Dylan Dog: Caccia alle Streghe – L’edizione Bao rende giustizia a una storia di denuncia sociale
Pubblicato il 17 Settembre 2015 alle 11:30
Torna in libreria Caccia alle Streghe, storico numero di Dylan Dog di Sclavi e Dall’Agnol in una veste deluxe!!
Continua la collaborazione tra Bao Publshing e Bonelli: questa volta, ad essere ripubblicato in edizione deluxe è stato scelto “Caccia alle Streghe”, storia pubblicata originariamente sul numero 69 di Dylan Dog, nell’ormai lontano giugno 1992. Era un periodo in cui i fumetti, e Dylan Dog in particolare, facevano notizia sui giornali, ma non in positivo: molte infatti erano le testate, tra cui ovviamente quella Sclaviana, a venire accusate di eccessiva violenza.
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Insomma i venti di censura rischiavano di tornare a soffiare, e Tiziano Sclavi fece sentire la sua voce con un numero che presto divenne un vero e proprio cult, anche grazie alla sua geniale componente meta-fumettistica.
In Caccia alle Streghe, Dylan dovrà aiutare Justin Moss, autore di fumetti horror ( e qui il riferimento biografico non è praticamente neanche nascosto tra le righe) contro di cui giornali, politici, e in generale i benpensanti tanto odiati da Sclavi e Dylan hanno intrapreso una vera e propria crociata di censura.
La trama diventa poi più complessa e sfaccettata, e spesso il lettore verrà quasi preso in giro da Sclavi, che gioca molto con il confine tra fumetto e meta-fumetto, tra finzione e realtà, prendendo in giro il lettore ma anche comunicandogli un messaggio forte e chiaro.
Come tanti autori prima di lui, Sclavi ha voluto prendere una posizione netta contro la censura, rendendo questo numero importante per la storia del fumetto stesso: senza dimenticare però i contenuti artistici, che non mancano ne nella scrittura ne nei disegni.
Alle matite infatti Piero Dall’Agnol, qui alla sua prima collaborazione con Sclavi, che con uno stile personale, realistico e spigoloso realizza una piccola perla. Interessante, per chi ha letto recentemente Dylan Dog 342, notare l’evoluzione stilistica dell’autore, che sicuramente in questi anni si è evoluto con una continua ricerca: questo suo stile si nota anche nella bellissima nuova copertina che Dall’Agnol ha realizzato per l’edizione Bao, pitturata da Gigi Cavenago, curatore della variant dell’edizione.
Insomma, il progetto di bao di dare risalto con edizioni di lusso alle storie che hanno reso grande l’Indagatore dell’Incubo si rivela davvero sempre più riuscito, utile sia ai nuovi lettori sia ai collezionisti.
E vedere il nome di Sclavi nuovamente in fumetteria non può che essere il giusto trattamento per uno dei grandi del fumetto italiano.
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La storia magari oggi ha perso leggermente di attualità, le intenzioni di censurare ci sono, ma ormai del fumetto si parla soprattutto per il suo lato artistico (per fortuna): a prescindere da ciò, la storia non perde di valore perché come detto, a prescindere dal suo messaggio sociale, rimane un’ottima storia splendidamente disegnata.
L’edizione Bao non delude, come al solito,anche perché arricchita da extra come la sceneggiatura originale del fumetto: leggere le sceneggiature di Sclavi è sempre divertente e particolare, per il suo modo personale di rivolgersi al disegnatore.
Insomma, un volume consigliato per fan di Dylan e non, un progetto che lascia curiosi di sapere quale sarà il prossimo numero a venire riproposto in questa veste.