The Graveyard Book: uno dei migliori adattamenti delle opere di Gaiman in graphic-novel – RECENSIONE

Pubblicato il 30 Novembre 2015 alle 11:15

NPE edizioni porta in Italia l’adattamento in graphic novel del romanzo di Neil Gaiman “Il ragazzo del cimitero”, curato dal disegnatore di Sandman!!

Presentato in anteprima mondiale in Italia per la raccolta in volume unico, The Graveyard Book è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Neil Gaiman ( in Italia edito con il nome de “Il figlio del cimitero”). L’adattamento è di Philip Craig Russel, mentre ai disegni troviamo una pletora di autori che si dividono i vari capitoli, tra cui lo stesso Russell.

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Non è la prima volta che un romanzo di Gaiman viene adattato in forma di graphic novel, e non è la prima volta che vediamo il binomio Gaiman-P. Craig Russell in ambito fumettistico: binomio sicuramente proficuo, visto che Russell è stato il disegnatore principale di Sandman, graphic novel ritenuta unanimemente una delle migliori nella storia.

A Gaiman piacciono le storie che contengono altre storie, lo sappiamo, e la struttura di The Graveyard Book fornisce un ottimo pretesto per questo tipo di meta-narrazione: il protagonista, Bod (ovvia abbreviazione di Nobody, nessuno in inglese) vive in un cimitero popolato da una miriade di personaggi curiosi, dai fantasmi ai vampiri a tutta un’altra pletora di creature immaginarie. Facile capire come Bod possa trovarsi in situazioni anche pericolose ma decisamente interessanti, e che permettano di raccontare più di una storia.

Ciononostante, il protagonista non è un mero espediente narrativo: la sua storia personale non viene trascurata, anzi: un assassino ha ucciso la sua famiglia, ed è pronto a fare lo stesso con lui appena lo troverà.

Il materiale da cui è tratto il fumetto è sicuramente originale e valido, e tutto sommato Russel riesce a traslare in vignette buona parte della complessità e della varietà presenti nel romanzo ( e le oltre 300 pagine del volume sono pienamente giustificate). Certe volte si ha l’impressione che alcuni eventi siano compressi e alcune sfumature si siano persi con la trasposizione, ma l’adattamento è tutto sommato piuttosto riuscito.

La lettura scorre quasi in tutte le sue parti, e quello che comunque colpisce è che il fumetto sembra essere riuscito a rendere lo spirito e le atmosfere del romanzo originali senza però perdere di un’identità sua, e risultando quindi godibile anche senza dover fare paragoni con l’opera letteraria da cui è tratto.

Identità data anche dal insolito numero di i disegnatori, ben sette, che si dividono le varie parti: tutti all’altezza a mio parere, anche se è il cambio continuo di stile è un po’ straniante, almeno per me. Ovviamente le matite di Russel sono meravigliose, ma anche altri autori si fanno valere, come David Lafuente con il suo stile cartoonesco e un po’ caricaturale, ma che si sposa perfettamente con i toni della storia che va a raccontare.

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Interessante anche il senso di progressione del personaggio che si avverte nel passaggio, anche temporale, da una storia all’altra: con i singoli episodi ovviamente più brevi da leggere rispetto alla controparte originale, si avverte in maniera efficace la crescita di Bod.

La traduzione italiana ogni tanto mi ha lasciato un po’ perplesso, alcune frasi non sembravano filare pienamente pur riuscendo ad intuirsi il senso.

In definitiva, l’opera risulta uno dei migliori adattamenti delle opere di Gaiman in graphic-novel, ed in generale uno dei migliori adattamenti degli ultimi anni: la mano di Russel si sente, il suo senso e gusto artistico hanno sicuramente contribuito nel creare un’opera molto vicina alle atmosfere care allo scrittore inglese, che soddisferà sia i fan sia gli appassionati di graphic-novel fantasy.

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