Mr Robot – Serie completa – Recensione
Pubblicato il 1 Ottobre 2015 alle 15:15
La serie rivelazione del 2015 in casa USA Network arriva su Mangaforever con una recensione della prima stagione completa!
Elliot è un ragazzo che lavora come informatico in una società di sicurezza informatica, la allSafe. Questa azienda si occupa a sua volta di proteggere i server di una delle più importanti imprese mondiali, la EvilCorp (nomen-omen?). Fin qui tutto bene, fino a quando non si arriva ad approfondire un po’ di più la vita di Elliot. Il protagonista della serie è un ragazzo con problemi mentali (ansia sociale e depressione clinica) e con un’infanzia difficile alle spalle, il padre è morto quando lui era solo un bambino e la madre qualche anno dopo lasciandolo solo al mondo.
L’unica persona che sembra aver vicino è Angela, sua amica di infanzia e collega alla allSafe. L’unico modo per Elliot di entrare in contatto con loro è di hackerarle, scoprendo tutto sulla loro vita e riempiendo CD di dati personali in modo da avere sempre qualcosa su di loro.
Tyrell Wellick è il giovane Senior Vice President of Technology di Evil Corp e il suo unico scopo nella vita è far carriera, a qualunque costo e con qualunque mezzo grazie all’aiuto della moglie.
Durante un attacco ai server della AllSafe, Elliot arriva a scoprire il nome di fSociety, a quanto pare è proprio questa organizzazione ad aver hackerato i server ed apparentemente si aspettavano di essere trovati proprio da Elliot che viene reclutato dal capo dell’organizzazione, uno strano individuo che dice di chiamarsi MrRobot e che fin da subito mette il protagonista davanti a scelte importanti e difficili.
Lo scopo di fSociety è quello di abbattere la EvilCorp in modo da azzerare il debito dei cittadini verso la società tentando di redistribuire i beni tra i più bisognosi riequilibrando la situazione economica mondiale, dando inizio ad una rivoluzione.
Tutto è come ci si aspetta? A quanto pare no, infatti le ultime 3 puntate saranno un crescendo di emozioni incredibili che faranno dubitare lo spettatore di poter anche soltanto credere ad un dialogo degli attori, tutto cambierà e si scopre che non tutto quello che si è visto prima è vero. Ma chi è veramente MrRobot, cosa vuole realmente fSociety e qual è il ruolo di Elliot?
Commento
USA Network fa jackpot con una serie sugli hacker apprezzata anche dagli hacker, finalmente (molti dei precedenti film erano stati denigrati dagli informatici). Se non lo sapessimo penseremmo ad una serie HBO o Showtime, per la storia ben congegnata. Infatti gli attori sono fantastici e calati perfettamente nei loro ruoli. Rami Malek è incredibile (per chi non lo sapesse è il faraone di Una notte al museo), una interpretazione degna del premio oscar, a volte la sua espressione è davvero inquietante e raccapricciante.
Gli altri attori sono comunque degni interpreti di una serie TV decisamente rivoluzionaria. Ottima la sceneggiatura di Sam Esmail che non lascia buchi e si mantiene sempre sugli stessi livelli. La fotografia è stupenda.
Una serie TV che si offre di fornire una specie di morale al suo interno e che vuole essere una critica alla società contemporanea. Ogni ruolo potrebbe tranquillamente essere ricondotto ad una categoria di personaggi che, probabilmente, ognuno di noi avrà incontrato nella vita, dall’arrampicatore sociale senza scrupoli (Tyrell), la ragazza gentile ma con carattere (Angela), il geniale ragazzo ma problematico (Elliot).
Ognuno ha un motivo per cui lottare, un motivo per tentare di cambiare il mondo che li circonda, chi per ambizione, chi per vendetta e chi per superare i propri problemi. Un’altra delle cose importanti che ci fa pensare di Mr Robot è la facilità con cui ormai la privacy può essere messa in discussione, basta avere un PC, un account Facebook o Twitter e chiunque può scoprire i nostri gusti. il nostro carattere e tutto quello che ci circonda. Il concetto di privato è inutile e senza valore per Elliot che arriva ad hackerare le persone più vicine a lui, senza scrupolo o rimorso.
Forse l’unico problema vero della serie è il fatto di non essere del tutto comprensibile per chi non è molto familiare coi computer ma gli autori, molto intelligentemente, sono riusciti ad inserire le spiegazioni dei termini più complicati all’interno dei dialoghi.