Fugazi Music Club: un’isola di musica e libertà – Recensione

Pubblicato il 16 Dicembre 2015 alle 11:15

Marcin Podolec ci consegna uno spaccato della vita underground dei giovani polacchi degli anni ’90. Fugazi Music Club racconta gli anni d’oro di una Varsavia piena di musica e ribellione.

“Fucked Up, Got Ambushed, Zipped In” o più semplicemente F.U.G.A.Z.I. era un’espressione usata dai militari americani per identificare una situazione caotica e fuori controllo nella giungla vietnamita. Ma Fugazi non è solo questo; è il nome di una band hardcore americana, è il titolo di un album dei Marillion ed era anche, nella Polonia dei primi anni novanta, il nome di un locale dove la musica era tutto e il tempo sembrava trascorrere in maniera non convenzionale.

Compra: Fugazi Music Club

Il giovane fumettista Marcin Podolec ci presenta Fugazi Music Club, una graphic novel dove si respira libertà, dove un gruppo di ragazzi capitanati da Waldek Czapski mette su un club – appunto il Fugazi – in una Varsavia nella quale la parola cultura era pressoché inesistente a quei tempi.

Un senso di sconfitta e rassegnazione avvolgeva la città in un periodo storico post muro di Berlino; nati già con un sentimento di sottomissione interiore, una manciata di giovani decide di aprire un locale in un vecchio cinema dismesso. In breve tempo e senza quasi rendersene conto, il Fugazi fa breccia nei cuori e nelle menti dei ragazzi di quella generazione; si iniziano ad organizzare concerti e a vivere di musica, il Fugazi diventa molo più che un semplice luogo di ritrovo, diventa quasi un casa, un’isola di libertà e cultura circondata da un mare di scetticismo.

Marcin Podolec è troppo giovane per aver vissuto quel periodo underground di Varsavia, ha solo sentito storie ed immaginato situazioni, ed è proprio da quelli che il fumettista parte per raccontare il Fugazi con le parole di chi invece quel momento l’ha davvero respirato; quel Waldek che mai si è arreso e che ha lottato fino all’ultimo per mantenere in vita un’utopia trasformatasi poi in una piacevole realtà.

Podolec usa un linguaggio semplice e diretto in linea con il profilo che la Polonia rifletteva quegli anni, Waldek ne diviene il protagonista principale, l’eroe di turno, ma senza rubare la scena alla vera natura del fumetto, ossia quella della vittoria. Vittoria per chi ce l’aveva fatta, vittoria per aver risollevato un orgoglio polacco che da troppo tempo si era assopito.

Forse un po’ incerto il disegno con tratti troppo semplici e discontinui, (ma ricordiamo che Podolec ha appena 24 anni e ne ha di tempo per poter migliorare). C’è da dire, però, che proprio l’essenzialità con la quale questo romanzo grafico è stata disegnato collima parecchio con quella famosa genuinità polacca esternata qualche riga più sopra.

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Oggi quel locale in via Leszo 19 a Varsavia non esiste più, nel 2010 è stato demolito, ma il ricordo e l’esempio che esso ha rappresentato per un’intera generazione resta sempre vivo. Coloro che sono passati dal Fugazi negli anni novanta ci hanno lasciato un pezzo di anima; musica, ribellione e libertà: tre principi che racchiudono appieno il concetto che Waldek & co. hanno voluto trasmettere.

Fugazi Music Club trasforma il fumetto in un concerto punk-rock dove la pausa non è ammessa. Un volume – edito dalla BAO Publishing – che crea un senso di empatia con il lettore, impreziosito tra le tante, da una galleria di immagini di quegli anni.

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