King’s Quest – Capitolo 1: A Knight to Remember [Recensione] PC/PS3/PS4/Xbox 360/Xbox One

Pubblicato il 5 Gennaio 2016 alle 14:25

Torna l’avventura grafica e il risultato è meraviglioso

La serie di King’s Quest non necessita sicuramente di presentazioni e sarà, probabilmente, tutt’oggi impressa nella memoria dei vecchi appassionati delle storiche avventure grafiche di un tempo. Dal 1983 al 1998 si contano ben otto capitoli ufficiali  tutti sviluppati dalla Sierra, poi, quasi il nulla, dopo il mancato nono capitolo eccoci davanti a una serie, suddivisa, per la prima volta, in 5 episodi, prodotta dall’attuale e decisamente meno gloriosa, rispetto a un tempo, Sierra Entertainment e sviluppata da The Odd Gentlemen, quello che possiamo definire un piccolo team composto da autentici fan e amanti della serie originale.

Un gruppo che ha ottenuto l’importante consenso dell’autrice e game designer, creatrice della saga, Roberta Williams, facendo  in modo che le avventure iniziate e portate avanti gloriosamente dall’autrice non conoscessero il proprio brusco e definitivo epilogo con l’ottavo capitolo del 1998, arrivando a sopperire e, in un certo senso a rimpiazzare, la cancellazione del non capitolo ufficiale.

Ma ora concentriamoci più sul primo episodio del gioco, analizzando nel dettaglio il lavoro svolto dai ragazzi di The Odd Gentlemen.

Sin dalle prime battute, si ha la sensazione di trovarsi davanti a un’opera davvero ben curata ed i fan delle precedenti rappresentazioni si sentiranno decisamente a proprio agio, venendo catturati dalla magica atmosfera, molto simile all’originale, che mai come ora ha potuto essere così bella da vedere, grazie all’accurato uso del cel-shading per la grafica, in aggiunta a paesaggi di sfondo realizzati a mano, assieme ai piacevoli effetti in 2d, per rappresentare le diverse nuvole di fumo che animano l’ambiente, a seconda della situazione sullo scenario.

Una nota di merito se la guadagna anche il character design, che vede protagonisti dalle connotazioni spesso esagerate e buffe, che ci rendono immediatamente l’idea di quello che è il personaggio apparso davanti a noi, ancora prima di interagirci.

La storia ci metterà nei panni, come di consueto, del giovane Graham, all’inizio della sua scalata al trono del regno di Daventry, attraverso missioni e sfide che richiederanno molto spesso al protagonista lo sfruttamento della propria arguzia, contro avversari favoriti nel confronto e con una maggiore esperienza alle spalle. Due fedeli compagni dell’aspirante cavaliere saranno ancora una volta lo storico arco, che gli permetterà di cavarsela nella situazioni più spinose ed il simpatico e stravagante “destriero” Triumph, una specie di criceto piuttosto cresciuto.

La narrazione è affrontata attraverso più flashback, portata avanti dallo stesso Graham anziano e re, intrattenendo la sua giovane nipote, intervenendo ogni volta che il giocatore commette un errore oppure raggiunge il game over, con commenti ironici a seconda delle circostanze, tenendoci compagnia per un tempo di 4/5 ore (il quale ci appare più che adeguato trattandosi solamente della prima di cinque frazioni).

L’atmosfera che pervade il gioco è davvero appagante: essa alterna attimi di piena e allegra spensieratezza, in particolar modo, durante gli spostamenti da un luogo all’altro, in mezzo ai tranquilli boschi di Daventry, in compagnia di musiche molto curate, ad altri più cupi ed opprimenti, dentro a grotte oscure o di fronte a individui apparentemente misteriosi.

La componente fantasy è più viva che mai, soprattutto grazie alle creature di giganteschi draghi e troll, che si amalgama perfettamente con l’universo medievale-cavalleresco, che le fa da contorno.

Un’ottima scelta è stata sicuramente quella di mantenere, accentuandolo ulteriormente, il lato comico-umoristico dei personaggi che popolano i borghi e le terre di Daventry, atti a svolgere le proprie mansioni, senza contare la stravaganza di tutti i cavalieri.

King's Quest Knights

In tutto ciò non dobbiamo dimenticare di trovarci innanzi ad un’avventura grafica, che qui abbandona il meccanismo del punta e clicca (anche in vista dell’edizione console per PlayStation e Xbox), in favore di una deriva più action, (soprattutto nelle sezioni nelle quali si affronta il drago), grazie all’aggiunta degli onnipresenti QTE (Quick Time Event).

Inoltre, il protagonista è impegnato durante l’intera avventura, nella risoluzione dei diversi enigmi e puzzle, in genere contraddistinti da un livello di complessità medio o addirittura tarato verso il basso, i quali richiederanno l’utilizzo di particolari oggetti, che si trovano lungo il cammino, man mano immagazzinati nell’inventario ed estratti nel momento opportuno.

L’esplorazione si conferma come uno dei punti di forza di questo primo episodio, che seppur, rimanendo piuttosto distante dai fasti a cui ci avevano abituato i titoli precedenti, riesce ad offrire una buona e piacevole esperienza, con una discreta interazione con lo scenario, tuttavia non troppo marcata.

Una piccola nota negativa è data dalla presenza della solo lingua inglese, sia per l’audio che per i sottotitoli, che attraverso il linguaggio adattato alla “parlata antica” e le numerose citazioni dagli altri capitoli, può rendere l’esperienza meno piacevole e fluida a chi ha poca dimestichezza con essa.

Neanche la presenza del marcato backtracking, che ci ha convinto più di tanto, considerata l’impossibilità di effettuare spostamenti rapidi, come nelle più recenti avventure grafiche, anche se, a nostro avviso, l’accuratezza e la bellezza che contraddistinguono i paesaggi rende il continuo spostarsi avanti e indietro meno pesante e ripetitivo.

Sicuramente, questo gioco, nel complesso, non è l’ideale per chi cerca un’azione frenetica oppure di un gioco nel quale è il giocatore stesso a dettare i ritmi.

Arrivati alla conclusione dell’analisi dei vari aspetti, la domanda da porci è “Questo nuovo e primo episodio è riuscito nell’intento di riesumare una vecchia serie, con al seguito una vasta schiera di appassionati, proponendo qualcosa in grado di accontentare questi ultimi e allo stesso tempo avvicinare al genere qualche neofita?”

La risposta, secondo noi è decisamente affermativa, in quanto il lavoro svolto dal piccolo team di The Odd Gentlemen ci è apparso ben pensato e realizzato, oltre che con la testa, lo è con il cuore, essendo gli sviluppatori, con ogni probabilità, degli appassionati incalliti della vecchia saga.

Seppur carente di particolari innovazioni ed affetto da leggeri difetti come la ripetitività e la conseguente possibilità di stancare i meno pazienti, in aggiunta a dialoghi in certi frangenti non proprio brillanti e puzzle non troppo ispirati, King’s Quest si conferma un’ottima scelta, per chi armato di buona pazienza e volontà ha il desiderio di spendere qualche ora in compagnia del coraggioso Graham venendo catapultato in un mondo fantasy egregiamente animato e pieno di vita, capace di trasportarci e di coinvolgerci come pochi altri.

Vi ricordiamo che il gioco è uscito su PC, PS3, PS4, Xbox 360 e Xbox One tra il 28 e il 29 luglio 2015, mentre il secondo episodio: “Rubble Without a Cause” lo scorso 15 dicembre.

Ogni episodio è disponibile al prezzo di 10 € l’uno, mentre il prezzo del season pass è fissato a 29,99 ed è in offerta 19,99 fino all’8 gennaio.

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