The Brink stagione 1 – Recensione
Pubblicato il 14 Ottobre 2015 alle 12:42
Nuova serie targata HBO, se vi è piaciuto Veep non potete perdere The Brink!
Brink in Inglese significa orlo, ed è esattamente come potremmo riassumere la serie se avessimo una sola parola a disposizione. Cerchiamo di spiegare meglio il concetto.
The Brink nasce da un’idea di Roberto e Kim Benabib e vede come tema principale una crisi estera tra Pakistan e USA. Il cast è costituito da attori di prima grandezza come Jack Black, Tim Robbins, Carla Gugino e molti altri. La serie è naturalmente una satira politica della risoluzione delle crisi internazionali e dei rapporti diplomatici tra gli Stati Uniti e le altre nazioni, principalmente quelle del Medio Oriente.
Alex Talbot (Black) è un impiegato dell’ambasciata statunitense ad Islamabad (Pakistan), mentre Walter Larson è il segretario di stato degli USA. In Pakistan avviene un colpo di stato subito dopo le elezioni col generale Umair Zaman che prende il potere.
Tutta la situazione rischia di scatenare una guerra nucleare tra Pakistan ed Israele coinvolgendo anche India e Cina. Infatti il nuovo leader pakistano intende colpire Israele con delle testate nucleari distruggendo Tel Aviv. Gli Statunitensi sono decisi a salvare Israele tentando di colpire prima il Pakistan come suggerito dal segretario della difesa Pierce. Intanto Alex Talbot è preso in ostaggio dai militanti del presidente Zaman.
Nello stesso istante sulla portaerei Ulysses S. Grant, il tenente comandante Zeke “Z-Pak” Tilson tenta di sbarcare il lunario vendendo illegalmente le pillole mandategli dall’ex moglie farmacista finendo per combinare un disastro. Le storie dei tre protagonisti si intrecceranno durante la crisi che minaccia di diventare internazionale e che porterà sull’orlo di una guerra nucleare.
Una serie curiosa che vuole seguire l’ondata del successo di Veep.
Benchè in America abbia ricevuto recensioni contrastanti, The Brink è una serie ben scritta e che fa divertire. Mischiare il genere della satira alla politica non sempre è facile. Bisogna anche dire che la serie si basa su clichè ormai decisamente stereotipati come i politici e i possibili scandali sessuali, come il segretario di stato malato di sesso, oppure l’inettitudine di alcuni diplomatici che rischiano di causare problemi internazionali come Jack Black o l’ambasciatore americano in Pakistan, Robert Kittredge, che vede in 7 ragazze pakistane una sorta di rivelazione biblica per scampare alla possibile guerra.
Sicuramente il personaggio di Walter Larson è quello meglio costruito in assoluto, risultando il protagonista dell’intera serie, un Tim Robbins in stato di grazia.
Il personaggio di Jack Black ha una sorta di crescita all’interno della stagione passando da un bonario agente di un’ambasciata ad un “quasi” “eroe per caso” che deve risolvere la situazione del Pakistan nonostante la sua totale inettitudine.
Curiosamente, nonostante le recensioni miste della critica specializzata la serie ha ottenuto un buon successo di pubblico totalizzando l’86% di critiche positive con una media di 4,2/5 e venendo rinnovata per una seconda stagione.