La realtà virtuale di Google prende vita
Pubblicato il 28 Gennaio 2016 alle 08:00
C’era una volta il buon vecchio “black and white”, poi si è passati al colore ed al formato 4:3 delle bellissime Brionvega che, avvalendosi di designer di fama mondiale, ha prodotto apparecchi di successo dalla fisionomia unica ed inconfondibile e che diventarono “un must” del settore.
All’interno di questo contesto nasceva anche la realtà delle console; infatti, grazie ad Atari, nel 1975, ebbe inizio una vera e propria rivoluzione domestica dei giochi elettronici: è stato l’inizio della nascita di quell’industria multi-milionaria che al giorno d’oggi e in un futuro ormai prossimo, garantirà all’utente un’immersione ludica totale, grazie allo sviluppo della tecnologia della realtà virtuale.
Pertanto, “Ladies and Gentlemen”, tenetevi forte; con enorme piacere vi posso annunciare che Google ha aperto una nuova divisione che si occuperà di sviluppare progetti legati proprio a questa realtà: la realtà virtuale. E lo fa anche per controbattere colpo su colpo Facebook con Oculus Rift, perché anche la concorrenza non è stata a guardare ma si sta addentrando sempre di più in questo settore.
Per merito di questa nuova divisione, che avrà a capo Clay Bavor (vice-presidente per la gestione dei prodotti di Google che seguiva i servizi delle società Gmail e Drive), Google dovrebbe espandere le proprie ricerche nel campo della realtà virtuale, entrando con forza in un settore che già da quest’anno si prepara a crescere grazie al lancio sul mercato, dopo Gear VR di Samsung, di visori attesi come Oculus Rift, HTC Vive e Playstation VR.
Comunque sia, Google è già stata lungimirante in tal senso, anticipando i tempi attuali. Infatti ha lanciato già nel 2014 Google Cardboard, un supporto fatto di cartone, che trasforma uno smartphone in un dispositivo per visualizzare i contenuti in 3D. Si tratta di una realtà virtuale economica che è accessibile a chiunque sia in possesso di uno smartphone.
Inoltre, sempre Google, nel 2015 ha investito ben 542 milioni di dollari in Magic Leap, una start-up specializzata nella realtà virtuale; il loro intento sarebbe quello di sostituire un giorno gli schermi dei computer e degli smartphone, con delle interfacce di realtà virtuale, per portare le immagini in 3D nel mondo reale.
Tuttavia, il progetto più ambizioso rimane quello di Microsoft e si chiama HoloLens. E’ stato presentato per diventare il primo dispositivo olografico libero, senza la necessità di utilizzare cavi, telefoni o di connettersi per forza ad un pc. Le sue lenti olografiche trasparenti ad alta definizione e suono ambientale permettono di vedere ed ascoltare gli ologrammi nello spazio reale. Queste lenti olografiche sovrappongono gli ologrammi sul mondo reale intorno a chi le indossa, riuscendo ad unire il mondo fisico a quello digitale. Grazie a queste sue funzioni, HoloLens è stato utilizzato, per esempio, da Volvo per il suo showroom virtuale.
Tutti questi progetti e altri che probabilmente sono già in fase di sviluppo, ma di cui non abbiamo avuto ancora notizie, saranno visionati sotto questa nuova divisione di Google. D’altro canto però, la strada per crescere e svilupparsi in questo settore e diventare un’icona forte sarà lunga e tortuosa, poichè come abbiamo visto la concorrenza non manca ed è agguerrita più che mai.
Samsung, infatti, propone il suo casco Gear VR per meno di 100 dollari; entro l’estate, oltretutto, arriveranno Oculus Rift (già prenotabile dal 6 gennaio a circa 600 dollari), HTC Vive (in prevendita dal 29 febbraio) e Playstation VR (che sembra avrà la lineup più forte).
Pertanto, starà a Google rimboccarsi le maniche e cercare di sbaragliare la concorrenza con studi di settore specifici ed approcci repentini ed innovativi, alla ricerca di una tecnologia più avveniristica e fruibile a tutti, sia nei prezzi che nelle funzionalità.
Quindi, il dado è tratto, “the show must go on“; questa “virtual war” tra colossi mondiali è appena iniziata e solo il tempo ci dirà se Google manterrà le promesse e sarà in grado di stupirci regalandoci un sogno: quello di una tecnologia virtuale, fino ad oggi solo immaginata e vista come un’utopia, ma che un domani potrà essere sorprendente e ci permetterà di sdoppiare quell’io virtuale, che abbiamo ammirato solo all’interno di opere di fantascienza come il mitico Blade Runner di Ridley Scott.