I Vendicatori 3 – Marvel Masterworks – recensione
Pubblicato il 16 Marzo 2011 alle 10:40
I Vendicatori 3 – Marvel Masterworks
Autori: Stan Lee, Roy Thomas (testi), Don Heck (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 25,00, pp. 282, col.
Recensione
Devo fare una premessa, per ciò che concerne questo volume. Coloro che lo acquisteranno avranno l’opportunità di leggere storie che hanno da tempo acquisito lo status di classicità, come si conviene a un’opera ideata dal leggendario Stan Lee. Bisogna puntualizzare, inoltre, che il libro non ha la pretesa di proporre presunte (e inesistenti) ‘scoperte filologiche’. No, gli episodi contenuti in questo terzo Marvel Masterwork dedicato ai Vendicatori non sono inediti. Si tratta di un recupero. Ma non è nemmeno il tentativo di propinare al pubblico materiale di scarto, anche se magari mai apparso prima d’ora in Italia.
Chiarito ciò, devo chiarire un ulteriore punto: il sottoscritto ha un’autentica venerazione per gli Avengers, il gruppo Marvel di eroi più potenti della terra, e per anni il serial imperniato su di loro, pur con gli inevitabili alti e bassi qualitativi, è stato il mio preferito. I Vendicatori nacquero, nei primi anni sessanta, in risposta alla Justice League della DC. E in principio si trattava di una squadra che includeva personaggi protagonisti di una propria serie: Thor, Iron Man, Hulk, Ant Man e Wasp.
Tuttavia, Lee e Kirby, co-creatori di Avengers, inserirono un dettaglio assente nella JLA: la scarsa armonia interna. Forse a causa della presenza del rissoso e incontrollabile Hulk, gli Avengers spesso litigavano tra loro e le opposte psicologie dei componenti, sovente in contrasto, costituivano un interessante elemento narrativo. Con l’allontanamento di Hulk e l’ingresso di Capitan America, gli Avengers divennero una delle colonne portanti del nascente Marvel Universe e la serie continuò il suo corso editoriale con successo.
In seguito, però, Stan Lee decise di effettuare una mossa apparentemente azzardata: Iron Man, Thor, Giant Man e Wasp, infatti, abbandonavano la squadra e Cap doveva guidare una nuova line-up, costituita da character meno potenti ma intriganti e, per giunta, con alcuni problemi legali alle spalle: Occhio di Falco, Quicksilver e Scarlet Witch. E, secondo molti fans, furono proprio le storie della seconda formazione degli Avengers le migliori in assoluto del comic-book.
In questo volume, quindi, che comprende i nn. 25-37 del mensile, Stan Lee avvince il lettore con una serie infinita di vicissitudini che coinvolgono i nostri eroi, con atmosfere ricche di pathos e drammaticità. Benché i testi di Lee siano piuttosto verbosi, specie se giudicati sulla base degli standard espressivi attuali, le trame del Sorridente non hanno perso il loro smalto. Inoltre, in questo Masterwork ci sono anche i primi episodi di un’altra leggenda: Roy Thomas, colui che, forse, ha scritto la run più memorabile di Avengers.
I Vendicatori si confronteranno con il Dr. Destino, il Collezionista, Power Man e lo Spadaccino, Attuma, il Laser Vivente, il Gruppo del Serpente (in una sequenza memorabile che affronta il tema del razzismo con coraggio notevole per quei tempi) e altri fenomenali villains. Ed è in questi episodi che Giant Man e Wasp rientreranno nel gruppo, con Hank Pym che assumerà l’identità di Golia; che la Vedova Nera incomincerà ad assumere un ruolo di primo piano nelle story-line; o che Quicksilver e Scarlet Witch inizieranno ad avere problemi con i loro poteri mutanti, con sviluppi imprevedibili. E appariranno, inoltre, Bill Foster (il futuro Golia Nero), i Fantastici Quattro e Nick Fury.
I disegni sono di Don Heck, primo, storico disegnatore di Iron Man, che si dimostrò efficace nella rappresentazione delle vicende immaginate da Lee e Thomas (e in un paio di episodi il suo tratto è valorizzato dagli schizzi del Re Jack Kirby). Sicuramente qualche lettore di oggi potrà considerare il suo stile grezzo e legnoso ma bisogna osservare i disegni sulla base degli standard visivi e grafici dell’epoca.
Il libro va segnalato per l’ottima cura editoriale e per la qualità di stampa. Insomma, se qualcuno volesse conoscere le radici di Avengers dovrebbe concedere una chance a questo terzo volume (e ai due precedenti). Non va dimenticato che la run di Thomas divenne eccezionale quando Don Heck fu sostituito dal Michelangelo dei comics, il grande John Buscema. Quelle storie sono disponibili nei nuovi numeri della collana Marvel Collection. Ma affronterò l’argomento a tempo debito. Per il momento, non lasciatevi sfuggire questo fenomenale materiale classico. È una proposta di qualità Non una ‘sola’. Fidatevi.
Voto: 8