Recensione: Doom Patrol vol. 1
Pubblicato il 20 Febbraio 2011 alle 08:05
Autori: Keith Giffen, J.M. De Matteis (testi), Matthew Clarke, Justiniano, Kevin Maguire, Tim Levins (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 14,95, 16,8 x 25,7, pp. 160
Giunge in Italia la più recente serie della Doom Patrol, bizzarra squadra di eroi DC creata negli anni sessanta da Arnold Drake e che, in un certo qual modo, ricordava, almeno in principio, gli X-Men marvelliani. E, in effetti, le vicende di Robotman, Negative Man e Elastigirl (poi Elastiwoman), guidati dal paralitico Niles Caulder, potevano far pensare a quelle dei pupilli del Professor X.
La Pattuglia del Destino, comunque, non ebbe mai un grande seguito e, dopo la chiusura del serial, i characters apparvero di tanto in tanto come guest-stars in altri mensili DC e, nel corso del tempo, ebbero un ruolo a volte rilevante negli avvenimenti del DC Universe. Oltre a ciò, come per ogni supergruppo che si rispetti, la formazione cambiò spesso e non mancarono nemmeno i decessi di alcuni membri.
Nel periodo post-Crisis degli anni ottanta, la DC varò un nuovo comic-book della Doom Patrol e, dopo i primi episodi, non particolarmente esaltanti, giunse Grant Morrison che rese il serial di Robotman e soci uno dei più anti-convenzionali e sperimentali della casa editrice, inserendo trasgressivi personaggi e anticipando le atmosfere della celebrata Invisibles (e se Planeta proponesse pure la gestione Morrison della Doom Patrol farebbe cosa gradita!).
L’attuale mensile, scritto dal bravo Keith Giffen, è imperniato sui componenti originari Robotman, Elastiwoman e Negative Man, guidati come al solito da Caulder; ma non mancano, in questo primo tp che raccoglie i cinque episodi iniziali del serial, altri componenti delle formazioni passate, come Maggiolino o Mento; inoltre, collegandosi alle vicissitudini di Blackest Night, Giffen ripesca i defunti Celsius e Tempest, in versione zombi.
Il tono del comic-book è ironico, specie nei dialoghi; e bisogna puntualizzare che Doom Patrol, pur essendo mainstream, non è affatto banale; anzi, la scansione del plot può risultare ostica e la narrazione è basata su e-mail, resoconti, rapporti on-line e diari, che rendono il fumetto molto interessante, dal punto di vista stilistico e testuale. Per giunta, Giffen delinea abilmente le psicologie di supereroi sopra le righe, protagonisti di una story-line imperniata su buchi neri senzienti e varie stranezze, con influssi fantascientifici, riferimenti filosofici e citazioni degli AC/DC.
La parte grafica è valida, grazie ai disegni di Matthew Clarke e Justiniano che sanno ben rappresentare ogni particolare della trama, con una impostazione della tavola a volte classica, a volte contemporanea: un’alternanza parallela a quella della storia, a tratti lenta e a tratti estremamente veloce.
Per giunta, in appendice c’è il serial a puntate dei robotici Metal Men, inventati da Robert Kanigher e Ross Andru e che, da un certo punto di vista, sono persino più stravaganti della Doom Patrol. I testi sono della premiata coppia Giffen/De Matteis e hanno la stessa carica ironica (anche se un po’ esasperata) della loro versione anni ottanta della JLA. I Metal Men (Mercurio, Platino, Oro, Piombo, Ferro, Stagno, l’ultima arrivata Rame e il loro creatore, il Dr. Will Magnus) saranno coinvolti in spassose e demenziali avventure nello spazio e affronteranno letali e sexy donne robot, in una trama piena di riferimenti alla cultura pop e mediatica, con critiche, nemmeno tanto velate, nei confronti dell’atteggiamento spietato dei network televisivi e delle discriminazioni presenti nella società americana.
Penciler di questi episodi d’appendice dei Metal Men è il bravissimo Kevin Maguire, che non ha bisogno di presentazioni (anche se in un capitolo è sostituito dall’efficace Tim Levins) e che delizia il lettore con le adorabili smorfie dei personaggi e la sua abilità illustrativa. Per concludere, questa pubblicazione presenta eroi certamente ‘minori’. Ma c’è qualità e mi sento di consigliarla. Provatela.
Voto: 8