Avengers Presenta A-Force – Recensione

Pubblicato il 17 Gennaio 2016 alle 11:20

L’Universo Marvel non esiste più e ora è nato Battleworld! Chi sono le eroine della A-Force, cosa combinano i componenti dello Squadrone Sinistro e cosa accade nella pericolosa Valle di Destino? Scopritelo in questo albo!

Panini Comics sta pubblicando Secret Wars, la discussa saga Marvel che ha provocato mutamenti radicali (almeno per adesso) nell’universo narrativo ideato dai leggendari Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko. Considerando che in Italia Secret Wars non si è ancora concluso, evito gli spoiler, limitandomi a scrivere che il Marvel Universe così come lo conosciamo è ormai un lontano ricordo. E’ facile accorgersene leggendo i vari albi in uscita questo mese che propongono storie che si collocano proprio in questo contesto.

Per una serie di circostanze, quindi, il Multiverso non esiste più. Vale per ogni terra e dimensione alternativa mai apparsa in un fumetto Marvel ma il Dr. Destino è riuscito a salvare alcune porzioni delle varie realtà, dando vita a Battleworld. In questo pianeta, tuttavia, il perfido monarca di Latveria è alla stregua di un dio e ha costruito un mondo a sua immagine e somiglianza. Alcuni personaggi noti ai fan sono presenti, altri ne sono le versioni alternative e nel complesso l’ambientazione è irriconoscibile.

Destino si avvale dei Thors, un corpo di polizia di dei del tuono e come avrete modo di scoprire la situazione non è tranquilla. Questa uscita di Vendicatori Presenta include i primi numeri di tre collane del post-Secret Wars e una di esse era molto attesa: A-Force. Già ampiamente pubblicizzata negli ultimi mesi, è incentrata sul primo gruppo di Vendicatori al femminile. Un’idea che trovavo e trovo tuttora discutibile e politically correct, ideata per compiacere il pubblico delle lettrici e affidata alle scrittrici Marguerite Bennett e G.Willow Wilson.

La serie si svolge a Nuova Arcadia, una delle tante aree di Battleworld, e vi appaiono numerose eroine note ai Marvel fan. Non tutte però sono quelle canoniche, a cominciare dalla baronessa She-Hulk che, perlomeno in questo episodio iniziale, pare avere un ruolo predominante. Ci sono inoltre America Chavez, una versione femminile di Loki (differente da quella apparsa in passato), Dazzler, Carol Danvers e tante altre. Ovviamente un episodio non è sufficiente per esprimere un giudizio articolato ma l’inizio non mi pare esaltante. Le autrici scrivono testi senza infamia e senza lode e la trama è anonima e standardizzata.

Insomma, non sembra che A-Force sia nato da un’autentica esigenza narrativa ma da una fredda decisione di mercato. E’ come se la Marvel avesse semplicemente voluto fare un fumetto per accontentare il pubblico delle ragazze avvicinatesi di recente ai comics e niente di più. I disegni sono di Jorge Molina, penciler dal tratto pulito e fluido, non molto inventivo, ma efficace e piacevole.

Si procede poi con il n. 1 di Squadron Sinister, comic-book dedicato al gruppo creato da Roy Thomas come omaggio alla Justice League. Il team se la vede con i rivali dello Squadron Supreme e la trama è ambientata in un’altra zona di Battleword, Nutopia. La serie è scritta da Marc Guggenheim e anche in questo caso è difficile farsi un’idea precisa. Hyperion, Nottolone e compagnia sembrano comunque più l’interpretazione Marvel del Sindacato del Crimine d’America che della JLA e si intuisce che l’autore intende impostare una story-line ricca di colpi di scena. Le psicologie di Hyperion e di Nottolone, in particolare, sono già ben delineate.

Per giunta, i Marvel fan più nerd noteranno sottili richiami al New Universe di Jim Shooter e i disegni del plastico Carlos Pacheco sono senz’altro da tenere d’occhio, sebbene le chine di Mariano Taibo ne smorzino l’impatto visivo. L’albo si chiude poi con il n. 1 di 1872, forse la serie più sconcertante e inclassificabile del sommario.

Potrebbe essere definita western e si svolge nella Valle di Destino, luogo dove il tempo sembra essersi fermato ai tempi dei cowboy, e precisamente nella città di Timely. In realtà, la tecnologia esiste ma è nascosta poiché Destino, a quanto pare, non intende permetterla. Nel comic-book appaiono Steve Rogers nel ruolo di sceriffo, un alcolizzato Tony Stark, un misterioso Bruce Banner e persino Wilson Fisk in qualità di losco avvocato e la vicenda è narrata da Ben Urich. A scrivere la storia è Gerry Duggan che delinea una trama dai toni appunto western, facendo citazioni che rimandano a concetti e ad autori Marvel del passato. Ma nemmeno in questo caso abbiamo a che fare con un prodotto memorabile e i disegni sporchi e grezzi di Nik Virella non aiutano.

Nel complesso, nessuna delle tre serie mi suscita particolare curiosità e credo che non si possa parlare, sulla base delle attuali premesse, di qualità. Diciamo che l’albo è la rappresentazione della Marvel odierna, una casa editrice che certamente propone ancora buone cose ma che forse ha perso da parecchio tempo un’autentica ispirazione.

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