Comics USA: il mercato cresce ma non abbastanza, cambiano le strategie degli editori

Pubblicato il 30 Settembre 2015 alle 13:00

All’incontro con distributori e proprietari di fumetterie Marvel, DC, IDW, Image e gli altri editori hanno discusso dei problemi venuti alla luce nell’ultimo anno.

Da quando vi abbiamo proposto l’accurata analisi di David Harper sullo stato del mercato USA del fumetto, alcune cose sono cambiate e una nuova diapositiva sullo stato del mercato del fumetto USA viene dall’incontro tra rivenditori e editori organizzato dal distributore leader nordamericano Diamond a Baltimora, dove sono state delineate le linee guida che le case editrici seguiranno nei prossimi mesi.

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I numeri

Partiamo con le buone nuove: Diamond ha riportato un aumento totale delle vendite dell’8,28% rispetto all’anno precedente, cifra che testimonia quanto meno una buona salute, considerando anche che il numero delle fumetterie è cresciuto del 3,6%.
Il problema di queste cifre è che la forza della “ripresa” del mondo dei comics sembra essere molto rallentata rispetto a due anni fa (2013), quando Diamond annunciava un miglioramento molto più marcato del 29%.

A questo si sono aggiunte alcune preoccupazioni recenti come quelle di cui parlavamo: la débacle DCYou e i seguenti problemi di comunicazione, le difficoltà nel rispettare le scadenze della Marvel, l’aumento progressivo delle variant cover e la vicenda Archie Comics, casa editrice che nonostante un “reboot” lodato dalla critica ha licenziato buona parte del suo staff editoriale.

Giudicare dalla copertina

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Il caso copertine alternative ha dominato il panel in cui si sono incontrate i cinque editori maggiori: Marvel, DC, Image, IDW e Dark Horse. Pare che anche i publisher abbiano capito come le regole per l’acquisto delle variant stiano cominciando ad essere troppo complesse o autoritarie. Se a volte una fumetteria può ordinare la cover alternativa come un qualsiasi altro fumetto, in molti casi (ed è il caso della Marvel) la può ottenere solo acquistando un certo (alto) numero di copie dell’albo in questione, o ordinando un certo quantitativo di un altro titolo meno popolare della casa editrice. In pratica l’accusa rivolta agli editori dalle fumetterie è che le variant sono diventate (o tornate ad essere, dopo gli anni ’90) un mezzo per “drogare” le statistiche, come nel caso di Star Wars #1 che ha avuto più di 100 copertine.

In risposta a queste lamentele la Marvel ha annunciato che rivedrà le proprie politiche sulle variant, semplificandole, ma è stata l’Image a dare il taglio più netto: non verranno più realizzate copertine alternative per gli albi del colosso Indie.

Pubblicare meno, pubblicare sul sicuro?

Più vicino alle problematiche dell’analisi di SKTCHD (non l’avete ancora letta? Eccola QUI) il piano della Boom! (Adventure Time, Lumberjanes), che ha annunciato una riduzione delle pubblicazioni del 15% per il 2016. Ben più interessata alle uscite di quest’anno invece la DC, che spera nell’attesissimo The Dark Knight III: The Master Race di Miller/Azzarello/Kubert/Janson per riprendersi dal traumatico avvio di DCYou.

Dark Knight III

Passando alle voci, sembra che i fattori sopra esposti (difficoltà DC, ritardi Marvel) porteranno ad un settembre abbastanza lento dal punto di vista delle vendite, almeno secondo le 250 fumetterie presenti al summit. Un arresto momentaneo che però non preoccupa più di tanto i rivenditori, i quali alla luce delle discussioni avviate nell’incontro sperano in una maggiore collaborazione con gli editori per evitare le catastrofi economiche degli anni ’90.

Fonte: Publisher Weekly

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