Nemo Fiume di Spettri: Moore gioca con atmosfere steampunk, rievocando la gloriosa tradizione della narrativa popolare – RECENSIONE

Pubblicato il 31 Agosto 2015 alle 11:15

Arriva un nuovo tassello dell’incredibile affresco narrativo della Lega degli Straordinari Gentlemen! Cosa succede a Janni, la figlia del Capitano Nemo, quando scopre che la sua acerrima nemica Ayesha potrebbe essere ancora viva? Ce lo spiegano Alan Moore e Kevin O’Neill!

Un fumetto firmato da Alan Moore, considerato all’unanimità il più importante autore di comics a livello mondiale, non è mai banale, sebbene nella sua vasta produzione non tutto sia allo stesso livello. Il grande scrittore di capolavori del calibro di Watchmen, From Hell e V for Vendetta a volte realizza lavori non paragonabili alle pietre miliari sopraccitate. Tuttavia, un fumetto del Magus non è mai banale ed è sempre e comunque superiore alla media.

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Uno dei suoi esiti artistici più rilevanti degli ultimi anni è senza dubbio l’incredibile affresco narrativo della Lega degli Straordinari Gentlemen. Il Bardo di Northampton ebbe la peculiare idea di utilizzare i personaggi della letteratura, inserendoli in un universo dalle atmosfere steampunk.

Con le varie miniserie e one-shot che fanno parte di questa operazione Alan ha delineato una vera e propria realtà alternativa con una continuity precisa, specifiche regole e soprattutto un folto e variegato cast di character.

Ora Moore sta ampliando tale affresco con storie incentrate su personaggi che nell’ambito delle vicende principali potrebbero essere reputati minori ma che non sono meno intriganti di Mina Harker, Allan Quartermain e compagni.

E’ il caso, per esempio, di Janni, la spietata figlia del Capitano Nemo che crescendo ha preso il posto del padre e ha vissuto al pari del genitore incredibili avventure. Moore l’aveva già resa protagonista di alcuni one-shot e adesso Bao Publishing ne traduce il più recente, Nemo: River of Ghosts.

Il Magus modifica la situazione preesistente. Janni non è più la ragazza che ricordavamo. Il tempo è passato ed è ormai invecchiata. Non ha perso però le sue doti di condottiera e guida ancora l’equipaggio del Nautilus con l’ausilio di devoti collaboratori.

La donna, però, è affetta da una grave malattia e comunica con gli spettri. Forse si tratta di un’allucinazione causata dal male che l’ha colpita oppure è la verità; ma non è questo l’enigma più importante della story-line.

Janni, infatti, viene a sapere che la terribile Ayesha, la sua acerrima nemica che dovrebbe essere morta, in realtà è viva e sta architettando qualcosa di preoccupante insieme al nazista Hinkel e ad altri fanatici sostenitori del Terzo Reich. Ma è davvero così? O è solo una diceria? Janni decide di indagare e di recarsi in un luogo in cui, secondo le voci, Ayesha si è nascosta.

In questo frangente Moore introduce il potente Savage, nuovo sgherro al servizio di Janni, nonché il suo nipotino e altri personaggi che rimarranno coinvolti in un’incredibile vicenda fantascientifica dai toni pulp.

Il Magus infatti rievoca la gloriosa tradizione della narrativa popolare, quella dei racconti pubblicati a puntate su riviste di ampia tiratura, giocando con i cliché di quel tipo di fiction. Ci saranno quindi scienziati pazzi, criminali grotteschi, bionde dal corpo perfetto che simboleggiano le fantasie hitleriane sulla razza ariana, cloni, donne meccaniche perfette per un film di Fritz Lang, mostri preistorici, città esotiche, enormi macchinari e così via.

Non mancano ovviamente le citazioni letterarie che i fan di Alan hanno imparato ad apprezzare.

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Moore scrive una buona sceneggiatura e il ritmo della story-line è veloce e sincopato. Potremmo definirla di intrattenimento. Si tratta però di un intrattenimento colto e intelligente. I disegni sono di Kevin O’Neilll che ha finora illustrato tutti i capitoli del ciclo della Lega degli Straordinari Gentlemen.

Il suo stile non è cambiato. Il tratto è grezzo, ostico, quasi sgradevole per ciò che concerne la raffigurazione dei personaggi. E’ più efficace nella rappresentazione delle esotiche architetture e dei paesaggi ancestrali. Coloro che lo apprezzano gradiranno pure questo albo.

Chi lo detesta non cambierà idea. Nel complesso, Nemo: River of Ghosts è valido. Non è innovativo o rivoluzionario ma potrà incontrare il favore degli amanti della fantascienza.

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