Gli 8 rituali giapponesi più pericolosi
Che programmi avete quest'anno per festeggiare la spaventosa notte di Halloween? Classico "dolcetto o scherzetto"? Maratona di film horror con i vostri amici? O magari qualcosa di più avventuroso come una lunga nottata passata a scambiarvi storielle dell'orrore e racconti raccapriccianti, magari vissuti in prima persona?
Pubblicato il 31 Ottobre 2015 alle 12:00
Se siete a corto di idee ( ma con questo articolo Quali sono i rituali giapponesi più pericolosi? non più) e vi sentite già stufi degli ormai abusati e ultra-sfruttati rituali alla “Charlie Charlie Challenge”, più ridicolizzati che temuti dalla community del web, e non vedete l’ora di riscoprire quel pizzico di adrenalina e di puro terrore per testare il vostro sangue freddo, scoprirete che la cultura giapponese, famosa per il senso di terrore e di raccapriccio di cui si caricano le sue leggende e le sue storie di fantasmi, è ricca anche di rituali spiritici che si rivelano più come vere e proprie prove di coraggio nate per mettere anche i più temerari di fronte alle loro più grandi e temute paure che si celano solo negli incubi.
Scopriamo dunque insieme quali sono i rituali giapponesi più pericolosi che terrorizzano i suoi abitanti da secoli e secoli.
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8. Kokkuri-san
Quali sono i rituali giapponesi più pericolosi?
Per dare inizio a questa classifica, cominciamo con “Kokkuri-san” un rituale che non si differenzia poi così tanto da un gioco di evocazione di origine occidentale: la Tavola Ouija.
A seconda delle zone del Giappone in cui si diffonde, può assumere anche altri nomi influenzati dal folklore locale. “Shugotenshi-sama”, “Bunshin-sama”, “Kirakira-sama”, sono solo alcuni dei nomi alternativi del “Kokkuri-san”.
Proprio per la sua semplicità, Kokkuri-san è forse il rito spiritico più diffuso in Giappone, soprattutto tra i giovani e gli studenti, e viene considerato come una sorta di “Tavola Ouija Sicura” data la scarsa pericolosità a cui vengono sottoposti i suoi giocatori.
Il Kokkuri è originariamente un animale mitologico appartenente alla tradizione orientale ed è un incrocio di ben tre animali diversi: la volpe, il cane, e il procione. La volpe (Kitsune: Kok-) è simbolo dell’inganno, ma può anche risultare una saggia guida a chi la interroga. Il cane (Inu: -ku-) è simbolo di lealtà ed è un protettore dell’uomo. Infine, il procione (Tanuki: -ri) può essere visto come portatore di buona fortuna o anche come un animale burlone che ama prendersi gioco dell’uomo.
Tutte queste qualità contribuiscono alla formazione dell’oracolo che si rivelerà a chi prenderà parte al rituale. Potrà rivelarsi una guida sincera e incoraggiante, oppure uno spirito ingannatore che si divertirà a prendersi gioco del suo interlocutore.
Come è già stato accennato, “Kokkuri-san” non è un rituale temuto e pericoloso come la famigerata e maledetta Tavola Ouija, perché il rischio di possessione dello spirito è quasi nullo, tuttavia rimane comunque un pericolo da non sottovalutare, specialmente per i più sensibili. È da tener conto, infatti, che Kokkuri è uno spirito ingannatore e bugiardo che ama fornire risposte errate sul futuro di chi lo interroga solo per il gusto di gettarlo nella disperazione.
I più suscettibili rischiano di essere influenzati in maniera molto negativa dalle risposte emerse dal rituale, e non sono rari i casi di isteria di massa in cui molte persone hanno deciso di togliersi la vita dopo una di queste sedute. In moltissime scuole vi è il divieto severissimo che impedisce ai ragazzi di giocare al rituale tra una lezione e l’altra.
Quindi “Kokkuri-san” è più pericoloso dal punto di vista psicologico che spiritico.
Il gioco consiste nel procurarsi un foglio su cui sia stato scritto l’intero alfabeto sillabico hiragana (un’alternativa al nostro alfabeto di lettere), i numeri dallo zero al nove, e un torii rosso sulla cima della pagina, affiancato dalle sillabe “Sì” e “No.” Un torii è un portale rosso di tradizione scintoista a forma di architrave che si trova solitamente alle entrate dei templi, dei santuari o delle zone sacre.
Il suo simbolo marchiato sul foglio renderà possibile l’accesso ad altre dimensioni e permetterà il contatto con lo spirito di Kokkuri.
Prima di dare inizio al tutto, anche la camera in cui si svolgerà il rituale deve essere preparata. La stanza non deve mai essere chiusa, ma le finestre devono essere spalancate, in modo da permettere all’entità di Kokkuri di accedervi più facilmente.
Dopo aver preparato il foglio, è necessaria una monetina in sostituzione alla planchette della Tavola Ouija. Solitamente, la scelta è indifferente, ma molti consigliano quella da dieci yen, in quanto formata all’ottantanove percento da rame, materiale che permetterebbe una migliore connessione con la dimensione degli spiriti.
Bisogna poi porre i dieci yen sempre sul disegno del torii, per dare inizio al rito, e disporre gli indici di ogni partecipante sulla monetina. È indispensabile essere in compagnia. Un rito spiritico non va mai affrontato da solo.
A questo punto, il rituale può cominciare, e ogni partecipante deve recitare ad alta voce le seguenti parole: “Kokkuri-san, Kokkuri-san, oide kudasai”, ovvero “Kokkuri-san, Kokkuri-san, ti prego, muovi la moneta.”
Esattamente come con la Tavola Ouija, la monetina comincerà a spostarsi sulla tavola e, una volta verificata la presenza dello spirito, voi potrete cominciare a porre le domande che volete.
Se con la Tavola Ouija le regole sono molto più severe a riguardo (è vietato infatti chiedere informazioni sulla propria morte, o sul mondo dell’Aldilà), con Kokkuri-san non ci sono limiti e sta solo a voi decidere quanto voler conoscere del vostro futuro.
I toni con cui ci si rivolge allo spirito di Kokkuri devono essere sempre rispettosi ed educati, altrimenti si rischia di scatenare la sua ira.
Una delle regole impone di tenere sempre il dito sulla monetina, e di non staccarlo mai prima della fine della sessione. Se capita, durante un movimento brusco, che essa sfugga da sotto il polpastrello, è imperativo chiedere umilmente scusa a Kokkuri e poi posare nuovamente il dito sullo spicciolo.
Prima di concludere il rituale, deve essere lo spirito di Kokkuri a darvi il permesso di andare. Quindi, bisognerà dirgli: “Kokkuri-san, Kokkuri-san, ti prego, torna a casa”. E a quel punto aspettare che lui sposti la monetina sulla sillaba “Sì”. Se non lo farà, insistete. Mai lasciare una seduta di questo genere senza prima avere il permesso dallo spirito, pena la persecuzione a vita.
Una volta che avrete terminato, distruggete il foglio su cui avete giocato. Potrete decidere se bruciarlo, oppure scioglierlo in acqua salata, o spezzettarlo in quarantotto frammenti. Anche la monetina con cui avete guidato la seduta dovrà essere spesa entro tre giorni.
Essendo il gioco del Kokkuri così popolare nella tradizione giapponese, è facile trovarlo citato anche in altri contesti come film, anime e manga.
Un esempio è dato proprio dall’omonimo manga “Gugure! Kokkuri-san” dove viene, appunto, evocato lo spirito del Kokkuri da una bambina. Un manga piacevole e dai toni leggeri che sicuramente non rispecchia la serietà con cui deve essere affrontato il rito vero e proprio.
“Kokkuri-san” è l’archetipo dei rituali spiritici nel mondo orientale, e proprio per questo ha avuto occasione di essere studiato da filosofi, monaci, e scienziati. Una delle prime tesi a riguardo giunge dall’Epoca Meiji dove il gioco del Kokkuri era stato esaminato da un filosofo filo buddista, Enryo Inoue, che scrisse nel 1887 un saggio in cui dichiarava che i movimenti della moneta erano dati solo dagli impulsi involontari dei muscoli delle dita e non dalla presenza di uno spirito.
Il dibattito a riguardo dura da centinaia di anni, anche per quanto riguarda la Tavola Ouija che si basa sullo stesso principio di spostamento guidato dalle dita.
Voi come la pensate?
7. Daruma-san
Quali sono i rituali giapponesi più pericolosi?
Chiamato anche “Il gioco del bagno”, “Daruma-san” è forse uno dei rituali più pericolosi e inquietanti di tutta la lista.
“Daruma-san” prende il nome dalle bambole Daruma, bamboline tonde simili a matriosche, che ritraggono il fondatore della filosofia zen. Solitamente sono simbolo di ottimismo, buona speranza, e sono portatrici di fortuna. Nulla di questo vi accadrà se prenderete parte al rituale del “Daruma-san”, che si discosta completamente dall’idea di queste simpatiche bamboline.
(Bambola Daruma che, sfortunatamente, non ha nulla a che vedere con questo rituale.)
Contrariamente ad altri riti di evocazione, con il gioco del “Daruma-san” è indispensabile essere da soli in casa, pena la vostra morte e quella delle persone che abitano con voi.
Si gioca di notte, al buio, proprio prima di andare a dormire, ed è indispensabile che il vostro bagno sia fornito di una vasca.
Spegnete tutte le luci, spogliatevi, ed entrate nella vasca già riempita d’acqua. Dovete sedervi in modo da avere di fronte a voi il rubinetto della vasca. A questo punto, chiudete gli occhi e iniziate a lavarvi i capelli. Mentre sfregate le dita tra le ciocche, iniziate a recitare la frase: “Daruma-san, Daruma-san, cadi giù. Daruma-san, Daruma-san, cadi giù”. E non smettete di ripetere queste parole fino a che non avrete smesso di lavarvi i capelli.
Se iniziate a sentire degli strani rumori, o avvertite movimenti dell’acqua attorno a voi, significa che il rito sta procedendo nella direzione giusta. Ma è importantissimo che continuiate a tenere gli occhi chiusi.
Una volta terminato, nella vostra testa verrà a formarsi l’immagine di una donna che cadrà in piedi nella vasca, davanti a voi, per poi scivolare nell’acqua e scorticarsi l’occhio destro contro lo sbocco del rubinetto.
Quando la donna cadrà, dite ad alta voce: “Perché sei caduta in acqua?” Non otterrete risposta, ma voi non curatevi di questo e procedete.
A questo punto, sempre tenendo gli occhi chiusi e facendo attenzione a non scivolare, uscite dalla vasca e asciugatevi. Non drenate l’acqua della vasca. Deve rimanere piena fino alla mattina dopo! E assicuratevi anche che nessuno entri nella vasca finché resta piena.
Una volta fuori dal bagno, sigillate la porta dietro di voi, non accendete le luci, e andate a dormire. Il vero gioco comincerà solo la mattina dopo, al vostro risveglio.
Quando sarà giorno, inizierete a sentire la presenza costante di qualcuno dietro di voi ma, anche se vi girerete, non vedrete nessuno. Potrete scorgere delle ombre di sfuggita, e riconoscerete la donna che è caduta nella vasca la notte prima data la presenza dell’occhio destro sfregiato.
Lei si farà sempre più vicina con il proposito di catturarvi, e allora voi dovrete dimostrarvi più rapidi di lei e proteggervi urlandole la parola di blocco: “Tamare!” (“Fermati!”) e scappare via. Questo comando è da usare con parsimonia. Consideratelo come un bonus. Ogni volta in cui lo userete, la donna si fermerà, ma ogni volta resterà immobile per meno tempo rispetto a quella successiva, fino ad arrivare al punto in cui nemmeno questo comando potrà fermarla.
Non bisogna mai permettere alla donna di catturarvi, altrimenti sarete spacciati per sempre.
Quando vorrete terminare questo gioco di fuga, guardate dietro di voi da sopra la spalla destra, incrociate lo sguardo con quello della donna, e gridate: “Kitta!” (“Ho vinto!”). Poi tagliate l’aria con la mano dall’alto verso il basso, come se la steste affettando con un coltello, e riprendete a scappare verso casa.
Il tutto deve concludersi prima di mezzanotte, altrimenti la donna sarà in grado di entrare nei vostri sogni e a quel punto per voi non ci sarà più scampo. Se non concluderete il gioco nella maniera corretta, lo spirito di Daruma vi perseguiterà per tutta la vita, a meno che non vi catturi prima.
6. Satoru-kun
Quali sono i rituali giapponesi più pericolosi?
“Satoru-kun” è un altro rituale che appartiene alla categoria “oracoli”, dove si dice che lo spirito di Satoru-kun (un demone con l’aspetto di un bambino) sia in grado di rispondere a qualsiasi vostra domanda.
Satoru-kun conosce qualsiasi cosa passata, presente e futura.
Per evocarlo, è necessario che disponiate di un telefono cellulare, di alcune monete, e di una cabina telefonica pubblica.
Entrate nella cabina, inserite le monete nel telefono, e chiamate il vostro stesso cellulare. Una volta risposto, recitate queste parole: “Satoru-kun, Satoru-kun, ti prego, vieni qui. Satoru-kun, Satoru-kun, ti prego, mostrati. Satoru-kun, Satoru-kun, ti prego, mostrati se sei qui.” Riagganciate il telefono, uscite dalla cabina, e spegnete il cellulare che dovrà rimanere spento fino alla fine del rituale completo.
Entro ventiquattrore, dovreste ricevere una telefonata da Satoru. La prima volta, vi rivelerà dove si trova. Riagganciate senza proferir parola. Ogni volta in cui vi richiamerà, vi accorgerete che la sua posizione sarà sempre più vicina alla vostra. Quando riceverete l’ultima telefonata, Satoru vi dirà: “Sono dietro di te”.
A questo punto, non giratevi, ma ponetegli qualsiasi vostra domanda.
Non dovete girarvi, non dovete provare a toccarlo, e non evocatelo se non avete nulla da chiedergli. Non temporeggiate, fate in fretta la vostra domanda.
Infrangere una di queste regole comporta un prezzo molto salato da pagare. Satoru vi ucciderà e condurrà la vostra anima direttamente all’Inferno.
Ricordate, inoltre, che ogni domanda che porrete a Satoru avrà un prezzo che sarà lui stesso a decidere.
5. White Kimono
Quali sono i rituali giapponesi più pericolosi?
Il kimono bianco porta con sé un profondo significato religioso. Questa veste veniva di solito indossata come abito funerario, per questo molti fantasmi o spiriti sono soliti apparire con indosso questo abito.
Lo spirito di “White Kimono” è sicuramente uno dei più pericolosi da evocare.
Tra le due e le tre di notte, sedetevi sul vostro letto e guardate in ogni angolo della camera, cominciando da quello più a nord rispetto alla posizione della testa del letto. Guardate tutti e quattro gli angoli girando in senso antiorario per tre volte. Mentre fate questo, tenete le braccia incrociate al petto e recitate per tre volte la frase: “On be iroki yamashironi sowaka”, un mantra originario del buddismo tantrico.
Mentre recitate questa frase, immaginate una donna con lunghi capelli neri dietro di voi che indossa un kimono bianco tutto insanguinato. Continuate a immaginarla fino a che la sua figura non comparirà direttamente davanti ai vostri occhi.
A questo punto, sciogliete le braccia incrociate, spegnete tutte le luci (dovrà calare il buio più assoluto) e mettetevi a dormire. Quella stessa notte, la donna vi apparirà in sonno.
Nel sogno, vi ritroverete a vagare a vuoto circondati da uno spazio nero, e solo dopo vi accorgerete della presenza di qualcuno con indosso il kimono bianco. Se la donna vi verrà troppo vicino, non parlateci, qualunque cosa lei vi dica o vi chieda, mai risponderle. Se dovesse sussurrarvi qualcosa all’orecchio, agitate la mano e dovreste risvegliarvi subito. Se, quando vi sveglierete, non vedrete alcuna ombra, significa che la donna se n’è andata. Se, al contrario, continuerete a percepire la sua presenza, il rituale è fallito e la donna ha preso possesso di voi e della vostra casa.
4. Tsuji-ura
Quali sono i rituali giapponesi più pericolosi?
Oltre a essere un rituale di evocazione, lo Tsuji-ura è un vero e proprio rito della fortuna famosissimo in ogni angolo del Giappone e presente su suolo nipponico fin da tempi antichi.
I famosissimi biscotti della fortuna, infatti, prendono il loro nome proprio da questo popolare gioco. Il loro nome originale era “Tsuji-ura Senbai”, ovvero “I biscotti profetici dell’attraversamento della strada”. Solo quando sono stati importati nell’industria dei ristoranti in America hanno mantenuto il semplice nome di “Biscotti della fortuna”, perdendo lo “Tsuji-ura”.
Lo “Tsuji-ura” è uno spirito che si rivelerà a voi prendendo la forma di un semplice passante. Quando il rituale è stato importato anche nella cultura occidentale, molti hanno ipotizzato addirittura che la sua identità sia attribuibile a quella del Diavolo stesso che ti offre la possibilità di conoscere il tuo futuro passeggiando direttamente affianco a te.
È nata, inoltre, la diceria secondo la quale il rito avrebbe più probabilità di successo se eseguito su strade in cui si sono consumati omicidi, incidenti violenti, e che quindi serbino ancora quelle energie in grado di trattenere e richiamare gli spiriti sul nostro piano materiale.
Il rituale è molto semplice da eseguire. Tutto ciò che serve è un pettine, qualcosa che possa essere in grado di coprirvi completamente la faccia, come un giornale o un libro, e una lunga strada su cui passeggiare di notte. Se vi trovate in gruppo, sarà necessario che anche le altre persone si coprano il viso, e non solo colui che porrà le domande allo spirito.
Come sempre, è vivamente sconsigliata la partecipazione degli individui più sensibili. A prescindere che le risposte siano vere o false, che il passante sia un semplice burlone o uno spirito reale, la rivelazione del proprio futuro potrebbe comunque scioccare le menti troppo influenzabili e tormentarle per tutta la vita.
Se vi sentite pronti per cominciare, impugnate il pettine e cominciate a far vibrare i denti dell’oggetto con le vostre unghie. Passeggiate per la strada (di notte, mi raccomando!) e recitate le seguenti parole: “Tsuji-ura, Tsuji-ura, dammi la vera risposta”.
Ad un certo punto, una persona che non conosci ti passerà affianco camminando per la tua stessa strada. A quel punto copriti la faccia con il libro o con il giornale, e interroga il passante sul tuo futuro. Se non ti risponderà o se si rifiuterà di farlo magari burlandosi di te, attendi il passante successivo e riformula la stessa domanda. Forse sarà la volta buona in cui lo stesso Tsuji-ura scenderà a rivelarti i particolari del tuo futuro.
3. Bambola vivente
Quali sono i rituali giapponesi più pericolosi?
Questo rituale di evocazione è molto simile a quello chiamato “Hotori Kakurebo”, conosciuto anche come “Nascondino in solitario”. Quello che stiamo per svelarvi, tuttavia, è assai più pericoloso, in quanto è un invito stesso agli spiriti di uccidervi e non solo di cercarvi.
Quando eseguirete il rituale, assicuratevi di essere in casa da soli, altrimenti metterete in pericolo anche il resto degli abitanti.
Tutto ciò che vi occorre è una bambola cinese (Attenzione! Niente bambole in plastica o in cotone. Deve essere originale cinese e, possibilmente, imbottita di riso poiché si dice che attiri maggiormente l’essenza degli spiriti), poi due specchi, una ciocca dei tuoi capelli, una candela, e sale da tenere in mano.
Spegnete tutte le luci della casa, ponete gli specchi uno di fronte all’altro in una delle camere, e mettete sia la bambola che la candela accesa al centro. La bambola deve reggere in mano la ciocca di capelli che vi eravate tagliati.
Aspettate fino a mezzanotte, poi recitate alla bambola questa frase: “Atarashii karada wo oite okimasu, douzo otsukai kudasai”, ovvero “Ti darò un nuovo corpo. Ti prego, prendilo.” Poi urla: “Asobinigadesumashou!”, “Giochiamo!” per cinque volte di seguito.
Se senti dei rumori strani o sospetti durante la preparazione del rituale, significa che stai procedendo nella direzione giusta.
Impugna subito il sale e di’ alla bambola: “Watashi wo sadashite kudasai. Mitsuketara inochi wo agemasu”, “Trovami, ti prego. Se ce la farai, ti darò il mio corpo.” A quel punto scappa. Fallo velocemente e nasconditi il più in fretta possibile, o la bambola ti troverà.
Nasconditi in un luogo sicuro e che ovatti bene i rumori, in modo che non si riescano a udire nemmeno i tuoi respiri dall’esterno, e tieni le spalle incollate alla porta dello sgabuzzino o dell’armadio in cui ti sei rannicchiato.
Molti consigliano di assumere delle posizioni di meditazione zen, per intensificare la protezione spirituale. Non dimenticare di spargere il sale attorno a te, ma non sprecarlo perché potrebbe essere la tua unica arma in caso di pericolo.
Ora aspetta che la bambola ti venga a cercare. Se ti troverà, la tua vita avrà fine.
Non uscire mai di casa durante il rituale. Se scapperai senza concluderlo correttamente, la bambola ti inseguirà per sempre.
Termina il rituale prima dell’alba, altrimenti lo spirito non lascerà mai più il corpo della bambola.
Quando deciderai di terminare tutto, torna nella camera dove hai lasciato la candela in mezzo agli specchi. Di’ ad alta voce: “Anata no makedesu, oshimai”, “Hai perso”. Spegni la candela, spargi del sale su te stesso e ingoia qualche grano.
Ora puoi andare a cercare la bambola. Quando l’avrai trovata, butta del sale anche su di lei.
Accendi tutte le luci e crea un’atmosfera rilassata e piacevole, fai tutto ciò che può farti sentire a tuo agio: ascolta musica allegra, guarda la televisione, leggi un fumetto divertente, fai una partita al tuo videogioco preferito.
La mattina dopo, potrai scegliere cosa fare della bambola seguendo queste due opzioni: potrai bruciarla, perché lo spirito potrebbe passare da lei a un altro oggetto e a quel punto il danno sarebbe irreparabile, oppure potresti farla esorcizzare in un tempio utilizzando il rituale del “Ningyo-kuyo” nato proprio per scacciare gli spiriti dagli oggetti posseduti.
2. Hyakumonogatari kaidankai
Quali sono i rituali giapponesi più pericolosi?
Rituale di origini antichissime che trova i suoi natali nel Periodo Edo (1603-1868), all’epoca in cui i samurai ancora recavano onore al nome della nazione con le loro nobili gesta.
È proprio tra i samurai, infatti, che nasce questo macabro e spaventoso rituale che metteva a dura prova il sangue freddo e il coraggio dei suoi partecipanti.
I guerrieri, nelle notti d’estate sotto la luce della luna nuova, erano soliti radunarsi in gruppo per sfidarsi al gioco dello “Hyakumonogatari kaidankai” e verificare chi tra di loro fosse il più coraggioso.
Letteralmente, “Hyakumonogatari kaidankai” significa “Raccolta di cento racconti sovrannaturali”. La parola “kaidankai”, deriva da “kaidan”, ovvero “storia di fantasmi”.
Non occorre molto per prendere parte a questo rituale: bastano solo cento candele, molta fantasia, e tanto, tanto coraggio.
Il procedimento è molto semplice: si dispongono le candele in cerchio e ogni partecipante, a turno, racconta un aneddoto, una storiella,una leggenda, o anche un’esperienza personale che riguardi il mondo dei fantasmi, del paranormale e dell’occulto. Concluso il racconto, si soffia su una delle candele, creando così un’atmosfera sempre più buia, inquietante e suggestiva. In pochi, persino tra i samurai, hanno il coraggio di andare fino in fondo spegnendo anche l’ultima candela.
Si dice che, soffiato sulla centesima fiammella, si assisterà all’apparizione di uno spirito evocato proprio dal susseguirsi di racconti che hanno contribuito ad alimentare l’atmosfera occulta e suggestiva.
In molti casi non si tratta di semplici storie di paura, ma di vere e proprie piccole parabole filosofiche tratte dai pensieri buddisti o zen, che racchiudono una profonda morale che va al di là del semplice senso di terrore suscitato dal racconto.
Originariamente, il rituale prendeva il semplice nome di “Otogi Monogatari”, e vi era un unico narratore (solitamente il maestro dei samurai) che approfittava dell’occasione sia per testare il sangue freddo dei suoi allievi ma anche per infondere la saggezza e la conoscenza tramite la morale delle storielle.
Successivamente, il rito ha iniziato a diffondersi anche tra la gente comune e non solo tra le alte caste. Bastò poco perché lo Hyakumonogatari kaidankai si diffondesse per tutto il Giappone, e divenne così popolare che ancora oggi è possibile trovare in commercio numerose raccolte che contengono proprio cento storie dell’orrore pronte all’uso per una seduta in compagnia.
La prima raccolta venne pubblicata nel 1677 con il nome di “Shokoku Hyakumonogatari”, ovvero “Cento storie di molti paesi”.
1. Oyayubi Sagashi
Quali sono i rituali giapponesi più pericolosi?
Letteralmente significa “Il gioco del pollice” o “In cerca del pollice”.
Il rito si basa su una famosa leggenda giapponese che narra la disgrazia di una giovane ragazza che venne uccisa da uno sconosciuto nella sua villa e, quando ritrovarono il suo cadavere, scoprirono che le mancava un pollice. La leggenda narra che chiunque riuscirà a ritrovare il pollice della poveretta avrà diritto a esprimere un desiderio.
Per evocare il fantasma della ragazza è necessario essere almeno in tre partecipanti. Un avvertimento: il gioco è molto pericoloso e un solo passo falso potrebbe costarvi la vita.
Disponetevi in cerchio in una stanza buia, e fate reggere il vostro pollice alla persona che vi è di fianco. Tenete stretto il pollice dell’altro vicino e non mollatelo altrimenti, quando il gioco finirà, non lo ritroverete più. Ora chiudete gli occhi, e immaginatevi di essere trasportati nella villa in cui si è consumato l’omicidio della sfortunata ragazza. Ripetete per tre volte: “Oyayubi, oyayubi, ascolta le nostre voci. Oyayubi, oyayubi, concedici un desiderio”.
In questo modo sarete trasportati nel luogo in cui si trova il pollice mancante della donna. Si tratterà di una stanza buia, illuminata solo dalla debole fiamma di una candela. Proteggete con cura il piccolo fuoco: se si spegnerà, rimarrete tutti intrappolati nella villa per sempre e non riuscirete più ad uscirne.
Potrete usare la candela per ispezionare la stanza e andare così in cerca del pollice perso. Una volta trovato, esprimete pure il vostro desiderio e spegnete la candela. In questo modo, potrete tornare indietro sani e salvi.
Durante la ricerca, potrete sentire qualcuno battervi la spalla. Non voltatevi per nessun motivo, o non tornerete a casa vivi. Molti, infatti, raccontano che l’assassino della ragazza sia ancora lì e che ti perseguiterà durante tutta la ricerca per farti fare la sua stessa fine. Ecco perché è fondamentale non temporeggiare e far durare il gioco il meno possibile.