Adventure of Sindbad, il prequel di Magi – Recensione

Pubblicato il 19 Ottobre 2015 alle 15:15

Da Star Comics, l’attesissimo prequel di Magi, con storia e disegni di Yoshifumi Ohtera

Il mare e le persone emanano delle onde, e non esiste nessuna onda che io non riesca a superare.

Sindbad è un predestinato; la notte in cui è nato la terra ha tremato, sputando fuoco e innanzando vulcani. Già da piccolo salva la vita ai suoi genitori, indicando loro la via, e sprizza allegria e sete di conoscenza da tutti i pori. Vive a Tison, un piccolo villaggio di pescatori, facente parte dell’Impero di Partebia, da anni in lotta con l’Impero di Rehm. Il padre di Sin, Badr, è un ex soldato sopravvissuto a una missione pericolosissima nel corso della quale ha perso una gamba.

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L’uomo non ha mai accettato le laute ricompense offertegli dall’Impero e anche per questo ha attirato su di sé le antipatie del popolo che lo considera un anti patriota. Badr è un uomo giusto, solare, un padre e marito affettuoso; pur con quel poco che riesce a racimolare per la sua famiglia, regala al figlio un’infanzia serena.

Sindbad è un bimbo speciale, già incredibilmente intelligente, nel quale covano sotterranee le fiamme del suo destino di re dei sette mari. La vita all’apparenza tranquilla della sua famiglia viene sconvolta dall’arrivo di un forestiero che ne scombinerà gli equilibri, gettando le basi del futuro avventuroso di Sindbad. Nel corso dei capitoli il protagonista cresce: da bimbo tutto occhi e sopracciglioni, ostracizzato dai suoi compaesani, si trasforma in un bell’adolescente amato e rispettato da tutti.

Il suo fato è destinato a cambiare ancora una volta, grazie a un incontro fortuito con Yunan, un viandante dall’aura misteriosa, e a uno scontro con Dragul il comandante di plotone giunto in città per arruolarlo nell’esercito. Dopo la misteriosa comparsa di una torre ribattezzata dungeon al confine tra gli imperi di Rehm e Partebia, nella quale sembrano celarsi ricchezze inestimabili, l’Impero di Partebia ha deciso di impossessarsene, ma dei diecimila uomini inviati al suo interno, nessuno vi ha fatto ritorno.

Sindbad sa che entrare nel dungeon o combattere al fronte metterebbe la sua vita a repentaglio, ha ancora sua madre Esla a cui badare e nel suo cuore batte un cuore di pace. Yunan però lo spinge a non abbattersi e a cercare dentro di sé la forza di un re, necessaria a cambiare il mondo. E quella forza si trova proprio nel dungeon. Sindbad, incoraggiato anche dalla madre parte alla volta di Baal, il primo dungeon: sarà l’inizio di una lunga e meravigliosa scalata verso la vetta del potere e del sapere.

Esistono strani casi in letteratura e in cinematografia in cui i prequel di un’opera superano in bellezza e successo i loro sequel. È questo il caso di Adventure of Sindbad che, nato come una costola del famoso Magi, grazie al suo protagonista – tra i più carismatici della serie principale – nonché a un impianto narrativo perfetto ha bissato il successo della serie principe e dopo l’uscita di cinque OVA, nel 2016 godrà anche di un adattamento animato.

D’altronde la figura di Sindbad, ha da sempre riempito l’immaginario fantastico come protagonista delle storie di origine persiana che narrano dei suoi meravigliosi viaggi in luoghi misteriosi e dei suoi incontri con creature fantastiche. Il Sindbad concepito da Yoshifumi Ohtera su storia originale di Shinobu Ohtaka si allontana però dal Sindbad persiano, cinico e attratto dalle ricchezze, avvicinandosi molto di più a una sorta di Ulisse orientale, spinto dalla sete di conoscenza e dalla fama di giustizia nei suoi viaggi alla conquista del mondo.

I protagonisti hanno tutti un grande spessore umano e sociale: su tutti la meravigliosa e indimenticabile figura di Badr, il padre di Sindbad, che snobbando i giochi di potere e messa da parte la sua forza, rigetta la guerra e fa della semplicità il suo culto di vita.

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Atmosfere da mille e una notte, Adventure of Sindbad, si riallaccia alle tematiche già ampiamente sviscerate in Magi, con la ragion di Stato a fare da sfondo a una guerra inutile e crudele che semina povertà e discriminazione. Forte e deciso il messaggio lanciato dall’autrice: la guerra è il male del mondo e la saggezza la sola salvezza. Ma alcuni tra i potenti, sospesi in bilico tra il bene e il male, grazie all’incontro con Sindbad avranno modo di rivedere le proprie certezze che si riveleranno fragili paragonate alla forza incredibile di Sindbad il marinaio.

Per chi non ha letto né visto Magi, sarà ancora più piacevole iniziare la saga di uno dei protagonisti più affascinanti della serie principale per poi dare una sbirciatina al sequel. Chi invece ha già avuto modo di conoscere il fantastico mondo di Aladin non potrà che accogliere con meraviglia gli albori della leggenda di Sindbad, l’uomo che divenne il re dei sette mari.

Consigliatissimo!

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