Recensione: Batman Straniero Fantasma

Pubblicato il 16 Febbraio 2011 alle 16:04

Autori: Alan Grant (testi), Arthur Ransom (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 5,95, 16,8 x 25,7, pp. 48


L’inglese Alan Grant è un autore che, nel corso degli anni, si è spesso occupato di Batman, con esiti interessanti, specie quando è stato coadiuvato dal penciler Norm Breyfogle. Ed è peraltro conosciuto non solo per le storie di Detective Comics ma anche per la sua godibile versione degli Outsiders, gruppo capitanato da Bats, protagonista del serial Batman & The Outsiders, appunto, considerato uno dei migliori per ciò che concerne la produzione DC degli anni ottanta.

Ovviamente, Alan ha realizzato anche altro ma è all’Uomo Pipistrello che deve la sua fortuna. Come scrittore, è in grado di delineare trame semplici e classiche nell’impostazione, pur dimostrando, all’occorrenza, di saper svolgere un’approfondita analisi psicologica dei personaggi e non esimendosi, quando ne ha voglia, di affrontare tematiche adulte e inquietanti, a volte con un grado di eversione notevole.

Questo volumetto comprende un one-shot da lui scritto e disegnato dall’ottimo Arthur Ranson  e presenta un team-up tra Batman e uno dei più intriganti characters del DC Universe, il misterioso Straniero Fantasma.

Se di Bruce Wayne si sa, sostanzialmente, quasi tutto, non si può affermare lo stesso per Phantom Stranger. Negli anni sessanta fu presentato come una specie di detective dell’occulto e le sue avventure (alcune disegnate dal mitico Neal Adams) erano in linea con quelle di eroi esoterici stile Deadman o Dr. Strange. Tuttavia, di lui si sapeva poco.

Le ipotesi, nel corso degli anni, si sprecarono. Secondo certi autori, Phantom Stranger era il mitico Ebreo Errante; Alan Moore fece addirittura intendere che si trattava di un angelo che, nel momento cruciale della ribellione di Lucifero, non era stato capace di scegliere con chi schierarsi e, per questo motivo, era stato condannato a vivere lontano dal Paradiso.

Malgrado ciò, i particolari decisivi sul suo conto sono tuttora scarsi e, credo, per volere della stessa DC, considerando che il fascino di Phantom Stranger consiste proprio nell’alone enigmatico che lo circonda. E, venendo nello specifico di questa storia, lo stesso Bruce Wayne, a più riprese, si fa domande su di lui, senza ovviamente riuscire a scoprire nulla.

Non che ne abbia il tempo, in verità. Poiché il più grande detective del mondo deve collaborare con il detective dell’occulto, in una vicenda che, partendo da semplici atmosfere noir basate su giovani scapestrati, si avvicina progressivamente a situazioni che hanno molto a che vedere con il paranormale.

Tra ragazzi che entrano di notte nei cimiteri per motivi imprecisati, malavitosi che cercano il potere, studiosi che forse hanno scoperto i segreti della civiltà scomparsa di Lemuria, Alan Grant costruisce una trama piacevole che è un mix di thriller ed esoterismo di impronta cospiratoria. I suoi testi sono efficaci e la storia, nel complesso, scorre piacevolmente. I disegni di Arthur Ranson sono splendidi e il penciler, con il suo tratto dark, carico di ombre e chiaroscuri, è indubbiamente la scelta più adatta, data la natura della vicenda. Questo volumetto non è un’opera miliare. Si tratta di un prodotto scacciapensieri; però è ben realizzato e non è affatto da trascurare.


Voto: 7 ½

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