Safari Honeymoon: una bizzarra luna di miele – Recensione

Pubblicato il 3 Dicembre 2015 alle 15:15

Immaginate una foresta piena di irrealtà dove la natura ne è ancora la padrona incontrastata. Due sposini decidono di trascorrerci la loro luna di miele; il loro sarà un viaggio colorato di verde alla scoperta di creature bizzarre che celano morte e vita in egual misura.

Non si dovrebbe mai giudicare un libro dalla copertina, potremmo incorrere in uno degli errori più comuni per un lettore; ma con Safari Honeymoon forse questa regola può essere raggirata. Un teschio sinonimo di morte, una foresta fitta che richiama la vita selvaggia e due novelli sposi innamorati; sono questi gli elementi presenti in cover.

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Morte, natura e amore, tre oggetti o soggetti a prima vista così distanti tra loro, ma che riescono ad intrecciarsi in maniera quasi perfetta tanto da divenire imprescindibili l’uno dall’altro. Tutto questo lo si deve al lavoro del canadese Jesse Jacobs che con Safari Honeymoon – edito dalla Eris Edizioni (casa editrice torinese sempre attenta a fenomeni underground come questo) – è riuscito a creare un vero e proprio safari psichedelico dove l’immaginazione e la realtà diventano le facce di una stessa medaglia.

La storia che ci viene raccontata è insolitamente semplice: due freschi sposini decidono di trascorrere la loro luna di miele avventurandosi in un safari. Lei più propensa alla scoperta e poco legata al denaro, lui invece dipinto come un uomo d’affari tutto d’un pezzo schiavo dei soldi e del potere. Con loro una guida esperta cercherà di far trascorrere dei giorni indimenticabili, in totale sicurezza e senza far mancare nulla alla giovane coppia di innamorati. Uno stile di scrittura quasi minimalista che si fonde in maniera efficace con la volontà del fumettista di rappresentare una natura semplice e contorta allo stesso tempo.

Ma in questo safari nulla è quello che sembra; o meglio è proprio l’autore che vuole illustrarci una realtà deformata. Ed ecco che ci viene presentata una foresta piena di piante velenose, scimmie telepatiche ed insetti e parassiti che si nutrono dell’animo umano. Una storia visionaria dunque, dove l’irrealtà ne è padrona, dove il senso di impotenza di fronte alla natura viene messo in risalto, dove la necessità e la voglia di conoscere l’altro diventa una componente essenziale.

E il colore verde? Altro punto essenziale dell’intera opera. Verde è il colore della natura, dei soldi e della speranza. L’utilizzo di più tonalità di un solo colore conferisce un’aura allucinogena all’intero fumetto; una sorta di Dalì post-moderno (passatemi il paragone).

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Le creature ritratte da Jacobs sembrano in perenne movimento, mai fisse e stabili; quasi una mutazione in stile Cronenberg aleggia ed influenza le pagine di Safari Honeymoon, con personaggi e creature semplici nel tratto che danno vigore ad un’opera in continuo divenire.

Un lavoro dove il ritorno alla natura sarà l’epilogo che non ti aspetti, dove vita e morte si mescoleranno fino a diventare quasi indistinguibili.

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