Intervista a Cristian Posocco, direttore editoriale Flashbook Edizioni

Pubblicato il 22 Aprile 2010 alle 00:00

Ciao Cristian, bentornato sulle pagine di MangaForever! (ti piace la nuova veste del portale?)
Splendida & funzionale. Anzi: ottima & abbondante.

Come procede il lavoro in casa Flashbook?
Procede, procede. Senza correre troppo, senza fretta, come abbiamo sempre fatto, ma con alacrità. E poi le nuove prospettive mi caricano: perché quest’anno usciremo con dei nuovi titoli di grandissimo spessore, e sembra ci sia la possibilità di lavorare per mantenersi su questo livello. Proviamoci.

Quali pensi siano le sfide che attendono la casa editrice nel corso del 2010, visti i recenti movimenti di mercato?
Consolidarsi e riconfermarsi; allargare il nostro bacino, sia in termini di utenza che cui attingere; mantenere il qualitativo livello medio raggiunto coi titoli di quest’anno… o magari innalzarlo ulteriormente.

A distanza di qualche mese, sei soddisfatto del riscontro ottenuto dai volumi lanciati a Lucca?
Molto, soprattutto per quanto riguarda King of Thorn, una serie favolosa che arrivava da noi poco spammata e con una grafica poco affine ai manga di successo commerciale: è stata una bella vittoria. Risultati non entusiasmanti, invece, per Chamelon Army della Anno. Sembra non esserci un terreno fertile per questo tipo di prodotti, in Italia; ed è una cosa che mi rattrista non poco, viste le opere eccezionali che si potrebbero proporre.

Che accoglienza stanno ricevendo le prime novità del 2010?
Quella che ci aspettavamo. Arcobaleno di spezie, in particolare, conferma che di Adachi c’è sempre gran fame.

I prossimi due mesi vedranno il debutto di ulteriori due nuovi titoli, molto attesi dai lettori, realizzati da due mangaka di primo piano per un editore all’esordio italiano (e mi pare anche europeo): la BBMF. Quali pensi siano le caratteristiche e i punti di forza di questa realtà editoriale rispetto agli editori già pubblicati nel nostro Paese?
La BBMF è una realtà molto recente, specializzata nella distribuzione digitale. In pratica, i fumetti da loro prodotti vengono prima di tutto distribuiti a episodi nel circuito della telefonia cellulare e degli smartphones; e solo in un secondo tempo rilegati in volumi per le librerie. Questo permette di raggiungere il pubblico individualmente, e non a macrogruppi. Tradotto: maggior libertà espressiva per gli autori, e quindi titoli particolarmente innovativi e interessanti.

E come queste differenze si sono eventualmente riflesse nelle opere di Noboru Rokuda e Tsutomu Takahashi, di solito abituati a lavorare per gli editori più prestigiosi del Giappone?
Come ho appena scritto: maggior libertà espressiva, meno paletti cui doversi appoggiare, solchi pretracciati cui dover aderire. Gli editor si limitano al controllo qualità, e non impongono lo svolgimento delle storie. Quindi: fumetti come gli autori li vogliono.

Tra i due titoli, credo che ci sia più curiosità nei confronti di Muyung per il fatto che vede Tsutomu Takahashi, solitamente autore completo, limitarsi alla stesura delle sceneggiature. Questo aspetto ha penalizzato l’impatto del manga?
Eh, te lo saprò dire dopo che l’avremo distribuito, mica ho la sfera di cristallo. Non credo, comunque, che il non avere il Taka ai pennelli possa penalizzare Muyung, per il semplice motivo che questo Kim Jung-Hyun è veramente un mostro.


Nessuno immaginava l’annuncio-evento di The Five Star Stories, a causa del noto blocco dei diritti esteri. Cosa ne impediva in concreto la pubblicazione (timori dell’autore sulla traduzione, disinteresse per il mercato europeo,..)? E cosa ha smosso la situazione?
Be’, a essere sincero non conosco la situazione nei dettagli. In realtà, ritengo sia stata dipinta una situazione ben più complicata e “drammatica” di quanto non fosse. Molto semplicemente, va considerato che i copyright di FSS, diversamente da quanto accade di solito, non erano totale proprietà dell’editore, ma v’era e v’è coinvolta una terza parte. S’è resa possibile la pubblicazione di FSS da parte di un partner occidentale non appena queste parti si sono sedute a un tavolo e hanno raggiunto un accordo riguardo all’amministrazione dei diritti internazionali. Che poi Nagano abbia pretese qualitative assai severe, è un altro discorso, e non ci piove. Ma le pretese di qualità non ci spaventano proprio.

Cosa si prova a essere il primo direttore editoriale d’Europa a lavorare sull’epopea di Nagano e cosa rappresenta per te quest’opera?
Si provano vertigini, nausea e giramenti di capo a causa dell’altitudine. Cosa rappresenta? Una bella gatta da pelare… ^^

Nel comunicato stampa hai parlato di volumi identici alla controparte nipponica: ti va di descriverceli? Contengono extra oltre alle pagine di fumetto? E confermi il prezzo di 7,50 euro?
Ti confermo che il prezzo sarà € 7,50. I volumi avranno un’altezza di 21 cm, la stessa di 2001 Nights, e una base di circa 16,5 cm, che li rende molto più larghi della media. Non conterranno solo pagine di fumetto, ma delle gallery a colori iniziali e dei cospicui extra a fine volume. Per la precisione, la nostra edizione sarà uguale alla “1998 edition” giapponese. Questo vale anche per la carta: uso mano per il B/N e patinata per le pagine a colori.

Avete ricevuto indicazioni o particolari richieste sulla traduzione e riscrittura delle onomatopee e sull’adattamento dei nomi?
Sull’adattamento dei nomi no (non ancora, perlomeno); per le onomatopee, manderemo alcune tavole di prova realizzate dai nostri rumoristi perché siano visionate da Nagano, che darà la sua approvazione o meno dopo aver valutato il nostro lavoro.

Nonostante l’esaustiva scheda di presentazione, diversi lettori sono ancora titubanti sul fatto che la serie risulti ferma dal 2006: saresti così gentile da spiegare nuovamente che la serie non è affatto interrotta o incompleta?
Allora, mettiamola in questo modo. FSS non va preso come una “storia” strutturata su più volumi che inizia nel vol. 1 e finisce nel vol. X; piuttosto, andrebbe considerato come un ciclo di romanzi disegnati, di tante storie ambientate in un unico universo – e non a caso s’intitola The Five Star Stories, non The Five Star Story. Questo ciclo di romanzi potrebbe ampliarsi con l’uscita di nuovi capitoli se e quando l’autore li scriverà e disegnerà. Ma anche qualora non lo facesse, questo non influirebbe sulla compiutezza dell’opera.

Oltre a The Five Star Stories ci sono nuovi titoli all’orizzonte sul fronte coreano e shoujo manga, ce ne puoi parlare?
Certamente, e con molto piacere, anche perché si tratta di altri due titoli di cui sono particolarmente compiaciuto. Lo shojo, Elettroshock Daisy, era probabilmente il titolo più richiesto dalle appassionate, e in più è opera di un’autrice “scoperta” per l’Italia proprio da noi: quella Motomi Kyosuke già autrice di Freccia Danzante. Per noi è un titolo particolarmente di punta sul fronte shojo, ci crediamo veramente tanto e altrettanto ci aspettiamo. A leggere il soggetto, uno si aspetterebbe una storia lacrimevole, e invece è una commedia divertente, frizzante ma anche molto equilibrata. Bello. Ghostface, invece, rappresenta la volontà di investire ancora sul fronte coreano e, al contempo di provare prodotti nuovi, esplorare segmenti di mercato nuovi. L’opera mi ha colpito moltissimo dalla prima volta che l’ho vista, e quando, conti alla mano, ci siamo resi conto che era fattibile a un prezzo tutto sommato abbastanza contenuto considerate le dimensioni e il colore (€ 9,90), abbiamo deciso di puntarci dritto. Come dicevo, è anche un tentativo di esplorazione di nuovi segmenti di mercato, perché per le sue caratteristiche Ghostface può interessare anche i lettori di comics e di fumetto europeo.

Sono in programma altri volumi unici (o miniserie) di autori famosi sulla scia di Chameleon Army e A Casa di Momo?
Chameleon Army
, come detto poco prima, non ha avuto l’accoglienza che avrebbe meritato. È presto per valutare i risultati di Momo, anche perché, come sai, c’è stato quel disguido con Anteprima che ne ha limitato i primi ordini. Però in rete i commenti sono unanimamente calorosi, e la cosa mi rende molto felice.

Hai novità sulla ripresa di Bokura ga ita e ZeroIn?
Bokura
riprende a Luglio, ma attenzione: in Giappone si prende una nuova pausa fino a Giugno, quindi la serie è inevitabilmente destinata a proseguire “a salti”. Nessuna novità, purtroppo, riguardo a ZeroIn. Bisogna studiare il mutamento dei contesti e lo scorrere degli eventi ancora per un po’.

Per concludere, un domanda che ti coinvolge non solo come direttore editoriale ma anche come appassionato. Quest’anno entriamo nel ventesimo anno di pubblicazione regolare di fumetto giapponese in Italia: quanto si è raggiunto finora e su cosa c’è ancora da lavorare?
Domanda molto, mooolto difficile. Detta prosaicamente, s’è raggiunto lo status di secondo mercato europeo dopo l’Eden francese, e s’è attirata un’attenzione forte da parte dei partner giapponesi (e coreani, eh). S’è pubblicato tanto, ma tanto s’è anche lasciato indietro. S’è creato un enorme bacino di pubblico, ma poi non s’è coltivato, e in gran parte se l’è lasciato disperdere. Si è arrivati a una situazione di sovraffollamento che rischia di soffocare sia l’interesse dei lettori più esperti, sia la stessa rete di vendita. Insomma, c’è tanto ancora da fare. Risanare, innanzitutto. Pubblicare meno e meglio. Non tanto in termini di qualità “fisica”, quanto di… come dire… per spiegarla come una metafora gastronomica, si tratta non dico di imporre lo slow food, ma di abbandonare il junk food in favore di un’alimentazione gustosa ma sana ed equilibrata, senza privarsi ma senza eccedere, concedendosi qualche snack e sfizio ogni tanto ma in quantità tali da non doverci rimettere la salute. Meno “yuppismo” e più ragionevolezza, insomma.

Ti ringrazio per la disponibilità, è sempre un piacere chiacchierare con te!
Augh! Grande Spirito accompagni sempre Uomo-di-ghiaccio!

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