Recensione: Punisher War Zone Marvel Gold

Pubblicato il 17 Febbraio 2011 alle 16:17

Autori: Chuck Dixon (testi), John Romita jr. (disegni)
Casa editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 14,00, 17 x 26, pp. 152, col.


Erano gli anni settanta e Gerry Conway, all’epoca giovanissimo sceneggiatore di Amazing Spider-Man, sconvolse i lettori Marvel con le sue storie decisamente drammatiche per gli standard della serie dedicata all’Uomo Ragno. Fu Conway, infatti, a far morire la splendida Gwen Stacy, grande amore dell’Arrampicamuri, e a delineare trame inquietanti, inserendo character nuovi come, per esempio, il disturbante Sciacallo. O il vigilante metropolitano che risponde al nome di Punitore.

Ispirato ai film del Giustiziere della Notte con Charles Bronson, Conway, coadiuvato dal penciler Ross Andru, inventò, appunto, Frank Castle, ex berretto verde in Vietnam, che, dopo aver perso moglie e figli durante un regolamento di conti tra gangster, decide di combattere i criminali. La differenza, però, tra Castle e gli altri avventurieri in costume riguardava i metodi: il Punitore, infatti, uccide e non fa sconti a nessuno.

Punisher colpì l’immaginario di molti e le sue ripetute apparizioni nei serial dell’Uomo Ragno o di Capitan America contribuirono ad accrescerne la popolarità. Ma fu solo verso la metà degli anni ottanta che la Marvel varò la sua serie mensile, Punisher, che, grazie alle intense sceneggiature di Mike Baron, ottenne subito notevole successo. In seguito, la Casa delle Idee ritenne di dover affiancare al comic-book principale anche Punisher War Journal (che, per un certo periodo, fu impreziosito dalle matite di Jim Lee), insieme a numerosi albi speciali.

Ma nei primi anni novanta il Punitore sembrava essere arrivato al capolinea: eccessivamente sfruttato, l’antieroe aveva perso il suo carisma e si tentò di correre ai ripari con un terzo mensile, Punisher War Zone, realizzato, almeno nei primi episodi, da un team di tutto rispetto: Chuck Dixon ai testi, che proprio con Castle si fece conoscere presso il grande pubblico, malgrado avesse già scritto interessanti storie di Conan, e l’eccezionale disegnatore John Romita jr, ancora oggi uno degli artisti di punta della Marvel.

Con attitudine aggressiva, Dixon si sbizzarrì inserendo il Punitore, più psicopatico e violento che mai, in un’avvincente story-line imperniata su varie fazioni di mafiosi e sul tentativo di Castle di inserirsi nei loro ranghi, allo scopo di distruggere ogni clan dall’interno. La storia, particolarmente intensa, sembra in un certo senso anticipare telefilm polizieschi come ‘The Wire’ e, pur realizzando un prodotto commerciale, Dixon dimostrò di sapersela cavare egregiamente, trovandosi a suo agio nelle atmosfere hard-boiled.

John Romita jr., dal canto suo, che aveva già deliziato i lettori con le sue celebrate run di Amazing Spider-Man, Uncanny X-Men, Starbrand e, soprattutto, dell’incredibile Daredevil in coppia con Ann Nocenti, realizzò un lavoro di notevole impatto grafico, specie se si considerano le sequenze d’azione, riuscendo a caratterizzare in modo efficace il Punitore, visualizzandolo come un freddo e spietato vigilante con sguardo fisso da monomaniaco. Senza trascurare le bella e spietata (nonché vogliosa) Rosalie Carbone, figlia di un capo clan, da lui rappresentata. in maniera al contempo affascinante e disturbante.

Siamo molto lontani dal Punitore trasgressivo e sopra le righe di Garth Ennis, certo; tuttavia, questo volume della linea Marvel Gold che include una delle sequenze più valide del character non è affatto trascurabile e piacerà agli amanti del fumetto all action che intendono semplicemente distrarsi. Da provare.


Voto: 8

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