Recensione: 52 vol. 1

Pubblicato il 1 Febbraio 2011 alle 11:34

Autori: Geoff Johns, Grant Morrison, Greg Rucka, Mark Waid, Dan Jurgens (testi), Joe Bennett, Dan Jurgens, Keith Giffen, Chris Batista, Lashley & Draxhal, Eddy Barrows, Shawn Moll, Todd Nauck, Jack Jackson, Marlo Alquiza, Adam Hughes, Kevin Nowlan (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 13,95, 16,8 x 25,7, pp. 320


Planeta De Agostini ristampa 52, una delle saghe DC più importanti e apprezzate degli ultimi anni, prevista in quattro volumi, imperniata sulle fantasmagoriche vicende del DC Universe successive alla temporanea sparizione di tre colonne portanti di tale universo: Superman, Batman e Wonder Woman. Come farà l’umanità ad affrontare le varie minacce che da tempo la insidiano, privata dei suoi più potenti difensori?

A tale domanda, cercano di dare una risposta quattro tra gli sceneggiatori più rilevanti dell’etichetta statunitense: Greg Rucka, Geoff Johns, Grant Morrison e Mark Waid che, con 52, ebbero l’indubbio merito di ideare una story-line di ampia portata, ben costruita, complessa e, per giunta, pubblicata a cadenza settimanale, in modo che gli eventi del mondo reale influenzassero, capitolo dopo capitolo, la saga in questione, caratterizzata da una scansione narrativa concentrata su ogni singolo giorno di una settimana, nell’arco di un anno.

Naturalmente, malgrado l’assenza della Trinità dei super-eroi, gli altri giustizieri in costume hanno un ruolo cruciale e la comunità supereroistica dovrà confrontarsi con l’assenza dei loro alleati; ma anche con la psicosi collettiva suscitata dagli stessi super-poteri, dal momento che il perfido Lex Luthor afferma di poter dotare chiunque di capacità meta-umane, tramite un intervento a pagamento.

Per giunta, una misteriosa setta che adora la resurrezione è convinta che i morti possano tornare in vita e ciò coinvolge Elongated Man, disperato per la perdita della moglie, e Wonder Girl, adepta di tale culto. E il lettore attento scoprirà che un numero, in particolare, il 52, ha una importanza essenziale in ciò che si sta verificando nel DC Universe. Tali elementi, apparentemente sconnessi tra loro, sono in realtà tasselli di un vasto puzzle narrativo.

Merito di 52 è stato quello di ridare, a mio avviso, una ulteriore coesione all’Universo DC e di aver posto sotto la luce dei riflettori characters come Question, Renée Montoya, Booster Gold o il terribile Black Adam, creazioni che in passato non sempre hanno avuto la giusta attenzione che meritavano. Inoltre, pur trattandosi di un fumetto mainstream, gli autori hanno approfondito, in maniera esplicita, dettagli eversivi, come il lesbismo di Reneé e di Batwoman, in maniera senz’altro spiazzante.

52 è valido ma, secondo me, troppo lungo e a tratti macchinoso e cervellotico nell’impostazione e spesso alcune lentezze pregiudicano il ritmo della storia. Tuttavia, è un’ottima riflessione sui concetti stessi di ‘super-eroe’ e ‘super-poteri’ e sulla maniera di concepirli. Si può essere un giustiziere per aiutare gli altri; o per ottenere, egoisticamente, fama e successo; o per controllare e manipolare il prossimo; o, peggio ancora, per imporre la propria visione delle cose al mondo intero (e in questo caso gli sceneggiatori si collegano alle attuali tensioni e alle problematiche socio-politiche globali).

E 52 è, inoltre, una immensa dichiarazione d’amore all’universo narrativo di Superman e compagni e alla sua storiografia, come si può comprendere leggendo i deliziosi racconti in appendice, scritti e disegnati da Dan Jurgens, in cui Donna Troy rievoca tutto ciò che è accaduto sin dalla mitica Crisis On Infinite Earths.

La parte grafica di 52, prevalentemente appannaggio del bravo Joe Bennett, è valida e non mancano altri grandi pencilers come Eddy Barrows, Keith Giffen, Adam Hughes o Kevin Nowlan, che impreziosiscono, con la loro arte, un volume certamente da tenere d’occhio. Malgrado, lo ripeto, qualche lungaggine, 52 è un’opera che merita di essere letta (o riletta) e piacerà a coloro che apprezzano i fumetti dai classici toni super-eroistici.


Voto: 7 ½

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