Superfumetti n. 2 – The Amazing Spider-Man – RECENSIONE
Pubblicato il 1 Settembre 2015 alle 11:20
Arriva la seconda uscita della collana Superfumetti dedicata all’unico e solo Arrampicamuri, lo stupefacente Uomo Ragno! Non perdete storie leggendarie realizzate da Stan Lee, Jack Kirby, Steve Ditko, John Romita e altri maestri dei comics!
Il secondo numero della collana Superfumetti propone alcune storie del personaggio più conosciuto e amato della Marvel, l’Uomo Ragno. Il celebre Peter Parker creato dai leggendari Stan Lee e Jack Kirby (fu il Re ad ideare il suo aspetto) e disegnato dal grande Steve Ditko è stato sin dai primordi il simbolo della rivoluzione Marvel dei supereroi con super problemi. Se infatti gli eroi DC come Superman e Batman erano invincibili e in fondo lontani dall’uomo comune, quelli Marvel erano più umani e imperfetti e il processo di identificazione con il lettore era più facile.
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Spider-Man in effetti sintetizza lo stile Marvel. Nella sua identità supereroica ha sempre la meglio sugli avversari, sebbene l’opinione pubblica lo disprezzi, sobillata dagli editoriali di J.J. Jameson. Nel privato, invece, Peter Parker è pieno di problemi. Non ha grandi disponibilità economiche, è orfano, è spesso preoccupato per le condizioni di salute della Zia May, ha difficoltà con le ragazze e i compagni di scuola come Flash Thompson lo prendono in giro. Nel corso del tempo ovviamente le situazioni si sono evolute ma Peter è sempre rimasto umano e credibile e i problemi sono tuttora la costante della sua esistenza.
Tale umanità e anche il fatto che le vicende di Spidey così come quelle degli altri Marvel heroes siano collocate nel mondo reale hanno fatto la differenza e di ciò ve ne potrete rendere conto in questo albo che include episodi che ben rappresentano i diversi momenti della vita editoriale del Ragno. Si inizia con un breve e divertente episodio tratto dal n. 8 di Amazing Spider-Man scritto da Stan Lee e disegnato da Jack Kirby. E’ uno dei rari contributi del Re alla saga di Spidey ed è incentrato su una zuffa tra l’Arrampicamuri e la Torcia Umana. Gli incontri/scontri tra i due teenager furono uno degli elementi ricorrenti delle prime storie dell’Uomo Ragno e i testi di Lee risultano ancora oggi ironici e spassosi.
Si passa poi alle storie dei nn. 32-33 di Amazing Spider-Man, in pratica il culmine della celebrata Saga del Coordinatore nonché l’apoteosi dell’era Ditko. Il penciler si rese responsabile di parte della sceneggiatura, ufficialmente attribuita a Lee. In ogni caso, è una vera e propria pietra miliare della Marvel che ha il merito di evidenziare appunto il lato umano e vulnerabile di Peter. Per salvare la Zia May, in pessime condizioni a causa di una particella di radioattività nel sangue, il nostro eroe deve procurarsi un raro isotopo che è stato rubato dal Coordinatore, alias Dr. Octopus.
Spidey si impegna quindi in una strenua lotta contro il suo acerrimo nemico e i suoi sgherri, arrivando a compiere lo sforzo supremo. La situazione è disperata ma Peter ha la meglio. Lee e Ditko spiegano bene che Peter è un eroe non tanto a causa dei suoi poteri ma per il forte senso di responsabilità e per il coraggio che lo portano a superare situazioni che paiono perse in partenza. L’Uomo Ragno è un eroe innanzitutto perché è un uomo. I testi sono magnifici e i disegni nervosi di Ditko un capolavoro visivo, perlomeno se collocati nel contesto del periodo.
C’è poi la celebre storia del n. 50 di Amazing Spider-Man e qui ci troviamo in piena era Romita. Peter decide momentaneamente di rinunciare alla sua identità di Uomo Ragno e di dedicarsi alla sua vita privata. Pure in questa occasione, tuttavia, Stan Lee fa capire che ciò è impossibile, proprio a causa dell’idealismo di Peter, sempre propenso ad aiutare il prossimo quando ne ha l’occasione. La rettitudine e le caratteristiche umane prevalgono di nuovo e Lee scrive testi profondi, un po’ verbosi ma efficaci, coadiuvato da un John Romita Sr. in stato di grazia che ci regala splendide versioni di Peter, di Harry e delle bellissime Gwen e Mary Jane, in un perfetto mix di stilemi supereroici e romance, ambito dal quale il bravissimo John proveniva.
L’albo si conclude con i nn. 229/230 di Amazing Spider-Man. E’ materiale anni ottanta firmato da Roger Stern, l’autore che riportò il comic-book agli antichi fasti recuperando proprio il lato soap-operistico della saga di Spidey senza trascurare l’elemento supereroico, e disegnato da John Romita Jr., qui ancora lontano dallo stile dirompente apprezzato dai suoi fan e lievemente compromesso dalle chine di Jim Mooney. Nel tentativo di aiutare la veggente Madame Web, il Ragno dovrà vedersela con l’inarrestabile Fenomeno, un villain che di primo acchito sembrerebbe al di là della sua portata.
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Stern però insiste sul concetto già approfondito dai suoi predecessori: il senso di responsabilità. Spidey affronta il nemico indipendentemente dalle sue debolezze. Lo fa perché è giusto così. Lo fa perché non può fare altro. Stern delinea una story-line avvincente valorizzata da un ritmo indiavolato. I disegni di Romita Jr., malgrado qualche incertezza, sono efficaci. Molti conosceranno queste storie a memoria ma varrebbe la pena rileggerle. Coloro che invece non hanno avuto modo di scoprirle avranno una lieta sorpresa. Furono realizzate quando la Marvel non era stata rovinata dalle pellicole che hanno distrutto i comics e il cinema americano, dalle serie stupide rivolte ai ragazzini, dagli eventi montati dal marketing ma privi di costrutto e dai procioni. In pratica, quando la Marvel era ancora una casa editrice che pubblicava fumetti degni di essere chiamati tali.