Black Mass – L’ultimo gangster – Recensione

Pubblicato il 19 Ottobre 2015 alle 11:20

Johnny Depp è James ‘Whitey’ Bulger in Black Mass – L’ultimo gangster.

Presentato fuori concorso alla 72ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia arriva finalmente nelle nostre sale Black Mass – L’ultimo gangster, film di Scott Cooper che dirige Johnny Depp nei panni del gangster James Bulger, famoso nella Boston degli anni 70 per la sua guerra con la mafia italoamericana e i rapporti stretti con l’FBI.

La pellicola non ci mostra un particolare periodo della sua vita ma sviluppa un arco temporale di circa un ventennio in cui ci viene mostrata l’ascesa e la caduta del boss fino alla latitanza e l’arresto nel 2011. Eccoci dunque a seguire le sue prime guerre in strada fino a diventare  il leader della Winter Hill Gang, una confederazione criminale di Boston, le vicissitudini che porteranno alla morte del figlio e all’allontanamento dalla moglie Lindsey Cyr (Dakota Johnson), i rapporti stretti con l’FBI, soprattutto con l’agente John Connolly (Joel Edgerton) nonchè il rapporto con suo fratello Bill Bulger (Benedict Cumberbatch), politico candidato alla presidenza del senato dello stato del Massachusetts e poi presidente dell’Università del Massachusetts.

Partiamo subito col dire che Black Mass è un buonissimo film, ben fatto, buona ricreazione degli anni 70 americani, buona interpretazione di protagonista e comprimari; quindi perchè dare un voto complessivo così mediocre? Semplice, a Black Mass manca il ritmo e con ciò non si intende un susseguirsi di scene con più o meno azione dal taglio serratissimo e ben poca sostanza, perchè il taglio registico del film di per sè va bene, ci sono dialoghi ben curati, scene riflessive e quelle con un pò più di azione, insomma tutto ciò che ci si aspetterebbe da un film di questo genere. E qui immediatamente scatta un paragone con un film che in realtà ha ben poco a cui spartire con Black Mass; parliamo di Argo, film premio Oscar del 2012 diretto da Ben Affleck. Argo fa del ritmo la sua arma vincente; tralasciando l’ottima regia e recitazione dei protagonisti, il film riesce a trasporre su schermo magistralmente una storia che sulla carta non avrebbe potuto offrire particolari guizzi se non nel rocambolesco finale. Detto ciò, a Black Mass manca questo spirito di trovare il guizzo che faccia nascere dalle scene che ci passeranno davanti agli occhi un ritmo incalzante che spinga lo spettatore a non affossarsi sulla seggiola della sala.

BlackMass

E con questo non si vuole dire che il film sia noioso, tutt’altro. Quanto detto in precedenza non vuol dire assolutamente che la mancanza di ritmo sia per forza di cose un difetto, proprio perchè Black Mass si sviluppa su più strati temporali con le inevitabili conseguenze di cui si è già parlato.

Questo andava detto anche per capire cosa Black Mass vuole effettivamente essere: tutto, niente o entrambe le cose insieme? Perchè nel calderone del film vengono presentati un pò tutti gli aspetti della vita del gangster senza comunque approfondirne particolarmente nessuno, forse per mancanza di tempo, forse per chissà quale altro motivo. Il suo rapporto con la moglie e il figlio è appena sviluppato, così come quello con suo fratello e sua madre, per non parlare di quello con i suoi scagnozzi, forse quello trasposto peggio, quello con l’agente dell’FBI John Connolly si salva almeno in parte.

Nei panni di James Bulger un Johnny Depp, dal look che si può definire tranquillamente come “vampiresco”, sempre in parte e che comunque ce la mette tutta per rendere il protagonista credibile nonostante il pesante trucco e l’acconciatura palesemente finta; Dakota Johnson, nei panni della moglie Lindsey Cyr, si limita a una fugace apparizione all’inizio del film comunque buona c’è da dirlo; anche Benedict Cumberbatch, ossia Bill Bulger, è relegato a una manciata di entrate e uscite anch’esse buone; Joel Edgerton, l’agente John Connolly, è abbastanza presente nella pellicola ma convince a tratti diventando particolarmente pesante nella parte finale; il resto sono solo fugaci apparizioni dei vari scagnozzi di James, dei quali non ce n’e uno che lasci il segno.

Come già detto buona la ricreazione d’epoca nonchè la sceneggiatura e il protagonista Depp che riesce a destreggiarsi bene in questo ruolo inedito.

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