Fairest vol.5, la degna chiusura di una serie non inferiore a Fables – Recensione

Pubblicato il 26 Agosto 2015 alle 11:15

Si conclude Fairest, la serie spin-off di Fables dedicata ai deliziosi personaggi femminili descritti da Bill Willingham! Cosa succede in questo ultimo story-arc quando la volpe Renard ne combina un’altra delle sue? Di tutto e ce lo spiegano Mark Buckingham e Russ Braun!

Tutti sanno che Fables è stato uno straordinario fenomeno editoriale e che la serie incentrata sui classici personaggi delle favole inseriti in un contesto contemporaneo va annoverata tra i migliori prodotti Vertigo degli ultimi anni. L’universo narrativo delineato dall’ottimo Bill Willingham ha dato vita a una pletora di iniziative come, per esempio, il comic-book dedicato al pestifero Jack delle Fiabe, le miniserie su Cenerentola e diversi one-shot.

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Fairest appartiene proprio a questo genere di produzioni. Nata come testata gemella di Fables, è dedicata prevalentemente agli splendidi personaggi femminili della collana madre ed è costituita da story-lines che si collocano in specifici momenti della saga principale. Con questo pretesto, Willingham ha approfondito numerosi dettagli e le psicologie dei character, spesso ponendo al centro dell’attenzione elementi che non sempre hanno avuto spazio nell’altra testata.

Dal momento, però, che Fables sta per concludersi, anche Fairest giunge al capolinea. Questo quinto tp, infatti, include i nn. 27-33 della serie, in pratica gli ultimi. I testi sono di Mark Buckingham, penciler regolare di Fables, che qui si cimenta con la sceneggiatura, dimostrando di non essere meno bravo di Willingham. Il suo story-arc è inserito nel periodo in cui Luca Wolf aveva i suoi problemi e si era fatto vedere in forma lupesca dai cittadini di New York. Tutti sanno, infatti, che gli abitanti di Favolandia non devono farsi riconoscere dagli umani e questa è una delle leggi più tassative della comunità.

Buckingham parte proprio da tale concetto e si occupa delle favole che vivono nella Fattoria gestita da Rosa Rossa. Costoro non hanno un aspetto umano e sono perciò separate dal resto di Favolandia. Il pestifero Signor Girasole, non contento della situazione, fomenta gli altri occupanti della Fattoria, con conseguenze preoccupanti. D’altronde, il Principe Azzurro in passato si era fatto eleggere sindaco promettendo loro incantesimi in grado di trasformarli in uomini. Ma la promessa non è stata mantenuta e perciò nella Fattoria c’è il rischio di una rivolta.

Ma un protagonista importante della sequenza è la volpe Renard. Lui può tramutarsi in un uomo e ciò suscita l’invidia dei suoi compagni e per giunta si è messo in testa di fare sesso con la stupenda Biancaneve. Il suo obiettivo non verrà realizzato ma Renard giunge nel mondo degli umani e per una serie di circostanze incontra una ragazza propensa a divertirsi con lui. Dal momento, però, che c’è di mezzo Renard, i guai non sono lontani e ben presto la volpe rischia di compromettere non solo la sua sicurezza ma pure quella dell’intera Favolandia.

Tra villici violenti, ragazze facili, streghe e momenti farseschi, Buckingham delinea una trama divertente dai toni fantasy, leggera e piacevole. Ai disegni c’è Russ Braun, già coinvolto in varie produzioni legate all’universo di Fables, che illustra le vicende immaginate da Mark con un tratto elegante e fluido. Pur non essendo un penciler dotato di particolare inventiva, è comunque funzionale e il risultato complessivo è valido.

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L’episodio del n. 33, quello che chiude definitivamente Fairest, è invece scritto proprio da Bill Willingham. Scopriremo ulteriori notizie sulla terribile Riccioli d’Oro, la psicopatica che tanto filo da torcere ha dato alle fiabe in passato. Willingham la utilizza per fare una satira delle istanze femministe. Si sa che le idee di Bill non sono mai state progressiste ma, indipendentemente dal fatto che si sia o no d’accordo con lui, è da lodare la sua volontà di non allinearsi ai diktat politically correct. Testi e dialoghi sono curati e ironici e lo stile illustrativo di Megan Hetrick, sebbene a tratti grezzo e ruvido, è appropriato per le atmosfere evocate da Bill. Insomma, l’ultimo volume di Fairest è la degna chiusura di una serie non certo inferiore a Fables.

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