Snoopy & Friends – Il Film dei Peanuts – Recensione
Pubblicato il 14 Novembre 2015 alle 23:32
Charlie Brown è un ragazzino insicuro, inadeguato, affetto da un complesso d’inferiorità, vessato dalle cattiverie della scontrosa Lucy e preso in giro dai suoi coetanei. Quando s’innamora della Ragazzina dai capelli rossi, la sua nuova vicina di casa, Charlie decide finalmente di dimostrare il suo valore, coadiuvato dall’amico Linus. Intanto, il cane Snoopy intraprende una fantasiosa avventura contro il Barone Rosso nella Prima Guerra Mondiale.
In occasione del 65° anniversario dei Peanuts, la celebre striscia a fumetti di Charles M. Schulz, arriva nelle sale la trasposizione cinematografica ad opera dei Blue Sky Studios, già produttori della saga de L’Era Glaciale. Il film è diretto dall’italoamericano Steve Martino (L’Era Glaciale 4 – Continenti alla deriva) ed è scritto e prodotto da Bryan e Craig Schulz, rispettivamente figlio e nipote del creatore di Charlie Brown e compagni, scomparso nel 2000.
L’opera si rifà soprattutto alle precedenti trasposizioni animate dei Peanuts con lo stesso tema musicale, i medesimi effetti sonori con la voce degli adulti espressa attraverso il suono di un trombone e Snoopy, privo di quella voce interiore che ha nei fumetti, vive solo di gag slapstick. Il microcosmo delle vignette di Schulz è riprodotto nella tridimensionalità della CGI arricchita da omaggi fumettistici come alcuni elementi fisiognomici dei personaggi che sembrano tratti di matita animati e l’uso di linee cinetiche ed onomatopee. Inoltre alcune sequenze scaturite dall’immaginazione di Charlie Brown sono realizzate in animazione classica in bianco e nero che ricalca pienamente lo stile di Schulz.
Due gli spunti davvero interessanti del film. Anzitutto la dicotomia tra Charlie Brown e Snoopy. Il primo inadeguato nel cercare di conquistare la Ragazzina dei capelli rossi mentre il celebre beagle (tradotto erroneamente come “bracchetto” nelle versioni italiane della striscia), nelle fantasiose vesti dell’Asso dell’Aviazione della Prima Guerra Mondiale, è sicuro di sè mentre cerca di salvare l’amata Fifi dal Barone Rosso. Notevole anche la riflessione satirica sulla percezione sociale dell’individuo. Charlie è snobbato e deriso da tutti ma è sufficiente il risultato di un test per conferirgli una vacua e illusoria celebrità.
Purtroppo il resto dei personaggi viene lasciato molto in disparte. Sufficiente l’apporto di Sally, Lucy e Linus ma l’iconica copertina di quest’ultimo è assente ingiustificata. Il film denota trovate visive piuttosto risapute e puerili che potranno strappare al massimo qualche sorriso ed è carente soprattutto per quanto riguarda il cinico esistenzialismo di Schulz virando verso un finale zuccheroso, stucchevole e rassicurante, su misura per bambini.