Gli Equinozi: un’altra perla di Cyril Pedrosa ( e di Bao Publishing) – RECENSIONE
Pubblicato il 23 Dicembre 2015 alle 11:15
Leggere “Gli Equinozi” di Cyril Pedrosa, è un vero incanto, lo diciamo fin da subito; una magia di immagini, parole e colori.
Parlarne, tuttavia, è compito ingrato. Come si fa a spiegare una magia? E soprattutto, come si fa a non spezzarla, ad evitare di annullarne maldestramente l’effetto nel tentativo di esplicitarla? Noi ci proveremo, prendendola un po’ alla lontana, ma per capire realmente di che materia è fatto questo fumetto, esiste un solo modo: leggerlo.
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È inevitabile che, utilizzando un dispositivo complesso come il fumetto, si finisca spesso per dare più spazio ad uno solo degli elementi che lo compongono, trascurando gli altri. Ne gli equinozi invece, non c’è alcuna componente che sia lasciata al caso; ogni elemento è significativo, dai colori, la cui tonalità base cambia in ciascuno dei quattro capitoli, ad accompagnare il susseguirsi delle stagioni, ai dialoghi, costruiti di dettagli e sottili rimandi, di silenzi sospesi e scambi violenti; dalla trama, anch’essa fitta e impalpabile, a – ovviamente – le matite, che restituiscono con precisione impressionante le emozioni che attraversano le espressioni dei personaggi.
Gli Equinozi è il viaggio lungo un anno, quattro capitoli per quattro stagioni nella vita di alcuni personaggi apparentemente slegati, con assolutamente niente in comune: un padre divorziato, e sua figlia che ama disegnare, un giovane impegnato nella lotta del suo territorio contro la costruzione di un aeroporto, l’anziano dal passato di attivista politico che ospita; e ancora, un operaio di quello stesso aeroporto, un fantasmatico sottosegretario… una lunga teoria di personaggi, spesso senza nemmeno un nome, la cui identità è affidata interamente al proprio racconto di sé.
Un insieme di solitudini che si intersecano senza incontrarsi, alla ricerca di un sollievo che sembra sempre così vicino, eppure infinitamente lontano.
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Su tutti, accanto a tutti, l’occhio quasi onnipresente di una fotocamera in grado di immortalare gli sguardi e trasformarli in parole, in racconti e sensazioni. Proseguendo nella lettura il lettore si ritroverà intrappolato in una sottile trama di rimandi e collegamenti tra le vite dei singoli personaggi, incorniciate da avvenimenti politici e sociali.
Ci si accorge così che le esistenze di individui fra loro sconosciuti vanno a comporre un unico quadro, un arazzo tessuto con fili sottili, fatto di parole pure e immagini mute che si alternano in un lento valzer.