Recensione: Sebastian O – Grant Morrison
Pubblicato il 5 Febbraio 2011 alle 12:57
Autori: Grant Morrison (testi), Steve Yeowell (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 7,95
Grant Morrison è senza dubbio, insieme a Neil Gaiman e Alan Moore, uno degli autori di comics più importanti a livello internazionale e ha fatto la fortuna della DC, sia per ciò che concerne la divisione prettamente super-eroistica della casa editrice, sia per quanto riguarda la linea più adulta, la Vertigo. Di Morrison ricordiamo, in particolare, opere seminali come Animal Man, Invisibles, Arkham Asylum, e anche la trasgressiva e controversa gestione di X-Men per una Marvel una volta tanto illuminata (anche se, ahimè, tale illuminazione è durata poco).
Le caratteristiche peculiari di Morrison sono la sfrenata carica eversiva della sua immaginazione; i testi poetici, allucinati e perversi; le citazioni letterarie, artistiche e cinematografiche e l’influsso dei movimenti underground anglosassoni. Non mancano, inoltre, riferimenti all’esoterismo e all’occultismo, veri e propri marchi di fabbrica della sua ispirazione. Esempio di ciò è la miniserie di tre numeri Sebastian O, pubblicata nei primi anni novanta dalla DC/Vertigo e proposta da Planeta De Agostini in tp.
Chi è Sebastian O? Potremmo definirlo una specie di Oscar Wilde che agisce in una versione alternativa dell’Inghilterra vittoriana. Aderendo agli stilemi steampunk di autori fantascientifici come K.W. Jeter, William Gibson e Bruce Sterling, che descrivono la Gran Bretagna fin de siécle come un mondo in cui già esistono i computer e le realtà virtuali, Morrison coinvolge il lettore con le vicissitudini di Sebastian O, raffinato dandy assassino, che, dopo essere evaso, decide di scoprire l’identità di colui che lo ha fatto internare a Bedlam per crimini contro i valori morali (chiara reminescenza della condanna autentica subita da Oscar Wilde, reo di essere omosessuale).
Sebastian O, a suo tempo, fu una delle prime proposte dell’allora neonata Vertigo e contiene tutti gli elementi tipici dei comics pubblicati da tale divisione editoriale: testi profondi e introspettivi; situazioni ‘adulte’ che esulano dai consueti canoni fumettistici statunitensi; la complessità della struttura narrativa sempre, però, comprensibile. In particolare, le battute di Sebastian sono un ottimo esempio dei dialoghi ironici e graffianti che tutti i fan di Morrison hanno imparato a conoscere e ad apprezzare, mutuati dall’arguzia epigrammatica del celebre autore de ‘Il Ritratto di Dorian Gray’.
Non mancano le atmosfere omo-erotiche, con personaggi ora androgini, ora bisessuali, ora chiaramente pederasti; dettaglio non da poco se si considera che Sebastian O è stato originariamente pensato per un mercato, malgrado tutto, ancora bigotto come quello nord-americano (sempre che non si voglia ragionare sul celeberrimo Preacher di Ennis).
I disegni di Steve Yeowell, a tratti grezzi e statici, si adattano comunque al decadentismo della trama, con influenze dello stile liberty e delle incisioni di Aubrey Beardsley. Nel complesso, quindi, Sebastian O è un fumetto divertente e colto, senza intellettualismi fine a se stessi: la prova dell’intelligenza di Morrison, capace di spaziare dall’Inghilterra vittoriana alle saghe cosmiche dei tipi in calzamaglia, ma evitando banalità e luoghi comuni. Consiglio quindi la lettura (o, perché no?, la rilettura) di Sebastian O a coloro che ancora non conoscessero il genio dello scrittore scozzese. Sarà come esaltarsi con un bicchiere di assenzio.
Voto: 8