La Farfalla Assassina, storia di una fiera e spietata cacciatrice − RECENSIONE
Pubblicato il 7 Gennaio 2016 alle 11:15
Proposta da Goen, un’avvincente miniserie in due volumi dall’autrice di Toki — Il Santo d’Argento, spin-off di Ken il Guerriero
“Io sono Ocho, una shinobi a caccia di shinobi che hanno smarrito la via.”
Fiera e bellissima, occhi di ghiaccio e labbra voluttuose, Ocho è pronta a uccidere senza pietà gli shinobi che si sono dati alla macchia.
Edo, anno 1635.
Sotto il governo di Ieyasu Tokugawa il ruolo degli shinobi, che durante l’era Sengoku avevano agito nell’ombra, viene ridimensionato: molti di loro vengono infatti licenziati reinventandosi chi ambulante, chi artigiano o contadino. Alcuni però diventano ladri o assassini. Esiste un’organizzazione di cacciatori addetta all’esecuzione di quest’ultima categoria – definita shinobi smarriti − , e Ocho ne fa parte. La donna cela la sua vera identità vestendo i panni della prostituta Kocho, lavorando nel noto quartiere a luci rosse Yoshiwara: un bordello che in realtà nasconde un’organizzazione nata per catturare i criminali, circondato da tutti e quattro i lati da un fossato che non permette vie di fuga a prostitute e delinquenti.
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Ocho è coadiuvata nel suo ruolo dal fedele e abilissimo Raizo e dagli informatori della magistratura segreta. La splendida donna agisce come una farfalla assassina, individua le sue prede, spesso le seduce e poi le uccide senza possibilità di scampo: perché Ocho è irremovibile nello svolgere il suo compito. Non ci sono ma che tengano, né ripensamenti dell’ultima ora. D’altronde come dice lei stessa, “Gli Shinobi che hanno ucciso il proprio cuore smarrendo la loro via, non sono più shinobi.”
La Farfalla Assassina di Yuka Nagate, già apprezzata autrice di Toki — Il Santo d’Argento, spin-off di Ken il Guerriero ci delizia con quest’opera dai disegni incantevoli e una trama matura e profonda. Un seinen storico, ricco di delucidazioni riguardanti il periodo e l’ambientazione e di personaggi efficacissimi. Il lettore che mastica già un po’ di storia giapponese della famigerata era Sengoku – i quasi duecento anni di lotte e caos tra gli Stati per l’unificazione dell’Impero giapponese – si muoverà molto a suo agio tra le pagine del manga ritrovando personaggi già sviscerati in altre opere e approfondendo la conoscenza di un mondo, quello dei ninja professionisti, quasi leggendario. Indipendentemente dal periodo Sengoku, la guerra degli shinobi va sempre avanti. E infatti Ocho se la dovrà vedere con molti ribelli, tra i quali amanti, amici e persino una bambina, agendo all’apparenza in modo cinico e spietato, ma sotto sotto afflitta da dubbi interiori che capitolo dopo capitolo si faranno sempre più pungenti.
Il volume è il primo di una serie di due, che avranno comunque un seguito nel secondo arco narrativo, anch’esso pubblicato dalla Goen. Oltre a un’arte raffinata e molto sensuale – che peraltro non scade mai nel volgare nonostante l’esplicita ambientazione nel bordello più famoso del Giappone antico – la vera forza dell’opera di Yuka Nagate sta nella solidità della trama e nella decisa caratterizzazione dei personaggi: tutti fedelissimi al proprio nindou, a parafrasar Naruto, fino all’ultimo respiro.
D’altronde il destino di uno shinobi è scritto nell’ideogramma stesso del nome, dove una lama sta sopra il cuore. Lo shinobi è quindi colui che pone il suo cuore sotto una lama.
Molto bella l’edizione Goen con pagine a colori. Lettura consigliatissima.