trattandosi pur sempre di un’avventura grafica non ci si può aspettare un gameplay incredibilmente rifinito, ma molte delle meccaniche scelte dai ragazzi di Night School Studios penalizzano il fluire degli eventi, accentuando molti momenti morti che si affrontano durante l’esplorazione degli scenari e togliendo espressività ed importanza ad avvenimenti che sarebbero potuti essere molto più emozionanti di quanto si sono rivelati essere.

Di tutt’altro livello è invece il comparto artistico, caratterizzato da uno stile affascinante sia per quanto riguarda la realizzazione dei fondali (si tratta di un gioco in 2D) che nel design dei personaggi.

Il tratto che contraddistingue gli scenari, molto pulito e leggero quanto basta per ricordare dipinti ad acquerello, si sposa benissimo con l’atmosfera della narrazione e con la colonna sonora che salvo qualche raro inciampo dona un valore aggiunto a tutta l’esperienza.

Oxenfree 3

Oxenfree è un esempio da citare quando si parla di arte e videogiochi, ma è anche un esempio di promesse mantenute a metà.

Fa parte di quei titoli che riescono facilmente ad attrarre i videogiocatori grazie ad un’identità artistica ben precisa ma che poi non sempre riescono a sedurli completamente e a renderli schiavi della storia che vogliono raccontare. Il titolo di Night School Studios ambisce a molto ma rischia di perdere durante il percorso ciò che più lo caratterizza.

La storia, pur in un genere molto popolato, riesce ad essere anche originale ma non dà il tempo al giocatore e a sé stessa di svilupparsi con calma, affrettando, soprattutto verso il finale, lo svolgersi degli eventi.

La durata va poi a pesare anche sull’eccellente lavoro fatto sulla caratterizzazione dei personaggi tramite i mai banali dialoghi, non permettendo di entrare in contatto e di affezionarsi ai ragazzi che ci accompagneranno per tutto il gioco.

Si tratta in definitiva di un ottimo gioco, specialmente nel suo genere, grazie ad una storia ben raccontata e a dei personaggi carismatici e molto realistici.

Al termine dell’avventura resta però una sensazione di incompiuto, un rimpianto per ciò a cui Oxenfree avrebbe potuto ambire, invece di ritrovarsi fuori dal podio alla fine della gara.

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