Recensione – The Leftovers 2×9: “Chi vuole un abbraccio?”
Pubblicato il 2 Dicembre 2015 alle 11:25
Dopo il simbolismo onirico dello scorso episodio, The Leftovers si concede una drastica digressione che introduce il pericolo incombente (che finora, apparentemente, è sempre stato in agguato, nascosto) prima del finale di stagione che andrà in onda la prossima settimana.
In questa rubrica settimanale abbiamo ripetuto fino all’esaurimento quanto la serie creata da Damon Lindelof sia coraggiosa, originale e imprevedibile.
Eppure, settimana dopo settimana, continua a stupirci.
Che si tratti di mostrare l’abbandono di un cane sul ciglio della strada o gente vestita di bianco che lancia una bomba a mano in uno scuolabus pieno di bambini innocenti, la sceneggiatura non si concede scorciatoie né auto-censure. E parlare di attentati terroristici in un periodo di puro caos mediatico come quello attuale non fa che dimostrare quanto The Leftovers aspiri ad introiettare e ritrasmettere i problemi del nostro mondo.
Lo scopo dei Colpevoli Sopravvissuti è quello di essere dei Promemoria Viventi, e quindi ricordare a tutto il mondo ciò che è accaduto quel terribile 14 ottobre. E fin qui ci siamo.
In Ten Thirteen scopriamo che dopo la rivolta di Mapleton è nata una nuova frangia della setta, più estremista e violenta, capeggiata niente meno che da Meg. Tornata più in forma che mai, la ormai ex-stereotipo-della-brava-mogliettina-perfetta è diventata una vera e propria anti-Gandhi, promotrice e sostenitrice della vendetta e della violenza.
Come dice lei, se lo scopo dei Colpevoli Sopravvissuti è ricordare la Sparizione a quelli che vogliono andare avanti con la propria vita, “Perchè limitarsi a fumare e stare zitti quando potremmo spegnere una sigaretta nei loro cazzo di occhi? Questo si che sarebbe un bel promemoria.”
Davvero adorabile.
Adorabile e completamente fuori da ogni schema, assolutamente imprevedibile. Si presenta da Tom (della cui scomparsa ci aveva fatto presente Laurie un paio di episodi fa, e di cui scopriamo la sorte) e con una semplice frase incrina tutte le sue certezze. Al punto da convincerlo (forse non ancora del tutto) ad unirsi alla sua causa.
Meg, arrabbiata con il mondo e con la maggior parte delle rotelle ormai svitate, sta progettando un attacco terroristico: nella sua mente malata e ferita la città di Miracle è un falso mito entro il quale le persone si auto-ingannano convincendosi di essere al sicuro. E l’unica cosa che lei vuole è distruggere quella convinzione e ricordare al mondo che, dopo il 14 ottobre, nessuno è più al sicuro, non importa dove decida di andare a nascondersi.
E’ chiaro ora come lo stato depressivo che ha dovuto affrontare per tanto tempo, insieme al dolore per la perdita della madre (morta il giorno prima della Sparizione) e a quelle ultime parole che non è riuscita ad ascoltare, abbiano avuto gravi effetti per la mente di Meg, adesso completamente avvelenata da una malvagità puramente insensata e fieramente folle.
L’avevamo intravista durante il terzo episodio, che minacciava Tom cospargendolo di benzina e poi lo stuprava. Si, già allora era stato facile intuire che c’era qualcosa che non andasse in lei. Ma la spiegazione che da a Tom? “Ti ho scopato per ingravidarti”. Non so voi, ma questa potrebbe benissimo essere la frase più folle che il sottoscritto abbia mai sentito.
Poi, si, si è circondata di sudditi e fedeli pronti a lapidare i prigionieri ad un suo minimo cenno, e lo sguardo da schizzata psicolabile che la bravissima Liv Tyler dà al suo personaggio è a dir poco agghiacciante, ma io intravedo non poca amarezza nelle scelte e nel comportamento di Meg.
La scena iniziale, il lungo flashback durante il quale Meg assiste alla morte della madre e poi cerca delle risposte dal medium Isaac a Miracle, a mio modo di vedere è davvero emblematica per comprendere la psicologia di questo personaggio: i drammi della sua vita hanno lasciato ferite talmente profonde da essere incurabili (tant’è che nella prima stagione ha rinunciato al suo matrimonio), e oggi Meg non è più capace di provare empatia.
Lo si intuisce dal sorriso malefico col quale si allontana dallo scuolabus, mentre ascolta il piacevole suono delle grida dei bimbi terrorizzati dalla finta granata che lei ha lanciato. Lo si capisce dall’atteggiamento ambivalente che ha con Tom, a volte sincero, a volte da doppiogiochista.
E alla fine, nella stupenda e magistrale scena in cui si confronta con Matt, sembra di vedere il diavolo e l’acqua santa, con lei che continua a mentire e mentire e il reverendo che la smaschera sempre di più ad ogni scambio di battuta. Eppure anche Matt tentenna dinanzi alle sadiche e perverse convinzioni della donna: non c’è pace nel mondo, non c’è amore, né tanto meno un posto in cui vivere felici. Nè tanto meno a Miracle.
L’episodio chiarisce anche il fato di Tom. Innanzitutto scopriamo che Kevin non è il padre biologico, ma la cosa interessante è vedere come il rapporto idilliaco mostrato con la madre in Off Ramp adesso si sia completamente rarefatto. Lui vende bugie per far scomparire il dolore degli altri, però non sa come fare per liberarsi del proprio.
E ora passiamo al gran finale. L’ennesimo, sbalorditivo colpo di scena.
Okay, che Evie e le sue amiche potessero non essere scomparse è stato suggerito parecchie volte nel corso di questa stagione. Sia dalle tante notizie passate dai telegiornali trasmessi in sottofondo durante le scene (che riportavano notizie di persone che dopo il 14 ottobre avevano finto la propria dipartita per sfuggire dai propri problemi), sia dal fatto che era alquanto improbabile che fossero scomparse soltanto loro tre.
Insomma, la prima volta è scomparso il 2% della popolazione mondiale e questa volta solo tre ragazzine? Era facile sospettarlo, ma la sorpresa resta. E, oh, ricordate quando Patti aveva assicurato a Kevin che le ragazze erano Scomparse? Che stupenda, malefica stronza.
Comunque, John sarà contento di scoprire che sua figlia sta bene, ma prima dovrà scendere a patti con la decisione della ragazza: la bella Evie si è unita ai Colpevoli Sopravvissuti. E non a quelli buoni (via, buoni è un termine un po’ troppo morbido, forse … Definiamoli “pacifisti”), ma agli estremisti di Meg.
Che nel prossimo episodio sono intenzionati a portare l’inferno a Miracle. I preparativi per il gran finale sono stati ultimati. Non ci resta che indossare l’abito elegante e presentarsi alla festa.