DK n.1 (di 4) – Recensione della miniserie “altro” di Diabolik
Pubblicato il 25 Novembre 2015 alle 15:15
DK è “altro” da Diabolik. L’Astorina ha voluto creare una versione alternativa del mitico personaggio creato dalle sorelle Giussani a inizio anni 60 e con questa miniserie ci spiega il perchè di questa operazione.
DK non è Diabolik, DK nasce da Diabolik e si sviluppa parallelamente ad esso cercando di portare una ventata d’aria fresca al pur sempreverde “Re del Terrore”, ci è riuscito? Difficile dirlo dopo aver letto solo il primo numero (di quattro), ma prima partiamo con un breve excursus.
DK, pur nascendo diverso tempo prima nelle menti dei suoi creatori, viene presentato a Lucca nel 2012 come un “Work in progress”, un’opera ancora in corso d’opera, con tavole già complete, altre appena abbozzate e altre ancora prive di illustrazioni ma solo con sceneggiatura o soggetto, e che al centro di tutto presentava un personaggio “altro” da Diabolik, che partendo da lui cercava di prenderne le distanze per creare un qualcosa del tutto inedito pur legato alla tradizione cinquantennale.
In seguito, nell’aprile 2013, il volume venne riproposto completo nella collana de Il Grande Diabolik primaverile; la Astorina con questa pubblicazione, è indubbio, attirò l’attenzione su di sè, vuoi per le numerose voci sia negative che positive che si alzarono dalle bocche dei numerosi fan del mitico personaggio (il classico “scontro” tra tradizionalisti e innovatori), vuoi per quell’aria di rinnovamento e la voglia di proporre qualcosa di nuovo non solo per il personaggio in sè ma per il fumetto italiano tutto.
Dopo il primo “episodio” tutti sapevamo che DK sarebbe tornato, si doveva solo capire quando e in che forma ed ecco che oggi tra la fine dell’anno e l’inizio del 2016 ci verrà riproposta la prima storia di DK in quattro uscite mensili con questo primo numero che presenta un capitolo del tutto inedito (il prologo) in un formato spillato tipico del fumetto americano e con una revisione dell’intero volume originale nelle tavole e quindi in alcuni disegni e nella colorazione.
Ecco parliamo della colorazione, buona ma si poteva e si doveva fare di più soprattutto in un’opera che punta sulla colorazione volendo distanziarsi dal classico bianco e nero; i colori sono troppo vivi, le tavole troppo impregnate di colore, ci sarebbe voluta più audacia nei giochi di ombre e di chiaro-scuro.
Ai disegni troviamo il sempre ottimo Giuseppe Palumbo che già si occupa da tempo, anzi da sempre, degli albi primaverili in cui viene solitamente raccontato il passato dei protagonisti della serie regolare, che qui disegna un prologo inedito e rivedere e riaggiusta alcuni elementi delle tavole datate 2013, i suoi disegni come più volte ribadito in altre recensioni calzano a pennello con l’idea stessa dei primaverili e quindi anche e soprattutto con DK in cui il maestro riesce a dare la giusta dinamicità a un personaggio slanciato e furtivo.
Sì perchè DK è questo, un uomo che appare e scompare, esiste e non esiste, che nessuno ha mai visto di persona, o meglio nessuno è mai sopravvissuto per poterlo quantomeno identificare o tracciarne un ritratto. Solo l’Ispettore (così viene chiamato l’alter-ego di Ginko in DK) è fermamente convinto della sua esistenza e questo lo porta a ritrovarsi più volte sulla scena del crimine domandandosi chi sia veramente questo uomo-fantasma.
In questo, ossia nel rappresentare un ladro-criminale di cui nessuno ha mai visto il volto, di cui appunto non si è certi nemmeno della sua esistenza, è una scelta vincente in DK e che si spera venga portata avanti in futuro, e ci riporta a quelle prime pagine del mitico albo numero 1 di Diabolik “Il re del terrore” datato Novembre ’62 in cui in apertura si ha una vivace discussione in un nobile salotto su chi sia e cosa voglia questo essere che ai più è conosciuto con il nome di “Diabolik”, ecco tutto ciò viene ripreso in DK e non possiamo che esserne felici soprattutto se verrà mantenuta questa giusta atmosfera.
DK si muove come un fantasma in una città simil-Clerville ma più futuristica e più oscura che potremmo paragonare a una sorta di Gotham City, solo le future storie ci diranno se questo paragone è troppo avventato, staremo a vedere, anche se siamo sicuri che, come nella metropoli del Cavaliere Oscuro, anche quella di DK pullula di criminali nonchè loschi individui con piani anche solo difficili da immaginare.
Questo è anche un monito all’intera serie (che in sede di recensione verrà considerata come se fosse inedita, quindi come se non si fosse mai letto l’originale del 2013, questo anche per una maggiore obiettività) in quanto ci si accorge che questo primo spillato che presenta i primi tre capitoli della storia è si curato nei dettagli ma con il proseguire della vicenda occorrerà assolutamente introdurre personaggi nuovi di zecca (non bastano gli alter ego di Ginko e Eva Kant, questo può reggere in Diabolik, non in DK) se si vuole dare un futuro sensato alla testata, oltre all’introduzione di storie sempre più articolate, motivanti e “complesse”, il materiale c’è e siamo sicuri che nel covo dell’Astorina lo sapranno sfruttare a dovere (non fateci aspettare troppo però).
Dunque in definitiva alcune cose che vorremmo in futuro sulla testata (nell’eventuale seconda stagione): maggiore caratterizzazione dei personaggi, introduzione di nuovi personaggi, background degli stessi sviluppato in maniera motivante e diretto verso una precisa direzione, grande varietà di ambientazioni e intrecci narrativi.
Passiamo ora a un elemento che può essere un punto di forza o punto debole a seconda dei punti di vista; parliamo della fortissima somiglianza nonchè dipendenza di DK da Diabolik. Durante la lettura è prevalso il secondo punto c’è da dirlo. DK è in tutto e per tutto Diabolik inserito in una città alternativa a Clerville con Ginko e Eva Kant che non sono Ginko e Eva Kant ma l’Ispettore e la Giudice; sì può funzionare ma per quanto? Difficile dirlo, senza contare che DK pensa come Diabolik, agisce come Diabolik, uccide come Diabolik; tutto è troppo dipendente dalla testata madre.
DK, come più volte ripetuto dai suoi creatori, è “altro” da Diabolik ma questo “altro” ancora non si è visto, nè nel 2013 nè ora nel 2015. Se è vero che una seconda stagione è in fase di scrittura questa dovrà proporre una netta differenziazione dall’inafferrabile criminale ultra cinquantenne certo pur rispettando il personaggio da cui DK è nato e a cui deve in ogni caso ispirarsi sia chiaro; staremo a vedere ma per ora ci godiamo i restanti tre numeri.