Deathco, una storia psichedelica – RECENSIONE

Pubblicato il 21 Gennaio 2016 alle 11:15

Da Star Comics la nuova originale opera di Atsushi Kaneko

Chi lo sa perché la gente muore, si crepa senza motivo.

In un mondo dove la criminalità organizzata la fa da padrone, le gang di Sannomiya e quelle di Umegaoka si fronteggiano per un regolamento di conti, salvo essere sterminate dall’intervento della Gilda dei Reaper: un gruppo di persone che una volta in missione si travestono nei modi più bizzarri.

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Una parata bizzarra di “mietitori di anime” chiamati a inscenare una deathscoteque, una sorta di ballo della morte per mietere la testa del loro obiettivo. Tra un Arlecchino con tanto di spada, conigli giganti in bicicletta che brandiscono asce, una squadra di cheerleader con la faccia da teschio, spicca lei: Deathco, un concentrato di follia e affidabilità.

Una mietitrice senza scrupoli che semina morte grazie ai suoi “giocattoli” raccapriccianti: granate a forma di teste di bambole e palloncini riempiti di gas velenoso. Ripulita la scena, una quantità di cadaveri dopo Deathco viene prelevata da un maggiordomo pipistrello e la ritroviamo all’interno di un castello sinistro, in un profondo strato di prostrazione.

La sua stanza è una sorta di laboratorio di produzione di bambole assassine; padrona del castello sembra essere un donnone perennemente sprofondato su un divano ai margini di una piscina, circondata dai cartoni vuoti di cibo da asporto.

Una situazione assurda, ai limiti dell’insensato. E in fin dei conti Atsushi Kaneko con questa sua nuova opera – che porta il suo stesso nome – ce la mette tutta per attingere al surreale e spostare l’ambientazione della trama in una dimensione irreale. Partendo da un punto fermo, la Gilda di reaper che taglia i rami secchi e pericolosi della società, Kaneko spazia in un oceano di possibilità stilistiche per cui vero protagonista del manga non è il personaggio il plot, ma l’arte e tutti gli esperimenti con cui è reso.

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Un purista potrebbe storcere il naso per l’accozzaglia di elementi che sembrano quasi infilati a caso nelle tavole, ma chi ha già apprezzato il mondo di Kaneko, già autore di opere dalle fumose atmosfere noir come Soil e Wet Moon, sa già che ogni lacrima versata da Deathco – alla stregua di un patetico Pierrot – ha un significato, anche se non accessibile ai più. L’attenzione del mangaka per ogni dettaglio è finalizzata alla resa perfetta dello stato d’animo dei protagonisti di forte impatto visivo in una corsa in bianco e nero sulle montagne russe.

Fughe drammatiche, tradimenti, segreti, un viaggio nell’incubo alla ricerca di un Paradiso irraggiungibile. Una lettura consigliata ai fan del maestro Kaneko, una scorpacciata di umorismo nero reso in una vibrante sinfonia macabra.

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