8 cose da non dire MAI ad un giapponese

Pubblicato il 13 Gennaio 2016 alle 12:00

Ogni Paese ha i suoi stereotipi, e il Giappone non ne è certo estraneo.

Vi è mai capitato di andare all’estero e di sentirsi dire qualcosa sul proprio Paese di origine che non vi è andato giù? In questo caso, siete stati vittima di uno stereotipo, e non è quasi mai piacevole.

In questo articolo nello specifico, andiamo a scoprire quali sono le 8 cose che i giapponesi si sentono usualmente dire quando vanno all’estero, e che non possono proprio sopportare.

1. “Ni-hao”

Una turista giapponese in visita in Italia afferma di essere stata salutata più e più volte da venditori ambulanti, anch’essi stranieri, con “ni-hao” invece di “konnichiwa”. Non solo questo, ma quando si è trovata a pranzare con la famiglia in un ristorante di Roma, ricorda che sono stati fatti sedere in una sezione del locale apparentemente adibita ai turisti Asiatici, invece che fra gli altri turisti internazionali.

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2. “Sei coreano giusto?”

Distinguere giapponesi, coreani e cinesi non è facile, e la maggior parte dei giapponesi ammette di non riuscirci. Molti di loro, però, affermano di esserne perfettamente in grado, quindi si ritengono insultati quando li si scambia per persone di altre nazionalità.

Anche se Cina, Giappone e Corea possono sembrare simili, in realtà si tratta di Paesi profondamente diversi sotto molti aspetti, prima di tutti la politica e la cultura. E’ facile intuire quanto sensibile possa quindi diventare l’argomento. Nel dubbio, informatevi sempre prima di parlare.

3. Chiedere “sei giapponese?” ad un abitante di Okinawa.

Okinawa è come le Hawaii per gli Stati Uniti. Pur facendo parte del Giappone a tutti gli effetti, ha una sua popolazione “indigena” per così dire, e una cultura ben definita, di cui ovviamente gli abitanti vanno molto fieri. Se vi capita di visitare Okinawa, fate quindi molta attenzione a porre le domande giuste.

Japanese Prime Minister Shinzo Abe Visits Yasukuni Shrine

4. “Cosa ne pensi del Santuario Yasukuni?”

Domanda scottante. Il Santuario Yasukuni è anche il memoriale per le 2,466,532 vittime di guerra giapponesi, inclusi stranieri e bambini. Sfortunatamente, 1,060 di queste vittime sono criminali di guerra, ed è quindi facile intuire perché il santuario sia diventato un luogo controverso agli occhi dell’Asia. Dall’altro lato però, gli ardori si sono attenuati da quando il Primo Ministro Shinzo Abe ha smesso di visitare il Santuario Yasukuni, preferendo invece il Santuario Ise, che fra l’altro è il favorito anche dalla famiglia Imperiale.

Comunque sia, la maggior parte dei giapponesi non si sente a proprio agio nel parlarne, quindi meglio evitare questa domanda.

5. Perché avete ancora l’Imperatore?

La monarchia Giapponese è la più antica del mondo, quindi non stupisce che molti stranieri siano così interessati a saperne di più. Spesso però, le domande inerenti alla famiglia Imperiale hanno un qualche collegamento con la Seconda Guerra Mondiale, e nell’odierno – e pacifico – Giappone, nessuno ama rivangare il passato oscuro dell’Impero.

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6. Mediti spesso?

Chiedere ad un giapponese quanto spesso si ritrovi a meditare è un po’ come chiedere ad un italiano quanto spesso va in chiesa. Nonostante ci siano diverse religioni in Giappone, e noi occidentali abbiamo quest’idea dei giapponesi come di un popolo estremamente dedito alla vita spirituale, fare domande del genere li mette estremamente in imbarazzo.

7. Cosa come quando perché

“Come fate a mangiare pesce tre volte al giorno?”

“Dove sono le biciclette?”

“Che ne pensi del problema delle Isole Senkaku?”

Gli stranieri fanno un sacco di domande, e per i giapponesi fare da guida diventa spesso un incubo, in cui alla fine della giornata si ritrovano con un enorme mal di testa dovuto alle centinaia di domande che si sentono rivolgere. E’ normale essere curiosi su un Paese così interessante come il Giappone, ma un consiglio: scegliete solo le domande che più vi interessano, e soprattutto fatele a persone diverse e non tutte alla stessa persona!

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8. Nissan, Honda, Toyota, Yamaha, Subaru!

Concludiamo con un simpatico aneddoto, l’esperienza di un cittadino giapponese in America:

“Quando andai negli USA e le persone venivano a sapere che ero giapponese, cominciavano a citare una serie di nomi uno dopo l’altro. Non li ricordo tutti, ma un nome che dicevano sempre era “Toyota!”. Di solito rispondevo “Non ho nulla a che fare con quella compagnia”.” Anche se può sembrare divertente, sentirselo dire in continuazione può diventare snervante!

RN24

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