Life Is Strange: Limited – Recensione PS4 – XBox One – PC

Pubblicato il 22 Gennaio 2016 alle 16:15

Arriva ora nei negozi la versione retail di Life Is Strange, ultima fatica dei ragazzi di Dontnod Entertaiment, che dopo essere stata pubblicata in cinque episodi digitali diffusi a distanza di alcuni mesi l’uno dall’altro diventa finalmente fruibile in un colpo solo per chi non ha ancora avuto modo di provarla o semplicemente per chi ne è rimasto rapito e desidera rigiorcarla. Vediamo quindi pregi e difetti di uno dei giochi più chiacchierati dello scorso anno.

Si è spesso parlato dell’importanza culturale del medium videoludico, di quanto esso possa contribuire alla crescita di una persona; a colpi di ricerche scientifiche e luoghi comuni ci si battaglia attaccando o difendendo un fenomeno che comunque, come minimo, è impossibile ignorare.

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E’ pressoché impossibile definire perché molti di noi siano spinti a videogiocare, che cosa effettivamente attiri molti ragazzi e ragazze davanti ad uno schermo a costruire una storia vera solamente in una realtà parallela fatta di pixel e complessi codici. Sarebbe un po’ come chiedersi perché sfogliamo le pagine di un libro o perché concediamo ore della nostra vita a film più o meno belli.

A causa della nascita successiva a mezzi di intrattenimento come il cinema, il medium videoludico si è da sempre trovato in mezzo ad un fuoco incrociato, etichettato come l’eterno incompiuto, incapace di arricchire la vita di una persona come può invece fare un libro o incapace di intrattenere con qualità, proprietà invece del cinema.

Ed in mezzo a questa confusione, a domande lasciate in sospeso, Life Is Strange arriva a ricordarci perché amiamo un mondo che, pur così bistrattato, riesce comunque a regalarci tante lucenti perle.

E’ più complicato di quanto non possa sembrare recensire un’avventura grafica, specialmente di questo genere. Questo perché Life Is Strange è un titolo che punta diretto alle nostre emozioni, che spesso accarezza i nostri ricordi e le nostre esperienze salvo poi colpirci con un pugno allo stomaco quando meno ce lo saremmo aspettati.

Ed è per questo motivo che si tratta di un gioco che non tutti possono apprezzare e che si allontana fortemente dalle correnti più popolari presenti nell’industria odierna.

Nondimeno resta la sorpresa del 2015, inizialmente passato in sordina e poco pubblicizzato è poi diventato un vero fenomeno prima su Youtube ed in seguito sui siti specializzati. Molto probabilmente poiché Life Is Strange non ingrana subito, non meraviglia fin dal primo istante ma gradualmente ci avvolge in un’atmosfera originale ed affascinante.

Life Is Strange 1

Il primo approccio con la protagonista non avviene nelle circostanza migliori, ci troveremo infatti in mezzo ad un bosco, sotto una pioggia sferzante ed un vento rabbioso, nel tentativo di raggiungere un faro in lontananza, cercando di ripararci dalla violenza della natura.

Appena giunti in cima al promontorio su cui riposa il faro l’inquadratura stacca e dopo essersi concentrata sulla protagonista che cerca di opporsi alla forza del vento si sposta inquadrando il mare, dominato da un enorme e spaventoso tornado che si dirige verso una non precisata cittadina della costa.

Cosa significherà tutto ciò? Non abbiamo tempo per scoprirlo perché siamo riportati in un’aula di università, dove faremo il primo vero incontro con il personaggio che ci accompagnerà per le circa 15 ore seguenti: Maxine Caufield, o Max come preferisce farsi chiamare, studentessa di fotografia alla Blackwell Academy.

Fin da subito, tramite vari ingegnosi accorgimenti degli sviluppatori, scopriremo che la cittadina di Arcadia Bay non è realmente così tranquilla come vuole far credere e che numerosi misteri aleggiano intorno al college frequentato dalla protagonista, primo fra tutti la scomparsa della studentessa Rachel Amber. Come se ciò non bastasse, dopo poco tempo scopriremo che Max ha acquisito la capacità di riavvolgere il tempo, riuscendo a viaggiare a ritroso e modificare quindi scelte ed azioni compiute.

Questa abilità ha però dei limiti oltre ai quali Max non può andare senza incappare in pericolosi rischi per la propria salute. Basandosi su queste premesse si svilupperà l’intera trama di Life Is Strange che ci porterà in compagnia della nostra migliore amica Chloe, ad indagare sul potere a noi concesso e sui segreti che soffocano le esistenze degli abitanti di Arcadia Bay.

Non si può veramente dire nulla di più senza rischiare di rovinare l’esperienza a chi non ha ancora giocato questo titolo, visto poi che il comparto narrativo risulta il suo punto di forza. Si può tuttavia affermare che la trama di Life Is Strange non è solo molto solida ed interessante, ma anche incredibilmente coraggiosa. Il ritmo della narrazione alterna momenti riflessivi (quasi contemplativi) ad altri ben più incalzanti, senza mai rischiare di annoiare il giocatore.

Stesso discorso vale per gli episodi, ciascuno dei quali è caratterizzato da un tema di fondo sempre differente. Ad eccezione del terzo, che è risultato meno bilanciato rispetto agli altri e troppo focalizzato verso l’esplorazione ed il racconto della normalità che contraddistingue l’ambientazione del gioco, il mix di situazioni creato dai ragazzi di Dontnod Entertaiment convince a pieno.

Convincono anche, e qui il rischio di fallimento per gli sviluppatori era molto più elevato, i colpi di scena ed i cliffhanger inseriti all’interno della storia che si dimostrano non essere mai banali e scontati, soprattutto per il modo in cui vengono introdotti.

Life Is Strange 4

Sono infatti le modalità con cui viene portata avanti la narrazione uno degli aspetti che caratterizzano maggiormente Life Is Strange; al termine dell’esperienza, quando vi chiederete se le scelte che avete fatto siano giuste o sbagliate, vi accorgerete che per ogni evento accaduto fino ad allora vi è stato un segno premonitore, un indizio che siete, o magari no, riusciti a cogliere. E questo dona all’intero gioco una coerenza narrativa piuttosto rara nel panorama videoludico odierno.

Il sistema di scelte che caratterizza il titolo e che rende, nei limiti del possibile, l’esperienza di ogni singolo giocatore differente dalle altre risulta ben articolato e di facile comprensione ma perde leggermente di valore vista la possibilità di riavvolgere il tempo e modificare quindi le proprie decisioni.

Ovviamente non la si può definire una problematica visto che le modiche temporali sono alla base del gioco stesso e che molte delle scelte che faremo avranno effetto solamente dopo molte ore, quando ormai potremo semplicemente assistere a ciò che abbiamo causato.

Un focus va fatto anche sui personaggi, altro elemento di valore all’interno del gioco. A partire dalla protagonista, quasi tutti i personaggi con cui potremo interagire e che avremo modo di conoscere con il passare delle ore risultano ben caratterizzati.

Il lavoro fatto dagli sviluppatori per rendere ciascuna delle loro personalità sfaccettata e ben definita dipende non solo dai dialoghi che avremo con loro, ma anche dall’opinione che ci verrà data dagli altri oppure da elementi come lettere, diari, profili sui  social network, mail.

Insomma, il team di sviluppo ci ha visto giusto e si è molto concentrato sul rendere realistica ogni persona presente nel gioco, andando pericolosamente vicino alla perfezione, nonostante durante tutta la durata del gioco sembri essere troppo accentuata la loro volontà di suggerire al giocatore di diffidare delle apparenze.

Life Is  Strange 3

Per quanto riguarda il gameplay Life Is Strange si presenta come una classica avventura grafica in 3D, focalizzata sull’interazione con le ambientazioni ed i personaggi, anche se qualche elemento di novità deriva dalla possibilità di riavvolgere il tempo a nostro piacimento, elemento molto utile in alcuni puzzle ambientali con cui dovremo cimentarci nel corso del gioco.

Non si tratta di nulla di eclatante e profondo come magari qualcuno potrebbe sperare ma sono comunque elementi interessanti all’interno dell’economia di gioco. Per il resto il sistema di gioco non ha molto in più da offrire vista la tipologia del titolo e la ristretta estensione delle aree, fattore che limita in parte l’esplorazione degli scenari.

Poteva essere invece fatto di più sul lato tecnico, caratterizzato da alcune importanti incertezze anche facilmente evitabili.

Innanzitutto risulta sballata la sincronia tra le animazioni dei personaggi e i dialoghi, limitazioni derivanti dai modelli poligonali utilizzati, come ha poi ammesso uno dei producer del gioco ed inoltre in molte occasioni i modelli dei personaggi secondari si presentano poco definiti, andando a cozzare sensibilmente con l’estetica complessiva del titolo, contraddistinta al contrario da scelte artistiche molto efficaci a partire dalle ambientazioni e dalla palette di colori che caratterizzano gli scenari.

Life Is Strange

Il livello di dettaglio di ogni singola stanza è veramente impressionante sia per la quantità che per la qualità di dettagli presenti, che rendono Life Is Strange un titolo fortemente citazionistico (per sempio la targa del pick-up di Chloe è TWNPKS, rimando alla serie tv di David Lynch).

Ogni scenario finisce per diventare quindi una sorta di caccia al tesoro, una corsa alla scoperta di ogni informazione messa a nostra disposizione dagli sviluppatori, nonostante potremo conoscere la sua reale importanza solo alla fine dell’esperienza.

Interessanti poi i colori scelti per dipingere le varie ambientazioni, in cui spiccano soprattutto i toni caldi della cittadina e della spiaggia, quasi come fossero rappresentate attraverso il filtro di una delle macchine fotografiche usate dalla giovane Max.

La predominanza di tali colorazioni durante la maggior parte del gioco facilita poi il contrasto con specifiche sequenze molto più tetre, in cui il grigio ed il blu notte si combinano per indurre nel giocatore una minima sensazione di disagio ed angoscia.

Life Is Strange 2

Life Is Strange è più un esperienza che un gioco vero e proprio, lasciando in più punti la sensazione di essere in realtà la trasposizione videoludica di una serie sci-fi degli anni ’70. E’ tuttavia anche un prodotto che pur volendo essere molto citazionistico non rinuncia mai alla propria originalità, riuscendo pienamente a differenziarsi rispetto ad altri esponenti del genere.

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Si tratta inoltre, come già detto in precedenza, di un titolo molto coraggioso per alcune tematiche trattate ed affrontate con molta semplicità e ben poca arroganza.

Vi sono molti elementi di riflessione sociale che fanno da sfondo alle vicende raccontate, problematiche che se volessimo potremo anche ignorare ma che arrischino fino a tal punto la storia da diventare importantissime.

Dal bullismo, all’omosessualità, fino addirittura alla salute mentale ed all’eutanasia, ciascuno di questi temi si sviluppa intorno alla trama principale, facendoci assistere, con il progredire della storia, ad una serie di eventi e conseguenze certe volte talmente scioccanti da innescare in noi importanti riflessioni.

Il gioco non ci vuol dire nulla, e nonostante spesso i personaggi esprimano i propri pensieri, la realtà che ci viene presentata non è condita da giudizi o da verità, solo interpretazioni ed opinioni.

Proprio grazie a questo appare chiaro che l’obiettivo dello sviluppatore è quello di accompagnare il giocatore attraverso le vicende raccontate, indirizzando talvolta il suo sguardo ma non costringendolo mai a fermarsi dove non vuole o a chiudere gli occhi. Obiettivo raggiunto.

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