Morgan Lost: un’opera ambiziosa e curata sotto ogni aspetto – RECENSIONE
Pubblicato il 23 Ottobre 2015 alle 09:45
Arriva la nuova serie a fumetti targata Bonelli Editore e firmata da Claudio Chiaverotti.
Dopo una lunga attesa (si cominciò a parlare della serie più di un anno fa) arriva finalmente Morgan Lost, nuova serie regolare Bonelli a cadenza mensile di cui troverete il numero d’esordio in edicola proprio in questi giorni.
Con una campagnia pubblicitaria pressochè perfetta con una quantità di notizie rilasciate durante l’anno con il contagoccie Chiaverotti non ha fatto altro che aumentare a dismisura l’hype per questa serie che può rappresentare per la casa editrice milanese un nuovo punto di partenza, ma di questo si parlerà più avanti.
Eccoci dunque a New Heliopolis, una città distopica simil-New York anni 50 avvolta da un inverno perenne con elementi gotici e simbolismo egiziano con una società che acclama i criminali come fossero dei supereroi e gli da la caccia previo ottenimento dell’apposita licenza. È una realtà parallela in cui determinati fatti storici non si sono mai verificati e la tecnologia è molto più sviluppata della nostra.
È qui che si muove Morgan Lost, misterioso personaggio dal passato ancora più misterioso che da la caccia ai criminali già citati; in questo primo numero faremo la sua conoscenza, insieme ai suoi comprimari tra cui l’interessante rapporto con Regina, un agente di polizia che Morgan sembra conoscere bene, che sicuramente avrà una storia da raccontare in futuro.
Morgan Lost è un personaggio quantomeno singolare: soffre d’insonnia, ha un particolare daltonismo per cui riesce a vedere il mondo solo attraverso il colore rosso e sfumature di grigio, ha una maschera tatuata sul viso e come si è già detto un passato che verrà svelata a poco a poco nei prossimi numeri della serie e crea dei profondi turbamenti nella sua persona.
In questo primo numero ci vengono subito mostrate quelle che sono le caratteristiche di questo fumetto; la prima, quella che salta immediatamente all’occhio una volta aperto l’albo è la bicromia delle tavole, scelta inedita per la Bonelli che per ora sembra funzionare alla grande, il rosso è ben dosato in ogni tavola senza mai risultare eccessivo o invadente ma anzi aggiungendo quel tocco che rende i disegni piacevoli alla vista.
E i disegni stessi, in questo primo numero a opera di Michele Rubini, sono molto buoni mentre la copertina di Fabrizio De Tommaso è particolarmente suggestiva e di grande impatto nel presentare non solo il protagonista ma anche tutte quelle oscure figure che dovrà affrontare prossimamente.
La serie nasce appunto dalla mente di Claudio Chiaverotti, già sceneggiatore di Dylan Dog e creatore di Brendon, ed è proprio lui a trasmettere la sua essenza stessa nel fumetto a cominciare dalla sua passione per il cinema; sì perchè Morgan Lost va oltre il concetto di fumetto stesso e introduce un concetto di lettura a metà tra albo a fumetti e film, infatti alla fine del numero uno troverete la scritta “Fine primo tempo”, con accorgimenti che pagina dopo pagina vi ricorderanno i tipici tagli cinematografici e con il lettore appassionato di cinema che si divertirà a scovare tutte le citazioni di varie pellicole sparse tra le tavole e sarà ancora più facile capire quali sono effettivamente le fonti di ispirazione da cui Chiaverotti ha attinto e parliamo del cinema di Tarantino, Carpenter, Dario Argento e tantissimi altri tra cui impossibile non fare un paragone tra New Heliopolis e Sin City.
Morgan Lost è prima di tutto un ottimo fumetto nel suo insieme che riesce ad amalgamare tutto il complesso immaginario da cui attinge e a cui aggiunge nuovi elementi in maniera solida; ma Morgan Lost è anche e soprattutto un fumetto impegnato, con dialoghi ragionati e complessi; complessi non nel senso che siano difficili da capire, anzi scorrono via molto bene e non sono mai pesanti, ma che comunque sono articolati ed esaustivi.
Morgan Lost è una serie su cui puntare. E se il buongiorno si vede dal mattino possiamo anche sederci comodi, rifornirci di popcorn e attendere che inizi il secondo tempo e poi aspettare i successivi nuovi film. È come se questa serie rappresenti un punto di svolta per la Bonelli, un nuovo inizio successivo all’era Orfani con cui il fumetto convivrà nell’immediato futuro e che rappresenta una nuova fase di maturità della casa editrice.