Il Tiranno innamorato vol. 8 – storia di un amore quasi impossibile – RECENSIONE

Pubblicato il 14 Dicembre 2015 alle 15:15

Giunge finalmente alla resa dei conti la struggente storia d’amore de Il Tiranno Innamorato edita da Magic Press

“Mi hai proprio rotto con ‘sta fissazione!”

Il sangue alla testa, Soichi urla con rabbia queste parole a un frastornato Morinaga, che stavolta, gira sui tacchi e lascia in lacrime l’appartamento che condivide con il suo amato senpai. Li avevamo lasciati così alla fine del settimo volume, definito dalla Takanaga come la prima metà del capitolo conclusivo della serie Il Tiranno innamorato. E li ritroviamo ciascuno dei due chiuso nel proprio dolore e perso in un oceano di elucubrazioni.

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Dopo anni di tira e molla, fughe rocambolesche, ritorni improvvisi e ricatti, tutti gli intricati nodi della tormentata storia d’amore tra Soichi e Morinaga sono ormai giunti al pettine. Entrambi i protagonisti sono chiamati a riflettere sugli errori commessi in passato per dissipare tutti i dubbi del cuore e riuscire così a fare chiarezza per il loro futuro.

Morinaga che ha sempre dato per scontata l’accettazione delle sue avances amorose da parte dell’omofobo convinto Soichi, grazie a una lunga chiacchierata con il fratello per la prima volta in quattro anni capisce quanto sia stato difficile per il suo senpai concedergli qualcosa che va contro la sua vera natura, oltre la sua sessualità. Il giovane decide così di non forzare più l’amato a intrattenere rapporti intimi con lui, ma di preservare e prediligere la sfera sentimentale. Soichi, da parte sua, si pente ben presto della terribile accusa mossa al suo fedele assistente ed è costretto per la prima volta a guardare dentro se stesso e chiedersi cos’è che prova realmente nei confronti di quel giovane a cui ha permesso un’infinità di volte l’impensabile. Si è davvero sempre trattato solo di una costrizione?

Di una dolorosa concessione dietro ricatto? Oppure la verità è un’altra? Turbati dalle reciproche nuove consapevolezze, Soichi e Morinaga si ritrovano di nuovo sotto lo stesso tetto, vicini ma al tempo stesso lontani, barricati ognuno dentro il proprio fortino esistenziale.

La resa dei conti finale però è nell’aria e basta un leggero sfiorarsi per scatenare l’incendio del confronto. Ed è bellissimo assistere al crollo di un muro fatto di dubbi e incertezze, allo schiudersi di un fiore troppo testardo per mostrare i suoi petali al mondo, alla consapevolezza che l’amore vince davvero tutto e sovverte ogni regola.

La Takanaga dopo anni di palpitazioni e tribolazioni ci regala un finale che ha quasi del miracoloso benché coerente in tutto e per tutto con la caratterizzazione dei personaggi. Non esiste infatti una sola sbavatura nel comportamento dei protagonisti che fedeli alla loro natura affrontano le difficoltà senza mai tradire le rispettive personalità. Soichi resterà sempre un tiranno, seppur innamorato e Morinaga gli perdonerà ogni mancanza in nome di un amore sconfinato.

Analizzare le personalità di Soichi e Morinaga risulta assai difficile, soprattutto in virtù del rovesciamento dei ruoli in perfetto stile manzoniano sul quale la Takanaga ha improntato la loro caratterizzazione. Soichi da tiranno/carnefice diventa vittima dell’amore smodato di Morinaga il quale, a sua volta, vessato dal suo senpai gli si impone col ricatto in un gioco delle parti che fa sospirare il lettore e lo strugge.

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Il tutto arricchito da un’arte deliziosa: la mangaka è maestra nel trasmettere attraverso le espressioni che dipinge sui visi dei personaggi l’universo di emozioni che si muove nei loro cuori. L’ultimo volume è un trionfo di visi corrucciati, labbra serrate, rossori e occhi bassi.

Il Tiranno Innamorato non può dirsi una storia d’amore, piuttosto la storia di una lotta d’amore, di un cammino irto di ostacoli che solo una grande pazienza ha reso possibile percorrere fino a giungere a una parvenza di meta.

Sì, perché la storia non finisce certo qui; questo ottavo volume racconta di una presa di coscienza sentimentale, ma Soichi d’ora in avanti sarà chiamato ad accettare se stesso e l’uomo che l’amore lo ha fatto diventare.

Un must del genere.

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