XIII vol. 7 – Recensione
Pubblicato il 29 Ottobre 2015 alle 11:15
Continuano le intriganti e complesse vicende del misterioso XIII, l’eroe affetto da amnesia creato da William Vance e Jean Van Hamme! Non perdete il settimo volume della saga spionistica che ha appassionato tantissimi lettori!
Mondadori Comics sta pubblicando XIII, splendida saga spionistica di Jean Van Hamme e William Vance, in una serie di volumi che rendono giustizia a quella che può essere considerata una pietra miliare del fumetto d’Oltralpe. E’ ora il momento della settima uscita e si può affermare senza ombra di dubbio che si tratta del numero migliore tra quelli finora stampati. Non solo per la qualità della sceneggiatura e dei disegni e per il pathos e la drammaticità che valorizzano la trama ma anche perché gli episodi inclusi rappresentano forse il culmine emotivo dell’intera story-line.
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Finora Van Hamme aveva narrato le avventure del misterioso XIII, uomo affetto da amnesia che all’inizio della serie era accusato di essere l’assassino del Presidente degli Stati Uniti. I misteri riguardanti la sua identità erano stati l’elemento dominante delle trame e lo stesso valeva per le macchinazioni di Mangusta, perfido individuo a capo di un’associazione eversiva. Tuttavia, con la scoperta del reale colpevole dell’omicidio del Presidente, Van Hamme aveva incominciato a fornire qualche risposta ai numerosi enigmi.
Le risposte, tuttavia, come in ogni thriller che si rispetti, hanno dato vita a nuove, inquietanti domande. E ora giunge il momento del racconto sull’autentica identità di XIII, finito per una serie di circostanze in un paese sudamericano tormentato dalla guerra civile. Nel primo episodio del libro, quindi, Van Hamme ci conduce nel passato, agli inizi del Novecento, e narra le turbolente vicissitudini di una famiglia di immigrati irlandesi. L’autore si sbizzarrisce con una storia popolata da avventurieri e mafiosi, con echi di film come C’era una Volta in America di Sergio Leone. Ed è in tale contesto che scopriremo finalmente le origini di XIII.
Van Hamme, però, dimostrando di possedere grande versatilità, inserisce il racconto di gangster nella cornice di una vicenda più vasta, influenzata dal western e dalla war story. Infatti, il resoconto sugli antenati di XIII è esposto da uno dei ribelli sudamericani. L’episodio è dunque uno straordinario mix di pulp, feuilleton, avventura bellica e western. Nel secondo episodio, inoltre, lo scrittore ci riporta alle classiche atmosfere spionistiche che caratterizzano la serie.
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Un generale degli Stati Uniti rapisce infatti l’attuale Presidente americano e lo conduce in una base militare abbandonata. Qual è il suo scopo? Intende processarlo in diretta televisiva per motivi che saranno spiegati nel corso della storia. Si tratta di un tassello importante della collana poiché verranno alla luce dettagli incredibili sul conto di Gordino, l’infido direttore della NSA, e non mancherà nemmeno in questa occasione Mangusta. Va da sé, inoltre, che XIII e la sua alleata Jones saranno coinvolti in una story-line che fa venire in mente i romanzi di Tom Clancy e una pellicola come Quinto Potere di Sidney Lumet.
Testi e dialoghi sono, come al solito, ben curati, con sceneggiature da manuale. Ovviamente XIII è da prendere in considerazione anche per i disegni dell’ottimo William Vance che ci offre una delle sue prove migliori. Ogni vignetta è piena di particolari maniacali, i personaggi sono visivamente ben caratterizzati e il taglio cinematografico del lay-out e il dinamismo delle sequenze d’azione impeccabili. Insomma, XIII si conferma un prodotto di qualità che non può essere trascurato dagli amanti del buon fumetto.